La Cicceide legittima/II/LXII

Sonetti

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D. Ciccio poetizza in tempo di primavera.

lxii.
O
R, che siamo a l’Aprile, ha cominciato

     D. Ciccio a sguainar versi d’amore,
     Quasi che da poetico furore
     4Internamente trovisi agitato.
Anzi con un supposto immaginato
     Vanta, che Febo stesso a tutte l’ore
     Gli sta nel petto a fomentar l’ardore,
     8Ond’ha tutto lo stomaco infiammato.
E in ver creder potiamo a gran ragione,
     Che sia venuto da l’eterea mole
     11A starsene quì seco in unione;
Però, ch’appunto questa è la stagione.
     In cui dicon gl’Astrònomi, che ’l Sole
     14Or col Bue si trattiene, or col Castrone.

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