La Buffa/VI. Canzoni (secondo gruppo)/Simone
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | VI. Canzoni (secondo gruppo) - Il caporale Mussolini | VI. Canzoni (secondo gruppo) - Luigi Ballico | ► |
SIMONE
Il naso un po' arrossato,
una gola da cannone,
robusto, scalcinato:
ecco il maggior Simone.
Soldato della guerra,
del vino e delle donne
in Africa, sul Carso
e infine sull'Argonne.
Giocava con le carte,
gli piaceva la partita,
e quando perdeva i soldi,
si giocava anche la vita.
Rideva del nemico,
delle bombe e la mitraglia:
gli pareva d'uscire a passeggio,
quando andava alla battaglia.
Temeva soltanto le grane,
le scartoffie e i lucertoni,
e quanti da lontano
rompevano i coglioni.
I soldati e gli ufficiali
gli volevano tutti bene:
con lui nessuno pensava
alla guerra e alle sue pene.
Perchè tutti erano certi,
quando marciava in testa,
d'essere invulnerabili,
di trovarsi ad una festa.
E difatti, a Camporovere,
di sotto al Monte Resta,
le pallottole tedesche
ci passavan sulla testa.
Lo incontrai ancora in Francia,
una notte senza luna,
lo conobbi dalla voce
e mi parve una fortuna:
Ero certo di scamparla,
e buttati i ponti a Chavone,
passammo senza perdite
con l'intero battaglione.
Simone, vecchio fante,
chissà dove sarai finito?
t'avran certo silurato,
perchè eri troppo ardito.
Eri nato a correre il mondo,
soldato di ventura,
a giocare con le carte,
con la morte e la paura.
Simone, bel maggiore,
Simone, soldato ardito,
ormai non c'è più guerra
chissà dove sarai finito?
Simone, amico caro,
purtroppo la guerra è finita.
Che cosa ne faremo
di questa nostra vita?