Là su nel ciel, i cui superni regni
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XV
PER LA MEDESIMA.
Là su nel ciel, i cui superni regni
Del Tempo sdegni guerreggiar non sanno,
Città ne aspetta; nè temuto affanno
Ha tanto ardir, che ivi d’entrar s’ingegni,
5Nè lacrimosa sorte
È forte sì, che osi appressar le porte.
Di crisolito, e di giacinto sponda
Ben la circonda, desïabil muro!
Le vie coperte d’ametista, e puro
10Fiume d’elettro, e di bell’ôr l’inonda;
Ed a mirarsi care
Di chiare luci ha per suo giorno un mare.
Ivi di casta e d’innocente face
Fiamma vivace va vibrando Amore,
15Ivi raggira il piè, tranquilla il core,
Cinta d’olivo il crin l’inclita Pace
E nel gaudio del petto
L’aspetto rasserena ivi il diletto.
Su bella cetra ora veloci or lente
20Ei fa sovente passeggiar le dita,
E quando delle corde il suono invita
A temprar corde, ed a cantar la mente,
Al Santo alto de’ Santi
I canti volge, e ne rimembra i vanti.
25Che dagli abissi in atro orror sommerso
Fe’ l’universo sollevarsi adorno;
Chc a ferini poli fe’ girare intorno
Il cicl di stelle e di bei rai cosperso;
Che fe’ spumoso il seno,
30E freno pose all’oceàn non meno.
Appena il disse, che sul proprio pondo
Contro del mondo si posò la Terra;
E ciò che in lei forma vestigio, ed erra,
E ciò cbe guizza per lo mar profondo,
35E ciò ch’è in ciel bealo
Ha stato sol, perchè da Dio gli è dato.
Ei dice; e di sua bocca ogni parola
Cinta sen vola di virtude eterna:
Virtù, che trapassando al cor s’interna,
40Ed infallibilmente altrui consola:
Fortunata Cittate,
Beate l’alme colassù traslate.
E pur da rio pensier quanti traditi,
O sbigottiti dalPallier vïaggio,
45Sommergono in obblio l’almo retaggio,
Che tiene in sua ragion beni infiniti^
Ma via lunge da questi
Premesti tu, Lucia, l’orme celesti.
Per la strada del ciel dolci gli affanni
50Sul fior degli anni ti sembraro ognora,
Nè dal dritto cammin ti trasser fuora
Unqua d’Amore i lusinghieri inganni;
Che dentro il cor divoto
1Il voto così bel serbasti immoto.
55E quando i mostri inferni a tuo martire
Armaro l’ire del Romano orgoglio,
Allor tu come selce, e come scoglio
Contra l’asprezza del crudel ferire,
E di gran sangue tinta,
60Non vinta no, ma rimanesti estinta.