L'istinto nel regno animale/IV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | III | V | ► |
IV.
Istinto nidificatore.
Potrei citare esempi di nidificazione tra gli animali avertebrati; ma i più conosciuti si riferiscono ai vertebrati. Ed innanzi tutto debbo far cenno di due pesci che vivono nelle nostre acque dolci e costruiscono dei nidi più o meno perfetti. L’uno di essi chiamasi ghiozzo o scazzone e vive nelle acque a fondo sabbionoso e coperto di ciottoli. Già Marsigli conosceva l’istinto nidificatore di questo pesciolino, più tardi Linneo diceva in proposito: “Costruisce un nido in fondo alle acque, cova le uova e preferisce la morte all’abbandono del nido.”
Più perfetto e meglio conosciuto è il nido dello spinarello, di questo pesce Fig. 2. Lo Spinarello e il suo nido. assai comune nelle nostre acque a fondo melmoso. Il maschio scava col suo muso acuto nel fondo dell’acqua una cavità tanto larga e profonda che possa accogliere l’intero suo corpo. Questa cavità viene diligentemente tappezzata con pagliuzze, con piccole radici ed altri simili oggetti che il pesce vi apporta colla sua bocca e che spalma col suo muco, il quale serve da glutineo cemento. Per finire il lavoro, l’animale copre il nido col medesimo materiale e non lascia che una o due aperture, l’una d’ingresso molto larga e ben rotonda, e l’altra d’uscita, più piccola, meno diligentemente lavorata, talvolta mancante. Fatto il nido, l’animale attira una femmina che vi mette le uova; uscita questa egli ne cerca un’altra, finchè la quantità delle uova sia diventata considerevole. Mentre la femmina trovasi nel nido, tutta intenta a far le uova, il maschio gira agitato intorno al medesimo, vi entra poi appena ne sia uscita la femmina, sfregando il suo ventre contro il fondo, promuove l’uscita del seme e la fecondazione delle uova. Ciò fatto, egli chiude il foro d’uscita, sorveglia le uova e le difende coraggiosamente contro i nemici. Quando da queste siano usciti i giovani, prodiga loro per quindici o venti giorni le sue cure, e li riporta colla sua bocca nel nido ogni qual volta ne escano. Inoltre ha cura che le uova e più tardi i giovani ricevano continuamente dell’acqua aërata, producendo col movimento delle sue pinne pettorali in vicinanza del foro del nido un continuo cambiamento del liquido. Anche questo istinto è da lungo tempo conosciuto; il primo a parlarne fu Bradley nel 1721; recentemente ne trattarono De-Betta, Siebold, Ninni, Blanchard ed altri.
Più avanzato è l’istinto nidificatore degli uccelli, il quale però anche in questa classe offre numerose gradazioni. Hannovi degli uccelli che non fanno nido; così lo struzzo delle regioni calde dell’Africa depone le uova semplicemente nella sabbia, lasciando al sole tutta la cura dell’incubazione. Questo stesso animale però cuopre le uova nelle regioni meno calde, almeno durante la notte.
Esiste un altro uccello che non costruisce un nido, ma ha cura di deporre le uova in quello di altri uccelli; è questo il cuculo, che trova in tal guisa il modo di schivare la fatica della fabbricazione del nido, e quella, non meno gravosa, dell’incubazione.
Nemmeno il caprimulgo costruisce un nido, ma depone le uova sul nudo terreno, le cuopre però regolarmente come gli uccelli nidificatori.
Affatto singolare è l’istinto dei Megapodidi dell’Australia. Questi uccelli della grandezza circa del nostro fagiano, costruiscono cumuli di sostanze vegetali, in cui depongono le uova, che si sviluppano per l’azione del calore prodotto dalla putrefazione degli stessi vegetali.
La gran maggioranza degli uccelli costruisce un nido, ordinariamente di prodotti vegetali, internamente tappezzato di sostanze assai molli. Il nido è talora superiormente aperto, altre volte chiuso e fornito di un’unica apertura d’ingresso e d’uscita. Alcuni uccelli nidificano solitari, altri invece in società più o meno numerose. Le femmine vi depongono le uova ed amendue i genitori si prestano nell’incubazione delle medesime e nell’alimentazione dei pulcini.
Una speciale menzione meritano il nido dello Scopus umbretta e quello della Salangana; il primo per l’arte con cui è fabbricato; il secondo pel materiale di costruzione. Il nido dello Scopus umbretta, uccello africano, misura in larghezza un metro, ed altrettanto in altezza. Esso è fatto a cupola ed ha un piccolo foro rotondo pel quale l’animale vi entra. È costrutto di ramoscelli ed altri materiali, cementati insieme con melma, e composto di tre ambienti, una specie di anticamera, un magazzeno e la stanza nuziale. Quest’ultima è il ripostiglio delle uova, nel magazzeno trovasi accumulato del nutrimento, e nell’anticamera monta la guardia l’uno dei due coniugi, mentre l’altro cova le uova.
Le Salangane delle isole Filippine, di Giava e S. Maurizio e della penisola di Malacca, fabbricano un nido commestibile. Esse raccolgono il muco dei molluschi marini e coll’aggiunta di quello ch’esse secernono nella loro bocca col mezzo di glandole speciali, foggiano una pasta che serve per la costruzione del nido. Siccome questi uccelli costruiscono quattro nidi all’anno, così i Giavanesi ne posson fare annualmente quattro raccolte. Questi nidi costituiscono un articolo di commercio non insignificante, essendo molto ricercati come cibo squisito.