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GIUSEPPE GIUSTI
O destinato a mantener vivace
Dell’albero di Cristo il santo stelo,
La ricca povertà dell’evangelo
64Riprendi in pace.
Strazi altri il corpo; non voler tu l’alma
Calcarci a terra col tuo doppio giogo:
Se muor la speme che al di là del rogo
68S’affissa in calma,
Vedi sgomento ruinare al fondo
D’ogni miseria l’uom che più non crede;
Ahi! vedi in traccia di novella fede
72Smarrirsi il mondo.
Tu sotto l’ombra di modesti panni
I dubitanti miseri raccogli:
Prima a te stesso la maschera togli,
76Quindi ai tiranni.
Chè se pur badi a vender l’anatema
E il labbro accosti al vaso dei potenti,
Ben altra voce all’affollate genti:
80‘ Quel dïadema
Non è, non è,’ dirà, ‘ de’ santi chiodi,
Come diffuse popolar delirio:
Cristo l’armi non dà del suo martirio
84Per tesser frodi.
Del vomere non è per cui risuona
Alta la fama degli antichi padri:
È settentrïonal spada di ladri
88Torta in corona.
O latin seme, a chi stai genuflesso?
Quei che ti schiaccia è di color l’erede:
È la catena che ti suona al piede
92Del ferro istesso.
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