Invan lusinghimi
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Questo testo fa parte della raccolta Canzonette di Gabriello Chiabrera
XXXVII
Non vuole più amare la sua Diva.
Invan lusinghimi,
Invan minaccimi,
Figlio di Venere;
Quel giogo impostomi
5Dolce, o spiacevole,
lo più nol vo’.
Mostro del Tartaro,
Mostro dell’Erebo,
Cui di ree vipere
10Nudri Tesifone,
Quel giogo impostomi
Nol vo’ più, no.
Oggi mai liberi
Vo’, che si veggano
15I piè trascorrere;
L’orme ingratissime
Dell’empia Fillide
Non cercherò.
Più sue superbie
20Non piangerannosi,
Sorga Lucifero,
O ritorni Espero,
Io senza lagrime
Il mirerò.
25Distrutti spiriti,
E cor di cenere,
Gioire apprendasi:
Assai la perfida,
Che fu nostr’Idolo,
30Ci tormentò.