Non fu, in questi travagli della città, solamente la famiglia degli Alberti offesa, ma con quella molti cittadini ammuniti e confinati furono, intra i quali fu Piero Benini, Matteo Alderotti, Giovanni e Francesco del Bene, Giovanni Benci, Andrea Adimari, e con questi gran numero di minori artefici: intra gli ammuniti furono i Covoni, i Benini i Rinucci, i Formiconi, i Corbizzi, i Mannelli e gli Alderotti. Era consuetudine creare la balia per un tempo; ma quelli cittadini, fatto ch’eglino avevono quello per che gli erano stati deputati, per onestà, ancora che il tempo non fusse venuto, rinunciavano. Parendo per tanto a quelli uomini avere sodisfatto allo stato, volevono, secondo il costume, rinunziare. Il che intendendo, molti corsono al Palagio armati, chiedendo che avanti alla renunzia, molti altri confinassero e ammunissero. Il che dispiacque assai a’ Signori; e con buone promesse tanto gli intrattennono che si feciono forti, e di poi operorono che la paura facesse loro posare quelle armi che la rabbia aveva fatte pigliare. Non di meno, per sodisfare in parte a sì rabbioso umore, e per torre agli artefici plebei più autorità, providdono che, dove gli avevono la terza parte degli onori, ne avessero la quarta; e acciò che sempre fussero de’ Signori duoi de’ più confidenti allo stato, dierono autorità al gonfaloniere di giustizia e quattro altri cittadini di fare una borsa di scelti de’ quali in ogni Signoria se ne traessi duoi.