L'amor coniugale e le poesie d'argomento affine/Poesie d'argomento affine/I

I. “Quinquennio”

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Poesie d'argomento affine Poesie d'argomento affine - II
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I

QUINQUENNIO

AVVIAMENTO ALL’EDUCAZIONE E ALLA FEDE

(Il figlio Quinquennio e la madre Pelvina)

[1474]1


quinquennio


Dimmi, mamma Pelvina, cos’è questo forte rumore?
Gemono forse l’uve nei tini sforzando le doghe?
Ahi, tra le nubi i lampi rosseggiano spessi e infocati!

pelvina


Nel seno mio t’ascondi, abbraccia tua madre, o mio bene,
non trepidar: gli dèi ai fuochi geniali presenti5
stanno ed ardendo i pruni ci mondan le dolci castagne.
Esse di cener coperte sentito l’ardore del fuoco
scoppiano crepitando: da questo ne vengono i tuoni
ed il cader dei fuochi dispersi. La bella testina
scopri: gli dèi sen vanno: del fuoco non abbi paura.10

quinquennio


Povero me: già viene (da lungi conosco il suo passo)
ecco s’avanza l’Orco: che truce cipiglio, che denti!

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Scàccialo, mamma: non vedi che orride gambe? il suo capo
scuote ed à un’ispida barba sul mento: oh scàccialo, mamma!

pelvina


Va’ via, zoppo, cattivo! che vuoi da questo mio bimbo?15
Esso la notte dorme, e il giorno non piange: Va’ via,
va’ nei deserti e di fave la fame smodata ti sazia!

quinquennio


È ver, mamma, ch’ei scuote la mazza drizzando gli orecchi?

pelvina


No, bimbo mio, nell’antro l’ò chiuso e il bastone gli ò tolto.

quinquennio


L’ài ben legato?

pelvina


Con solide funi, o tesoro.20

quinquennio


Ora t’abbraccio, o mamma, e prènditi tutti i miei baci.

pelvina


Come son dolci i tuoi baci! Quinquennio, dammene ancora.

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quinquennio


Eccoli. Ed ora dimmi, o mamma, quest’Orco chi è mai?
È forse un Dio?

pelvina


Sí, caro, un nume maligno che i bimbi
feroce assale e giorno e notte com’ombra va intorno,25
ombra dentivorace, orribile, e porta un bastone
e con la destra afferra, ghermisce coll’unghie e divora
tutti quei bimbi che fanno il giorno la mamma impazzire,
schifano il latte e piangon la notte: ma con la sua coda
buono accarezza quelli che a mamma sorridono e in seno30
alla nutrice dormono e prendon l’assenzio col miele.
Che se poi prendono il seme di cavolo,2 a questi egli dona
un uccellino di nido, o quella gentile colomba
dal variopinto collo, che un giorno promesso ti aveva.

quinquennio


E avea promesso ancora un bel biscottino spalmato35
di miele!

pelvina


E lo darà. Cosí di buon cuore è quel dio,
e tanto ci vuol bene!

quinquennio


Ma spiegami, mamma, chi è.

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pelvina


Quello che il tenero fiore del latte ci dà a colazione,
quando con mamma il bimbo sta buono e vuol bene alla balia.
Quel che le mele dolci ai bimbi e le gialle focacce40
dona se l’alfabeto imparano e l’esili rime.

quinquennio


E mi darà le fragole ed un panierin di ciliege
se starò buono domani a scuola con gli altri compagni?

pelvina


Sí, e fichi secchi pure, e i sorbi e le noci e i pignoli
e le mele cidonie ripiene di succo sí dolce.45
E insiem le prugne secche e tórte e focacce e biscotti.

quinquennio


È forse, mamma, questo che dà al sacerdote che canta
il pane e il vin col miele e l’uovo da bere?

pelvina


E gli dà
anche i bei polli: vuole che siano bei grassi i suoi servi.
E ti darà le nocciòle, i fichi e l’uva ancor fresca50
tutte le volte che al tempio andrai a pregare e dirai
parole buone.

quinquennio


Io voglio la gazza e la tortora in gabbia,
e il campanello che suona durante le sacre funzioni
quando il prete è all’altare.

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pelvina


Ed anzi vi aggiungo io stessa
aranci maturi anzi tempo col ramo lor verde: purché55
tu alla nutrice il grembo non abbia bagnato stanotte,
ad Unctilia che diedeti il latte quand’eri piccino.
Ora che sei grandicello ti devi di ciò vergognare.

quinquennio


Mamma, non t’arrabbiare con me: la colpa è del sonno.
Spesso nell’ombra mi pare d’andar coi compagni a diporto60
o di nuotar sul lido o prendere gli agili pesci
nella rete e lasciarli di nuovo guizzare nell’acqua.
Mi sembra di tuffarmi e molle riuscire dall’onde,
rorido il corpo di stille. Di questo compiacimi, o mamma,
prega che questo Dio mi svegli e il vasino mi porga:65
gli cederei per questo i fichi e la dolce focaccia.

pelvina


Ma, piccino, quel dio non à fame e non s’occupa affatto
del tuo vasino. Prendi i doni ma prendi anche i semi
che ti guariscon dal troppo fluir dell’umore.
Se no, quel dio feroce col duro flagel ti spaventa.70
Vola esplorando se mai un bimbo i suoi lini à macchiato,
e porta nelle mani ben dieci fascetti d’ortica.
Batte con lo scudiscio e involge col nero mantello
quello che bagna il letto e con la sua bocca lo inghiotte.
Ma pur si rabbonisce e chiude le orribili fauci75
quando stai buono e il capo mi porgi e ravviarti i capelli
io posso e pettinarti per bene e pulirti dai lèndini.
Ei seco porta una fune raccolta intorno al suo capo,

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con quella il bimbo lega, su spiaggia deserta lo espone,
e con tonante voce invita le foche a mangiarlo.80
Perciò, caro mio bene, abbracciami il capo, ti posa
su questo seno e chiudi le ciglia e prova a dormire.

quinquennio


E mi farai ancora carezze, i tuoi versi cantando?

pelvina


Sí, canterò, o tesoro: e presso la cuna una nenia
modulerò: mi ascolta, e i neri tuoi occhi nascondi.85


Note

  1. Per le somiglianze che à con le nenie, quest’egloga (VIa nell’edizione Soldati) ai riferisce certo a Lucietto che, nato nel 1469, compiva i cinque anni appunto nel 1474. Nelle nenie il bimbo è ancora infans, ma qui egli parla già.
  2. Il seme di brasicula, (cavolo?) che, come piú sotto è asserito, è ottimo per guarire i bimbi da certa debolezza degli sfinteri urici.