L'Incoronazione
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Mantenga Dio lo stomaco e gli artigli:
Di coronate volpi e di conigli
4Minor caterva
Intorno a lui s’agglomera; e le chiome
Porgendo, grida al tosator sovrano:
‘ Noi toseremo di seconda mano.
8Babbo, in tuo nome.’
Vedi i ginocchi insudiciar primiero
Il Savoiardo di rimorsi giallo,
Quei che purgò di gloria un breve fallo
12Al Trocadero.
O Carbonari, è il Duca vostro, è desso
Che al palco e al duro carcere v’ha tratti;
Ei regalmente del ventuno i patti
16Mantiene adesso.
Colla clamide il suol dietro gli spazza
Il Lazzarone, paladino infermo:
Non volge l’anno, in lui sentì Palermo
20La vecchia razza.
Di tant’armi che fai, re Sacripante?
Sfondar ti pensi il Cielo con un pugno?
Smetti, scimmia d’eroi, t’accusa il grugno
24Di Zoccolante.
Il Toscano Morfeo vien lemme lemme
Di papaveri cinto e di lattuga,
Che per la smania d’eternarsi asciuga
28Tasche e maremme.
Co’ tribunali e co’ catasti annaspa:
E benchè snervi i popoli col sonno,
Quando si sogna d’imitare il nonno,
32Qualcosa raspa.
Sfacciatamente degradata torna
Alle fischiate di sì reo concorso
Lei che l’esilio consolò del Côrso
36D’austriache corna.
Hare in tanta serietà si mesce
Di Lucca il protestante Don Giovanni,
Che non è nella lista de’ tiranni
40Carne nè pesce.
Nè il Rogantin di Modena vi manca,
Che avendo a trono un guscio di castagna,
Come se fosse il Conte di Culagna,
44Tra i re s’imbranca.
Roghi e mannaie macchinando, vuole
Con derise polemiche indigeste,
Sguaiato Giosuè di casa d’Este,
48Fermare il sole.
Solo a Roma riman papa Gregorio,
Fatto zimbello delle genti Ausonie.
Il turbin dell’età, nelle colonie
52Del Purgatorio
Dell’indulgenze insterilì la zolla
Che già produsse il fior dello zecchino.
Or la bara infruttifera il becchino
56Neppur satolla.
D’Arpie poi scese una diversa pêste
Nel santuario a dar l’ultimo sacco:
O vendetta d’Iddio! pesta il Cosacco
60Di Pier la veste.
O destinato a mantener vivace
Dell’albero di Cristo il santo stelo,
La ricca povertà dell’evangelo
64Riprendi in pace.
Strazi altri il corpo; non voler tu l’alma
Calcarci a terra col tuo doppio giogo:
Se muor la speme che al di là del rogo
68S’affissa in calma,
Vedi sgomento ruinare al fondo
D’ogni miseria l’uom che più non crede;
Ahi! vedi in traccia di novella fede
72Smarrirsi il mondo.
Tu sotto l’ombra di modesti panni
I dubitanti miseri raccogli:
Prima a te stesso la maschera togli,
76Quindi ai tiranni.
Chè se pur badi a vender l’anatema
E il labbro accosti al vaso dei potenti,
Ben altra voce all’affollate genti:
80‘ Quel dïadema
Non è, non è,’ dirà, ‘ de’ santi chiodi,
Come diffuse popolar delirio:
Cristo l’armi non dà del suo martirio
84Per tesser frodi.
Del vomere non è per cui risuona
Alta la fama degli antichi padri:
È settentrïonal spada di ladri
88Torta in corona.
O latin seme, a chi stai genuflesso?
Quei che ti schiaccia è di color l’erede:
È la catena che ti suona al piede
92Del ferro istesso.
Or via, poichè accorreste in tanta schiera,
Piombate addosso al mercenario sgherro,
Sugli occhi all’oppressor baleni un ferro
96D’altra miniera;
Della miniera che vi diè le spade
Quando nell’ira mieteste a Legnano
Barbare torme, come falce al piano
100Campo di biade.’
Ahi che mi guarda il popolo in cagnesco,
Mentre, alle pugne simulate volto,
Stolidi viva prodiga al raccolto
104Stormo tedesco!
Il popol no: la rea ciurma briaca
D’ozio, imbestiata in leggiadrie bastarde
Che cola, ingombro, alle città lombarde
108Fatte cloaca:
Per falsi allori e per servil tïara
Comprati mimi; e ciondoli e livree
Patrizie diplomatiche e plebee
112Lordate a gara;
E d’ambo i sessi adulteri vaganti,
Frollati per canizie anticipata;
E con foia d’amor galvanizzata
116Nonni eleganti;
Simili al pazzo che col pugno uccide
Chi lo soccorre di pietà commosso,
E della veste che gli brucia addosso
120Festeggia e ride.