Istorie fiorentine/Libro quarto/Capitolo 8

Libro quarto

Capitolo 8

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Confortati per tanto i cittadini dalla autorità sua, soldorono il conte Oddo figliuolo di Braccio, e gli dierono per governatore Niccolò Piccino, allievo di Braccio e più reputato che alcuno altro che sotto le insegne di quello avesse militato; e a quello aggiunsono altri condottieri, e degli spogliati ne rimessono alcuni a cavallo. Creorono venti cittadini a porre nuova gravezza; i quali, avendo preso animo per vedere i potenti cittadini sbattuti per la passata rotta, sanza avere loro alcuno rispetto gli aggravorono. Questa gravezza offese assai i cittadini grandi; i quali da principio, per parere più onesti, non si dolevono della gravezza loro, ma come ingiusta generalmente la biasimavano, e consigliavano che si dovesse fare uno sgravo. La qual cosa, cognosciuta da molti, fu loro ne’ Consigli impedita: donde, per fare sentire dalle opere la durezza di quella, e per farla odiare da molti, operorono che gli esattori con ogni acerbità la riscotessero, dando autorità loro di potere ammazzare qualunque contro a’ sergenti publici si difendesse. Di che nacquero molti tristi accidenti, per morte e ferite di cittadini; onde pareva che le parti venissero al sangue, e ciascuno prudente dubitava di qualche futuro male, non potendo gli uomini grandi, usi ad essere riguardati, sopportare di essere manomessi, e gli altri volendo che ugualmente ciascuno fusse aggravato. Molti per tanto de’ primi cittadini si ristrignevano insieme, e concludevono come gli era di necessità ripigliare lo stato; perché la poca diligenzia loro aveva dato animo agli uomini di riprendere le azioni publiche e fatto pigliare ardire a quelli che solieno essere capi della moltitudine. E avendo discorso queste cose infra loro più volte, deliberorono di rivedersi ad un tratto insieme tutti, e si ragunorono nella chiesa di Santo Stefano più di settanta cittadini, con licenza di messer Lorenzo Ridolfi e di Francesco Gianfigliazzi, i quali allora sedevano de’ Signori. Con costoro non convenne Giovanni de’ Medici; o che non vi fusse chiamato come sospetto, o che non vi volesse, come contrario alla opinione loro, intervenire.