Istruzioni elementari (1760)/Libro II - II - I - II

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OSSERVAZIONE   I.

Della Colonna


C
Ome parte primaria, ch'ella si è la Colonna, di quante ve n'ha nell'Ordine, vuole dell'Ordine stesso esser pur anco quale principal distintivo considerata, perchè essendo la natura delle di lei prerogative quella, da cui la scielta dipende delle proporzioni, e de' membri, de' quali deve l'ordine venire composto, consta dovere non già la Colonna dalla Trabeazione, e dal Piedistallo, ma questi dalla Colonna la qualità loro desumere.

Su due prerogative fra loro diverse, robustezza, e delicatezza, quasi su due cardini fra loro opposti, s'aggira la varia costituzione delle Colonne. Propria naturalmente è la robustezza della Colonna, che destinata essendo a reggere grave peso, deve di sua natura dimostrare sodezza, ed all'incontro alla delicatezza di sua natura quella s'attiene, che posta venendo in opera per fasto più tosto, che per necessità di sostegno, prestar vuole all'Edificio leggiadro, e maestoso decoro; rimanendosi nel mezzo fra esse due prerogative la Colonna, che deve insieme far mostra di nobiltà, e di sodezza. Non v'ha poi già chi non sappia quella esser fra le Colonne maggiormente robuste, la cui altezza è minore rispettivamente al suo diametro; ed all'opposto quela essere più dell'altre dilicata, che il proprio diametro maggiormente ecceda in altezza.

La proporzione dunque, che fra l'altezza passa, e la grossezza della Colonna è quella, che il grado ne distingue della solidità, ovver della gentilezza. E perchè convenire non possono colla gravità della sodezza gli ornamenti dilicati, e leggieri, nè colla delicatezza i sodi, e pesanti; ma devonsi quelli alle Colonne dilicate, questi alle robuste adattare, perciò ne siegue, che, oltre la proporzione, gli ornamenti stessi, che loro son proprj, abbiano a servire di mezzo, per quello distinguere nella varia loro costituzione, e natura.

Diverse proporzioni secondo i varj accidenti vi applicarono gli Antichi, dando ad esse quell'altezza, che parve loro più conveniente: ma più dilicato resosi il gusto ne' Posteri, senza detrimento di quanto dalla ragione esiger possano le leggi della sodezza, con qualche aumento, che lor diedero in altezza, a quel segno, ciascuna nella sua specie, le portarono, in cui a' giorni nostri si vedono.

Ora passando dalle proporzioni ai loro ornamenti, tre specie di Capitelli affatto l'uno dall'altro diversi ci si fanno a considerare. Tiene la prima di esse la forma quasi d'un vaso, od urna cineraria: rappresenta la seconda quasi un lungo origliere in forma spirale ai due capi raccolto, ed esistente sovra una corona d'Encarpi: formasi la terza d'un ben ordinato contesto di caulicoli, e foglie le une su le altre a più giri regolarmente disposte, ad ognuna di tali specie sovrapposta vi sta una tavola di forma, rispetto alle due prime, perfettamente quadra; e riguardo alla terza, a' quattro lati sinuosi terminando in angolo smuzzato. Fu la prima delle dette tre specie di Capitelli, come più soda, attribuita alle Colonne di specie robusta, cioè alle Doriche, e Toscane: fu la seconda, come più morbida della prima, assegnata alle Joniche: e servì la terza, come più gentile, e graziosa, ad ornare le Corinthie, e susseguentemente poi anco a lor somiglianza le Composite. Ove è da notare che ritenendo queste presso che in tutto la forma, e tutte affatto le proporzioni delle Corinthie, non può a meno (rigorosamente parlando) che Corinthie di specie anch'esse non siano. La qual cosa pressocche in tutto accadendo nel Toscano, rispetto al Dorico, ne siegue che, in buona e stretta ragione, tre sole siano le specie delle Colonne, e degli Ordini; maschile e tutta robustezza la prima, destinata al sostegno de' più pesanti Edifizj; vaga e gentile l'altra, inserviente al fasto ed alla magnificenza più tosto, che al regime di grave peso; mezzana finalmente in tal prerogative la terza, come quella, che al reggime del peso, ed al lusso egualmente è destinata a servire.

Rispetto alle generali prerogative delle Colonne, convien notare propria esser loro la forma rotonda per più ragioni: primo; perchè tale forma le rende più d'ogni altra robusta: secondo; perchè le conferisce questa a preferenza d'ogni altra maggiormente di grazia: terzo, perchè tale è la forma naturale de' stipiti degli Alberi, dalla cui imitazione n'è l'idea, e l'instituzion derivata. Devono inoltre le Colonne venir per ogni parte nell'ascesa loro insensibilmente diminuite di grossezza: ma non deve già tal diminuzione cominciare dal piede, ed andar successivamente fin alla cima proseguendo; benchè paja che tanto insegnar ci voglia la Natura colla piramidale decrescenza da essa praticata nella constituzione dello stipite degli Alberi, e tali siano le Joniche nel Teatro di Marcello; perchè, oltre il non vedersi tal cosa comunemente praticata dagli Architetti, priva andarebbe la Colonna di quella grazia, che viene ella ad avere, principiandone la diminuzione dal di lei primo terzo, che è la maniera, come maggiormente plausibile, da tutti universalmente praticata.

Trattando Vitruvio al lib. 3. cap. 2. delle Colonne, sul riflesso, che gli oggetti, quanto più dall'occhio s'allontanano, tanto più naturalmente perdono in apparenza della loro grandezza insegna come si abbiano secondo la varia loro altezza a diminuire dicendo: Se la Colonna sarà alta dal menomo al sino a piedi quindeci (convien intendere piedi antichi Romani), si diminuirà in cima d'un sesto del di lei diametro d'abbasso; se alta sarà da piedi quindeci in venti, si diminuerà d'una delle sei parti, e mezza di detto diametro; se da piedi venti in trenta, si farà la di lei diminuzione d'un settimo; se da piedi trenta in quaranta, dovrà ella decrescere una delle sette parti, e mezza dello stesso diametro; se finalmente alta ella sarà da piedi quaranta in cinquanta, l'ottava parte d'esso diametro esser dovrà la di lei diminuzione; e così anderassi a proporzione nelle maggiori altezze scemando. In ciò però io ad imitazione di Vignola diversamente procedendo, adatterò alle Colonne, come a' luoghi suoi si vedrà, le misure, e proporzioni, che a ciascuna delle specie loro convengono, e quali si suole, che all'occhio appajano, riserbandomi di ragionare appresso in generale della maniera, che praticar si dovrà per proporzionare la grandezza assoluta degli oggetti alla distanza loro dall'occhio; affinchè vengano, secondo la varietà degli accidenti, a ricevere la pretesa apparenza.

Devono poi le Colonne venir collocate in modo, che l'asse loro resti perpendicolare sovra il piano orizontale, su cui hanno a insistere, per esser questa la disposizione più conveniente ad un corpo, che regga peso, giusta le leggi della sodezza.

Devono medesimamente esser isolate, od almeno non tanto incassare ne' muri, che fuori per lo meno non ne restino i due terzi del loro diametro: perchè quanto più sono esse dal muro disgiunte, più libera mostra fanno del loro garbo, e meglio appajono fare il loro officio.

Qualora non si vogliano liscie, si possono elle in una, od in un'altra foggia secondo la varia loro specie ornare con scalanature, sendo queste l'ornamento naturalmente loro conveniente. Si fanno tal volta ritorte, o cinte d'un anello al loro terzo d'abbasso: ma tali usanze, come repugnanti alla natura di esse, non si devono facilmente imitare.

A tutte sottoponesi la Base, d'un modulo d'altezza: abbenchè anticamente non sia stata in più luoghi, come di già si è detto, adoperata nel Dorico.