Deh chi viole nate a par col giorno
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Muse, che Pindo ed Elicona insano | Là su nel ciel, i cui superni regni | ► |
XIV
PER LA MEDESIMA.
Deh chi vïole nate a par col giorno
Mi sparge intorno?
Che adorno a’ Tempi di Lucia sospiri?
Io pur dolente, io pur a lei ritorno,
5Perchè tra’ rei martiri
M’avanzi lume, onde mia vita io miri.
Nè picciol varco da sentier travio
Il mio desio,
Se invio a lei vivi di fede accenti;
10Ch’ella fatta sul cielo amor di Dio,
Ben può con preghi ardenti
Cessare a nostre colpe aspri tormenti.
E la mercè di che le fo preghiera
Non fia primiera,
15Chè altera troppo sua pietà risplende:
O non pur sempre è numerosa schiera,
Che puro incenso accende,
E lieti segni al sacro Altare appende?
Or fin qui lasso (ed ella lor si pieghi)
20Sia di miei preghi:
Ma spieghi ratto ora mia rima un volo
Per le sue lodi, e nulla rete il leghi;
E su per l’aureo polo
Si mandi altro per me, che affanno e duolo.
25Vago tesoro in Gerico frondosa
Candida Rosa,
Che ascosa d’Ape al susurrar vicino,
Anco di lieve auretta è paventosa,
Auretta di mattino,
30Ch’è l’anelar dell’Alba in suo cammino.
Ivi non scrive in sua famiglia Aprile
Fior si gentile,
Che vile seco in paragon non vada;
Ed ella a neve di candor simíle
35Non degneria rugiada,
Che pura pura giù dal ciel non cada.
Sol dalle verdi spine, in che fiorita
Si sta romita,
Invita l’orme del pastor per via.
40Dolce odorando, a non più far partita;
Ed egli o lunge o sia
Presso l’albergo, ogni viaggio obblia.
O quante tempre, onde suoi vaghi onori
Io pur colori!
45Ma s’ori giungo ardenti, o se diamanti,
O se vivi del Sol giungo splendori,
Non dirò tanto avanti,
Che canti pregi a te, Lucia, sembianti.