La Cicceide legittima/I/CCXXXI

Sonetti

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I - CCXXX I - CCXXXII
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L’Autore desiderava la sua eloquenza per lodare D. Ciccio.
Al Sig. Michel Brugneres.

ccxxxi.
M
Ichel, quando talora odo esaltare

     La tua rara eloquenza, e ’l tuo bel dire,
     Ne godo sì; ma sentomi toccare
     4Dal pizzicor d’un invido martire.
Mentre ancor io vorrei poter lodare
     Appien D. Ciccio, e farlo comparire,
     Ma, senza render pago il mio desiro,
     8Quando mi sforzo più, manco il so fare.
Or tu dunque, che ’l puoi, mostrami quale
     Sia quella forma d’amplificazione.
     11Che nell’Arte retorica più vale;
Ond’io con panegirica Orazione
     Possa mostrarlo al mondo in guisa tale,
     14Che d’un C.... ch’egli è, sembri un Platone.