La Buffa/III. Istantanee della Buffa/Fermi Tranquillo
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FERMI TRANQUILLO
Fermi Tranquillo,
cuoco dei barnabiti,
col sorriso dolce,
le mandibole larghe,
il ventre tremebondo,
come di gelatina,
ti ho accolto coscrìtto;
eri vestito da uomo,
perchè nessuno degli altri
sapesse del tuo saio:
«Gesù Nostro, S. Maria!
«Maria Santissima!
Non si potrebbe,
signor tenente»,
sussurava,
«un posticino?
Piantone di fureria,
alle cucine,
non si potrebbe?»
***
Fermi Tranquillo,
della classe '89,
di Massa Carrara,
a volte le granate...
tremava perfino il furiere,
chi perdeva l'appetito,
chi lasciava il tascapane,
tu no! lasciavi il fucile,
dimenticavi il rosario,
pregavi il Signore Iddio:
«Gesù Nostro! S. Maria!»
e mangiavi — - la bocca larga —
per la paura,
tutto il pane che restava,
tutta la pasta delle gavette,
pulivi le marmitte!
«Signor Nostro!
Come sprezzare la grazia di Dio?»
Certo di passare
cuciniere in paradiso,
come in terra,
avevi un unico dubbio;
per questo, a volte temevi
di morire:
«Chissà, chissà, se i Santi
mangiano pasta al sugo rosso
di pomodoro?
Chissà?»