L'avvocato veneziano/Appendice

Appendice

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Atto III Nota storica
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APPENDICE

Dalle edizioni Bettinelli e Paperini.

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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR

BERNARDO VALIER

PATRIZIO VENETO

E DEGNISSIMO AVVOGADOR DI COMUN1.


N
ON è perch’io creda di presentare a Voi, Eccellentissimo Signore, un dono degno della vostra mente sublime, o che aver possa la menoma relazione colla grandezza di quell’autorevole posto a cui v’ha, non ha molto, per i rari vostri talenti e distinte virtù la giustissima Patria gloriosamente innalzato, ch’io mi prendo l’ardire di fregiare questa mia povera fatica col vostro rispettabilissimo Nome; ma a ciò fare mi stimola quel vivo e divoto desiderio ch’io nutro di manifestare a Voi e al Mondo tutto, nella maniera a me possibile, l’umilissima mia riconoscenza per que’ tanti doveri, co’ quali mi ha stretto con tenacissimi vincoli di servitù riverente quella generosa bontà, colla quale vi degnate di riguardarmi.

Ben è vero però, che oltre a quel perspicacissimo intendimento esercitato in tutti gli ottimi studj, dal quale deriva quella penetrazione ammirabile, che vi distingue in ogni genere e di civile prudenza e di erudita Letteratura, possedendo Voi un cuore ripieno di umanità singolare, in certo modo naturalmente ne avviene che tutti i pensieri, tutte le parole e tutte le azioni vostre n’escano di tale dolcezza condite, che diffonde i suoi benefici effetti in [p. 514 modifica]chiunque ha la buona sorte di accostarsi a Voi, cercando o giustizia dalla vostra autorità, o ammaestramento e consiglio dalla vostra saviezza, o compiacimento e virtuoso diletto nella soavità dell’amabile vostra conversazione; ma io posso gloriarmi di avere in questa universale fortuna una parte speciale, di cui mi ha voluto far dono prezioso con somma mia gloria e vantaggio la generosa vostra benignissima grazia; imperciocchè di quelle scarsissime ore che siete costretto, per necessità dell’umana condizione, di accordare al vostro respiro di tante pubbliche assidue occupazioni che vi circondano e affollano, non vi rincresce di impiegarne alcune le mie Commedie ascoltando con quella costante predilezione che essendomi argomento del vostro grazioso affetto, non men che della vostra approvazione, vien nello stesso tempo ad infinitamente obbligarmi e a rigorosamente incoraggiarmi.

Conciossiachè essendo Voi di così fino discernimento dotato, che colla medesima prontezza con la quale ne i giudizi e nelle deliberazioni attinenti al pubblico gravissimo ufizio2 riconoscer solete la verità dalla menzogna, e i precisi caratteri della Equità e della Giustizia, avete anche l’uso di distinguere il buono ed il bello in tutte quelle opere che all’ingegno si riferiscono, o spieghinsi esse in rapporto alle Scienze o alle Arti, giustissimo conoscitore del merito, se se ne eccettui quel solo che in Voi stesso eminentemente risiede, pel quale pare appunto, tanta è la vostra modestia, che non abbiate occhi per ravvisarlo in mezzo a quello stesso splendore, che alla vista di tutti gli altri lo rende chiarissimo; essendo voi, dico, di tanto lume fornito, io a così sicuro giudizio affidato siccome è il vostro, francamente, e senza timore d’inganno, mi attacco vieppiù all’intrapreso metodo mio nello scriver Commedie, tenendolo pel più plausibile, giacchè ha potuto meritarsi l’onore del vostro compatimento.

Così, mentre dedicando al vostro veneratissimo Nome questa Commedia mia, l’Avvocato intitolata, do a Voi un’umile testimonianza della mia ossequiosa riconoscenza e del mio profondo [p. 515 modifica]rispetto, fo anche palese al Mondo la gloria mia nel partecipare della grazia di un soggetto sì riputato e sì illustre, e procuro alle mie Opere un Protettore autorevole, quale per vostro generoso costume vi degnerete di lor dimostrarvi, come ardisco di supplicarvene, mentre bacio riverentemente a V. E. le vesti.

Di V. E.

Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv.
Carlo Goldoni.


Bologna, li 23 maggio 17523.

  1. È questa la prima lettera di dedica al Valier, poscia interamente rifatta, quale si legge in testa alla commedia nelle edd. Bettinelli (t. III) e Paperini (t. VI), e in altre precedenti all’ed. Pasquali.
  2. Vedi nota (2) a pag. 409.
  3. Questa data si legge soltanto nelt’ed. Bettinelli.