L'arme provìbbite

Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura L'arme provìbbite Intestazione 25 aprile 2025 75% Da definire

Er battesimo der fijjo maschio Li sordati bboni
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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L’ARME PROVÌBBITE.

     Je[1] sta bbene a st’infami framasoni,
E ’r Governo è un gran omo de punilli.[2]
Impareranno a rriportà[3] li stilli[4]
E li verdùchi[5] drento a li bbastoni.

     E ha rraggione de dì[6] ppadre Perilli[7]
Che ddu’ anelli da piede a li carzoni[8]
So’,[9] ddoppo de la forca, lli ppiù bboni
Medicamenti pe’ gguarì li grilli.[10]

     E ggià cch’er Papa storce[11] de curalli
Drento in ne lo spedàr[12] der cimiterio,
Vadino a scopà Rroma,[13] e bbuggiaralli.

     Chi pporta l’arme, ha da morì in catene,
Eccett’a nnoi[14] che in tanto diavolèrio,[15]
Si pportamo[16] er cortello, è a ffin de bbene.

23 maggio 1834.

Note

  1. Gli.
  2. È da riputarsi grand’uomo, quante volte li punisce.
  3. Riportare, nel senso di “portar nuovamente.„
  4. [Stili.]
  5. [Verduco: spadino a quattro tagli.]
  6. Di dire.
  7. Frate conventuale, intrigante, istigatore e spia del Governo. [Probabilmente, è quel medesimo padre Perilli che nel 1832 era stato dato “per consigliere, per spia, per birro e fors’anco per confessore„ a monsignor Cagiano, delegato a Perugia. Cfr. Bonazzi, Storia di Perugia; Perugia, 1875-79;
    vol. II, pag. 580.]
  8. Due anelli appiè dei calzoni.
  9. Sono.
  10. Grilli: idee esaltate.
  11. Storce: non consente.
  12. Spedal.
  13. Allude alle opere pubbliche, alle quali i condannati s’impiegano.
  14. Eccetto noi. [Noi, s’intende, sanfedisti o centurioni. Dei quali il Farini dice che erano “privilegiati di portar armi,„ e “sangue sitivano sotto l’imagine di Maria
    e del vicario di Cristo.„ Op. e vol. cit., pag. 68-69.]
  15. In tanto sconvolgimento di cose.
  16. Se portiamo.