La Cicceide legittima/II/LIII

Sonetti

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La Trasformazione.
A D. Ciccio.

liii.
Q
Uando qualche mortal nel tempo andato

     Commettea contro i Numi alcun misfatto
     A l’uso militar, venia di fatto
     4Per suo castigo in bestia trasformato.
Così pagando il fio del lor peccato
     Aracne un Ragno, ed Areon su fatto
     Subitamente un timdo Cerbiatto,
     8Che poi da’ Veltri snoi fu lacerato.
Or io, che nel vederti ho l’occasione,
     D. Ciccio, di mirar con gl’occhi miei
     11Ogni tua qualità, senso, ed azione,
Stimo fra me, che t’abbiano gli Dei,
     Per qualche tua gran colpa, o trasgressione
     14Trasformato in quell’Asin, che tu sei.