lire da tante parti, per avere meno nemici, cominciò ora con i Vandali, ora con i Franchi a fare accordi; le quali cose accrescevano la autorità e la potenzia dei barbari e quella dello Imperio diminuivano. Ne fu l’isola di Brettagna, la quale oggi si chiama Inghilterra, sicura da tanta rovina; perchè, temendo i Brettoni di quelli popoli che avevano occupata la Francia, e non vedendo come lo imperadore potesse difenderli, chiamorono in loro aiuto gli Angli, popoli di Germania. Presono gli Angli, sotto Vortigerio[Angli danno il nome all’Inghilterra.] loro re, la impresa, e prima gli difesono, di poi gli cacciorono della isola, e vi rimasono loro ad abitare, e dal nome loro la chiamarono Anglia. Ma gli abitatori di quella, sendo spogliati della patria loro, diventorono per la necessità feroci, e pensorono, ancora che non avessero potuto difendere il paese loro, di potere occupare quello d’altri. Passorono pertanto, colle famiglie loro il mare, e occuporono quelli luoghi che più propinqui alla marina trovarono, e dal nome loro chiamorono quel paese Brettagna. Gli Unni, i quali di sopra dicemmo avere occupata Pannonia, accozzatisi con altri popoli, detti Zepidi, Eruli, Turingi e Ostrogoti (che così si chiamano in quella lingua i Goti orientali), si mossono per cercare nuovi paesi; e non potendo entrare in Francia, che era dalle forze barbare difesa, ne vennono in Italia, sotto Attila loro re, il quale poco davanti, per essere solo nel regno,[Attila Re degli Unni in Italia.] aveva morto Bleda suo fratello; per la qual cosa diventato potentissimo, Andarico re de’ Zepidi, e Velamir re degli Ostrogoti rimasono come suoi subietti. Venuto adunque Attila in Italia, assediò Aquileia, dove stette, senza altro ostaculo, duoi anni; e nella obsidione di essa guastò tutto il paese allo intorno e disperse tutti gli abitatori di quello; il che, come nel suo luogo direno, dette principio alla città di Vinegia. Dopo la presa e rovina di Aquileia e di molte altre città, si volse verso Roma, dalla rovina della quale si astenne per i preghi del pontefice, la cui reverenzia potette tanto in Attila, che si uscì di I-