Ippolito/Terzo stasimo

../Terzo episodio

../Esodo IncludiIntestazione 29 giugno 2022 100% Da definire

Euripide - Ippolito (428 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1928)
Terzo stasimo
Terzo episodio Esodo


[p. 273 modifica]



coro
Strofe I

Sempre il pensiero dei Numi, qualora lo spirito m’occupa,
lungi ne tiene l’ambascia.
Ma questa speranza, nell’anima
chiusa, dilegua, se miro la sorte e gli eventi degli uomini,
ch’or da un lato, or dall’altro si volgono,
perché con errore molteplice
tramutan lor vita gli effímeri.

Antistrofe I
Deh, quello che invoco, volessero i Numi concedermi:
viver con sorte prospera,
con cuor non turbato dall’ansia!
Fama vorrei né troppo superba, né troppo spregevole;
ma, costumi adottando, che facili
si adattino ai giorni cangevoli,
felice vorrei sempre vivere.

Strofe II
Calmo non serbo il mio spirito dinanzi all’evento inatteso
quando l’astro piú fulgido io miro

[p. 274 modifica]

d’Atene, de l’Ellade tutta,
per l’ira del padre, lo miro
fuggiasco in estranëa terra.
O sabbie dei patrii frangenti,
o montane foreste, dov’egli
con cagne veloci, le fiere
cacciava; e Dittinna era seco!

Antistrofe II
Piú non sarà che dei veneti
corsieri le coppie ci sospinga,
nello stadio di Limna agitando
il pie’ dei corsieri: la Musa,
che mai non dormia su le corde,
tacerà ne la casa paterna:
nell’ombre dei boschi, staranno
senza serti i refugi d’Artèmide:
col tuo bando, finita è la gara,
per le nozze con te, delle vergini.

Epodo
La tua ventura, il fato intollerabile,
lagrimando, io partecipo.
O madre, o madre misera,
che vita invan gli desti!
Ahimè, ahimè, mi cruccio coi Celesti.
Ahimè, ahimè, consessi delle Càriti,
e voi lontano
mandate il giovinetto
che immune è d’ogni macchia,
dalla sua patria, dal paterno tetto?