La Cicceide legittima/I/LXXVII
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Giovanni Francesco Lazzarelli - La Cicceide (XVII secolo)
LXXVII
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La Rottura di D. Ciccio col Signor Marchese N.
Al Sìg. Co. Ronchi.
R
Onchi, quella strettissima unione D’amicizia, e di fè, ch’era una volta.
Fra D. Ciccio, e ’1 Marchese, or s’è disciolta
4Né si può penetrar per qual cagione:
Ma ciò, che fa maggior l’ammirazione,
E’ che ciascun di lor pien d’una stolta
Bravura marziale, ha già raccolta
8Gran quantità di schioppi, e di persone,
Or temo, e l’ho per cosa omai sicura,
Che l’un con l’altro a duellar s’inviti,
11E ne succeda in sin qualche sciagura.
Accidenti nel ver non più sentiti;
Mentre è noto ad ogn’un, che per natura
14I C.... fra di lor son sempre uniti.