Istorie fiorentine/Libro secondo/Capitolo 11

Libro secondo

Capitolo 11

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Era Firenze allora in assai mala condizione, perché la nobilità guelfa era diventata insolente e non temeva i magistrati; in modo che ciascuno dì si facevano assai omicidii e altre violenze, sanza essere puniti quegli che le commettevano, sendo da questo e quell’altro nobile favoriti. Pensorono per tanto i capi del popolo, per frenare questa insolenzia, che fusse bene rimettere i fuori usciti; il che dette occasione al Legato di riunire la città; e i Ghibellini tornorono. E in luogo de’ dodici governatori ne feciono quattordici, d’ogni parte sette, che governassero uno anno e avessero ad essere eletti dal papa. Stette Firenze in questo governo duoi anni, infino che venne al pontificato papa Martino, di nazione franzese, il quale restituì al re Carlo tutta quella autorità che da Niccola gli era stata tolta; talché subito risuscitorono in Toscana le parti, perché i Fiorentini presono l’armi contro al governatore dello Imperadore, e per privare del governo i Ghibellini e tenere i potenti in freno, ordinorono nuova forma di reggimento. Era l’anno 1282, e i corpi delle Arti, poi che fu dato loro i magistrati e le insegne, erano assai reputati; donde che quelli per la loro autorità ordinorono che, in luogo de’ quattordici, si creassero tre cittadini, che si chiamassero Priori, e stessero duoi mesi al governo della republica, e potessero essere popolani e grandi, purché fussero mercatanti o facessero arti. Ridussongli, dopo il primo magistrato, a sei, acciò che di qualunque sesto ne fusse uno, il quale numero si mantenne insino al 1342, che ridussono la città a quartieri e i Priori ad otto; non ostante che in quel mezzo di tempo alcuna volta, per qualche accidente, ne facessero dodici. Questo magistrato fu cagione, come con il tempo si vide, della rovina ne’ nobili, perché ne furono da il popolo per varii accidenti esclusi, e di poi sanza alcuno rispetto battuti; a che i nobili, nel principio, acconsentirono per non essere uniti, perché, desiderando troppo torre lo stato l’uno a l’altro, tutti lo perderono. Consegnorono a questo magistrato uno palagio, dove continuamente dimorasse, sendo prima consuetudine che i magistrati e i consigli per le chiese convenissero; e quello ancora con sergenti e altri ministri necessari onororono; e benché nel principio gli chiamassero solamente Priori, nondimeno di poi, per maggiore magnificenza, il nome de’ Signori gli aggiunsero. Stierono i Fiorentini dentro quieti alcun tempo; nel quale feciono la guerra con gli Aretini, per avere quegli cacciati i Guelfi, e in Campaldino felicemente gli vinsono. E crescendo la città di uomini e di ricchezze, parve ancora di accrescerla di mura, e le allargorono il suo cerchio in quel modo che al presente si vede, con ciò sia che prima il suo diametro fusse solamente quello spazio che contiene dal Ponte Vecchio infino a San Lorenzo.