Istorie fiorentine/Libro primo/Capitolo 3

Libro primo

Capitolo 3

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[p. 4 modifica] [p. 5 modifica]Italia, e ritornossi in Austria, dove si morì. Dopo la morte del quale Velamir re degli Ostrogoti, e gli altri capi delle altre nazioni presono le armi contro a Errico e Euric suoi figliuoli, e l’uno ammazzorono, e l’altro costrinsero con gli Unni a ripassare il Danubio, e ritornarsi nella patria loro; e gli Ostrogoti ed i Zepidi si posero in Pannonia, e gli Eruli e Turingi sopra la ripa di là dal Danubio si rimasono. Partito Attila di Italia, Valentiniano, imperadore occidentale, pensò di instaurare quella; e per essere più commodo a difenderla da’ barbari, abbandonò Roma e pose la sua sedia in Ravenna. Queste avversità che aveva avute lo imperio occidentale erano state cagione che lo imperadore, il quale in Gonstantinopoli abitava, aveva concesso molte volte la possessione di quello ad altri, come cosa piena di pericoli e di spesa; e molte volte ancora, sanza sua permissione, i Romani, vedendosi abbandonati, per difendersi, creavano per loro medesimi uno imperadore, o alcuno, per sua autorità, si usurpava lo imperio: come avvenne in questi tempi, che fu occupato da Massimo romano, dopo la morte di Valentiniano; e costrinse Eudossa stata moglie di quello, a prenderlo per marito. La quale, desiderosa di vendicare tale ingiuria, non potendo, nata di sangue imperiale, sopportare le nozze d’uno privato cittadino, confortò secretamente Genserico Re de’ Vandali Genserico Re de’ Vandali prende Roma. e signore di Affrica a venire in Italia, mostrandogli la facilità e la utilità dello acquisto. Il quale, allettato dalla preda, subito venne; e trovata abbandonata Roma, saccheggiò quella, dove stette 14. giorni; prese ancora, e saccheggiò più terre in Italia, e ripieno se e l’esercito suo di preda, se ne tornò in Affrica. I Romani, ritornati in Roma, sendo morto Massimo, creorono imperadore Avito romano. Di poi, dopo molte cose seguite in Italia e fuori, e dopo la morte di più imperadori, pervenne l’Imperio di Costantinopoli a Zenone, e quello di Roma a Oreste ed Augustulo suo figliuolo, i quali per inganno [p. 6 modifica]occuparono l’Imperio. E mentre che disegnavano tenerlo per forza, gli Eruli e i Turingi, i quali dissi essersi posti dopo la morte di Attila sopra la ripa di là dal Danubio, fatta lega insieme, sotto Odoacre loro capitano, vennono in Italia, e nei luoghi lasciati vacui da quelli vi entrarono i Longobardi, Longobardi. popoli medesimamente settentrionali, condotti da Godoogo loro re, i quali furono, come nel suo luogo direno, l’ultima peste di Italia. Venuto adunque Odeacre in Italia vinse e ammazzò Oreste propinquo a Pavia, e Augustulo si fuggì. Dopo la qual vittoria perchè Roma variasse con la potenza il titolo, si fece Odoacre lasciando il nome dello imperio chiamare re di Roma, e fu il primo che de’ capi de’ popoli che scorrevono allora il mondo, si posasse ad abitare in Italia; perchè gli altri, o per timore di non la potere tenere, per essere potuta dallo imperadore orientale facilmente soccorrere, o per altra occulta cagione, la avevano spogliata, e di poi cerco altri paesi per fermare la sedia loro.

Era pertanto in questi tempi l’Imperio antico Romano Stato dell’Imperio Romano sotto Zenone. ridotto sotto questi principi; Zenone regnando in Costantinopoli comandava a tutto l’Imperio Orinetale, gli Ostrogoti Mesia e Pannonia signoreggiavaano, i Visigoti Svevi ed Alani la Guascogna tenevano e la Spagna, I Vandali l’Affrica, i Franchi e Burgundi la Francia, gli Eruli e Turingi l’Italia. Era il regno degli Ostrogoti pervenuto a Teodorico nipote di Velamir, Teodorico Re degli Ostrogoti. il quale tenendo amicizia con Zenone Imperatore Orientale gli scrisse, come ai suoi Ostrogoti pareva cosa ingiusta, sendo superiori di virtù a tutti gli altri popoli, essere inferiori d’imperio, e come gli era impossibile potergli tenere ristretti dentro a termini di Pannonia; talchè veggendo come gli era necessario lasciare loro pigliar l’armi, e ire a cercare nuove terre, voleva prima farlo intendere a lui, acciocchè potesse provvedervi concedendo loro qualche paese, dove con sua buona grazia potessero più onestamente e con loro maggiore comodità