L'aes grave del Museo Kircheriano/A' Coltivatori della scienza delle antiche monete
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | L'aes grave del Museo Kircheriano | Prefazione | ► |
A’ COLTIVATORI
DELLA SCIENZA
DELLE ANTICHE MONETE
Il principale oggetto degli studj vostri numismatici egli è certamente quello d’inoltrarvi con l’ajuto delle monete il più addentro possibile nella cognizione della geografia e della storia degli antichi popoli. Perciò tanto più da voi si apprezzano cotali monumenti, quanto sono più scarse le notizie che intorno a’ loro autori ci sono state tramandate dagli scrittori dell’antichità.
Egli è gran tempo che non v’è stato recato alle mani un medagliere, che meglio del nostro si meriti per siffatto titolo la vostra considerazione. Non sono più che dugentoventi le vere varietà di monete che lo compongono: ma quando guardiate all’arte di cui sono opera, a’ tempi a’ quali rimontano, a’ popoli e alle città di cui sono insegne, troverete che questo medesimo scarso numero non è in esse un picciol pregio.
Sono opera della fusione; rozzo artifizio ove si metta a confronto dell’eccellenza de’ conj, a cui l’umano ingegno seppe dipoi sollevare la moneta, ma pure non ispregevole ove si consideri, ch’era questa forse la sola scala per cui salire a tanto innalzamento. Sono per la maggior parte sfornite d’iscrizioni, dalle quali si riconoscano le patrie loro diverse e i diversi autori: ma perciò stesso meglio idonee ad eccitare la perspicacia degl’ingegni vostri, e a farvi trovare altronde il modo con che supplire a tanto difetto. Sono tutte di popoli dell’Italia media, di molti de’ quali non apparisce finora abbastanza chiaro se abbiano avuta mai moneta propria, nè si hanno monumenti certi, da’ quali riconoscere almeno in parte la condizion primitiva della loro civiltà e della loro vita. Non sarà piccolo il contento vostro nel vedere che può pure da queste monete trarsi un qualche raggio di luce a diradare l’oscurità in che si giacciono avvolti que’ tempi e quelle nazioni.
Avevamo da principio deliberato d’offerire con scrupolosa fedeltà allo studio vostro questa preziosa serie di monumenti, senza accompagnarli a nostre osservazioni e ragionamenti. Così l’argomento sarebbe venuto intatto nelle vostre mani; e noi ci saremmo sottratti alle altrui censure. Ma neppure alla virtù vostra sarebbono forse stati facili a superarsi gli ostacoli che fin dalle prime mosse incontrati avreste, se vi avessimo tenuta nascosta anche la storia de’ particolari trovamenti e delle località diverse delle monete: da’ quali indizj, come ben vi è noto, dipende talora unicamente la loro illustrazione.
Se non che nello scrivere cotali storie non abbiam saputo tenerci entro i limiti della sola narrazione. V’abbiamo aggiunti confronti, e co’ confronti il ragionamento; e sparse v’abbiamo in molta copia le nostre congetture, quasi per tentare l’illustrazione di ciascuna moneta. Necessarj erano anche questi tentativi per incominciare a gittar le fondamenta della scienza dell’aes grave: o dovevam porci noi all’ardua e pericolosa pruova, o lasciar che altri ci aprisse la via. Il nostro amor proprio prescelto avrebbe il secondo partito, e avrebbe voluto aspettare di prender lume dall’altrui dottrina: ma una ferma fiducia ci riprometteva dalla gentilezza de’ vostri animi quella discreta accoglienza, di cui non è mai immeritevole chi con proprio pericolo si adopera ad allargare i confini delle umane scienze. Che se a qualcun tra voi il parlar nostro paresse presuntuoso di troppo, e dettato col tuono di chi definisce e giudica; non facciano costoro alcun conto del materialismo delle parole, ma s’attengano alla protesta che facciam qui una volta per sempre, che l’intenzion nostra cioè non è che quella del congetturare. Niuno perciò si ponga in arnese di battaglia per combattere contro la nostra dialettica. Basterà che ci venga accennata l’insussistenza de’ nostri argomenti; e noi medesimi in faccia al publico ci recheremo a sostituire a’ nostri errori l’altrui ragione.
Tra non molto dovremo ritornare su questo argomento per publicare un qualche quinipondio quadrato e dare a conoscere per quanto da noi si può in tutta la sua estensione l’antico aes grave. Vorremmo arricchire quest’appendice non pure delle emendazioni che dalla vostra critica ed erudizione ci verranno proposte, ma eziandio di molt’altre monete, le quali tenute finora occulte alle nostre ricerche, sono pur conosciute da molti fra voi e fors’anche da voi possedute. Troverete in più luoghi di questi fogli la grata ed onorevole menzione di quegl’italiani, e stranieri che hanno concorso a rendere meno imperfetto il presente lavoro. Faremo anche in appresso che niuno abbia a desiderare la nostra riconoscenza. V’è già tra gli stranieri chi rintraccia fuori d’Italia o monete o impronte di monete per il perfezionamento di questa nobilissima parte di numismatica. Speriamo che gl’italiani animati dall’amore delle patrie glorie non vorranno mostrarcisi meno liberali. Vivete felici.
Dal Museo Kircheriano 1. Giugno 1839.
GIUSEPPE MARCHI e PIETRO TESSIERI
della compagnia di gesu’