L'Isottèo/Ballata e sestina della lontananza/Ballata
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Gabriele D'Annunzio - L'Isottèo (1886)
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BALLATA.
Ora è muto il selvaggio paradiso
già costumato a la tua signoria.
Dov’è la voce onde l’anima mia
e la selva tremavan d’improvviso?
5Pavidi, in tra la selva umida e fresca,
correano a quella voce i cavriuoli.
Splendean miti ed umani
li occhi a l’ombra in guardarti; ed i figliuoli,
alti e biondetti, sen veníano a l’esca
10de ’l cibo, come a ’l pan giovini cani.
Forte ridevi tu quando a le mani
i lor teneri denti
ti mordevan con piani incitamenti.
Tra la fronda eran queti li usignuoli
15ed i frassini intenti
ascoltavan salire il dolce riso.