Io porto, ahimè, trafitto il manco lato
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III
Io porto, ahimè, trafitto il manco lato
D’un dardo il più crudel ch’avesse Amore
Poichè nulla scoprìa d’aspro rigore,
Ma di cara dolcezza era temprato.
5Dolce mi giunse, e dolce ha il sen piagato,
Ma quanto dolce più, più crudo al core:
Mentre fra duolo e speme, i giorni e l’ore
Traggo, or misera, or lieta in dubbio stato.
Fora meglio, per me, se con fierezza
10Tutt’impiombava Amor gli strali, ond’io
Per aspra ardessi e rigida bellezza:
Chè così col destino acerbo e rio
Or non avrei più guerra, e sua durezza
Avrei vinta col fin viver mio.