Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura L'inverno Intestazione 24 dicembre 2022 75% Da definire

Er tempo cattivo Er callo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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L'INVERNO

     Sì, ppe’ vvoantri1 è un’invernata bella,
Ma ppe’ mmé ’na gran porca de staggione.
Io so cche co’ sto freddo bbuggiarone
Nun me pòzzo2 fermà lla tremarella.3

     Fischia scerta ggiannetta,4 ch’er carbone
Se strugge come fussi carbonella;5
E annate a vvede6 un po’ cche bbagattella
De zazzera c’ha mmesso Tiritone.7

     Sempre hai la goccia ar naso, e ’r naso rosso:
Se sbatte le bbrocchette8 che ttrabballi:
Tramontane, per dia,9 ch’entreno all’osso:

     Stai ar foco, t’abbrusci e nnun te scalli:
Se’ iggnudo, avessi10 un guardarobba addosso...
E cchiameno l’inverno? bbuggiaralli!


Roma, 7 febbraio 1833

Note

  1. Per voi altri.
  2. Posso.
  3. Tremito.
  4. Brezzolina acuta. [Dal nome de’ Zeneti, tribù di Berberi che nel sec. XIII
    fornì al Sultano di Granata cavalieri famosi, i quali avevano
    per arme principale una corta lancia, derivò lo spagnolo gineta
    e quindi l'italiano giannetta, lancia corta. (Cfr. Dozy,
    Gloss., pag. 276 e 277.) Tra noi poi, giannetta sì estese a significare
    quella “bacchetta„ o “mazza,„ per lo più di canna
    d’India, che portavano gli uffiziali; e oggi si chiama così
    quella che portano i cittadini. Ma in romanesco e in umbro,
    giannetta significa “brezzolina acuta;„ e io credo che sia la
    stessa voce, considerando specialmente la derivazione consimile
    dell’antico italiano ghiado (freddo acuto) dal lat. gladius
    (spada).]
  5. Carbone leggero, formato con le legna spente de’ forni.
  6. Andate a vedere.
  7. Al Tritone, che getta in saliente di acqua a Piazza Barberini, si copre il capo nei gran freddi come di una parrucca di ghiaccio.
  8. Lo sbattimento degli ossi dei ginocchi l’un contro l’altro. [Sottintendi: è modo che ecc.]
  9. Per dia: invece di per dio. Transazione tra il vizio e lo scrupolo.
  10. Sei ignudo, se pure avessi ecc.