In portineria (dramma)/Atto primo

Atto primo

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Personaggi Atto secondo

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ATTO PRIMO.

La corte di una vecchia casa. A destra la tromba del pozzo, a sinistra la porta di un magazzino, in fondo il portico e l’androne. Sotto il portico, a destra, l’uscio a vetri della portineria, a sinistra la scala, in mezzo il cancello dell’androne. Al di là del cancello, a destra, l’uscio per cui si entra in portineria, in fondo la porta che dà sulla strada.

Sull’imbrunire. Nella via passa di tanto in tanto della gente, e cominciano ad accendere i lampioni. Si ode la Luisina strillare: Secolo! Pungolo! Corriere della sera!

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SCENA PRIMA.

Giuseppina e Luisina.

Giuseppina.

(attraversando il portico, dalla sinistra, e chiamando verso la portineria).

Ehi, Màlia, è ora di accendere il gas.

Luisina.

(venendo dalla strada, in fondo).

Pungolo e Corriere! — Sora Giuseppina? Ehi, sora Giuseppina?

Giuseppina.

Ehi?

Luisina.

(passandole i giornali attraverso il cancello).

Ecco! (sottovoce) Badi poi che la sua Gilda c’è un certo tizio che le corre dietro.

Giuseppina.

La Gilda? Oh, Madonna! [p. 63 modifica]

Luisina.

Sicuro! Li ho visti vicino al ponte, che essa gli faceva una gran scena! ed era fuori della grazia di Dio! Parlava di buttarsi nel naviglio, nientemeno!

Giuseppina.

Ah, Signore! Cosa viene a dirmi!...

Luisina.

Alle volte, non si sa mai.... È meglio aprirle gli occhi. Dico bene?

Giuseppina.

La ringrazio, sora Luisina.

Luisina.

Siamo mamme, cara lei! Però mi raccomando, non mi tradisca! (esce strillando). Secolo! Pungolo! Corriere della sera! [p. 64 modifica]

SCENA II.

Màlia e Giuseppina; indi il Postino
e poi Carlini.

Màlia.

(venendo in corte dalla portineria,
collo streghino acceso).

Mamma, anche la scala?

Giuseppina.

Sì, Sì.... (brontolando tra sè). Ora l’accomodo io!

Il Postino.

(dalla porta di strada, in fondo).

Posta! (entra in portineria dall’uscio al di là del cancello, mentre Giuseppina vi entra da quello sotto il portico).

Carlini.

(uscendo dal magazzino, e andando a lavarsi
le mani alla fontanella della tromba).

Oh, sora Malia!... buona sera! [p. 65 modifica]

Màlia

(con un sorriso dolce e timido).

Buona sera, sor Carlini.

Carlini.

Bene, bene! Adesso va meglio, eh? Vedo che comincia a uscir di casa....(asciugandosi le mani col fazzoletto) Vuole che l’aiuti?

Màlia.

No, grazie.... non si incomodi....

Carlini

(togliendole lo streghino di mano)

Lasci fare, lasci fare a me (accende il lampione sotto il portico)

Postino

(nell’andarsene, dall’androne, verso la portineria).

Io non ne so nulla, cara lei. Le mettono alla posta, e noi le portiamo, (esce)

Màlia.

Grazie della gentilezza, sor Carlini!... Grazie tante.

Carlini.

Niente, niente. Son contento di vederla [p. 66 modifica]guarita. È un po’ pallida ancora, ma passerà.

Màlia

(con un sorriso triste.)

Sì, adesso sto meglio.... Il dottore dice che va meglio....

Carlini.

Bene, bene, mi fa tanto piacere.

Màlia

(timidamente affettuosa).

Dice davvero, sor Carlini?

Carlini.

Sì, proprio, di tutto cuore.

Màlia

(arrossendo e chinando il capo).

M’era parso invece.... che non gliene importasse più di me....

Carlini.

O cosa le viene in mente adesso?

Màlia.

Un pezzo che non si fa vedere, in casa!... [p. 67 modifica]

Carlini.

Che vuole?... tanto da fare nel magazzino!...

Malia.

Io lo vedo sempre, lì!...

Carlini.

Anch’io, anch’io.... Sua sorella però, non s’è vista tornare ancora!...

Màlia.

Tanto da fare dalla sarta anche lei, povera Gilda!

Carlini.

Vede, ho i miei fastidii!... Ciascuno ha i proprii fastidii in capo. Non voglio venire a seccar la gente anche!

Màlia.

Oh, che dice mai!...

Carlini.

Nulla.... non dico nulla.... Non glielo posso dire....

Màlia.

Tutti le vogliono bene qui, invece!... [p. 68 modifica]

Carlini.

Grazie, bontà sua. Vuol dire che lei è sempre la stessa.... Ma sua sorella, cos’ha, dica?...

Màlia.

Ma.... nulla.... non saprei....

Carlini.

Avrà i suoi fastidii anch’essa.... Prima non era così!...

Màlia

(guardandolo negli occhi, con un vago turbamento).

Perchè?...

Carlini.

Niente.... (offrendole un garofano che si è tolto dall’occhiello) Lo vuole questo fiore?

Màlia

(con effusione contenuta, facendosi rossa).

Oh, sor Carlini!... grazie!...

Carlini.

Lei è tanto buona!... si merita questo e altro!... Son proprio contento di vederla guarita!... [p. 69 modifica]

Màlia

(tra lieta e commossa, ma sempre timida e imbarazzata).

Lei piuttosto!... lei!... (odorando il garofano) Grazie!... Che bella sera!...

Carlini.

Ha fatto anche un bel caldo, oggi!

Màlia

(confusa, vedendo venir gente).

Riverisco, buonasera!... (scappa su per la scala)

SCENA III.

La Modella dalla porta di stradelia, Carlini al di qua del cancello; poi Giuseppina uscendo dalla portineria, e infine Assunta e Màlia dalla scala.

La Modella

(facendo capolino in portineria, dall’uscio al di là del cancello).

Di grazia, il sor Fiori, quello che fa il pittore?((pausa) Ha lasciato detto nulla, se venivano a cercarlo? (pausa) Partito!... [p. 70 modifica]così all’improvviso!... È un bel mobile! glielo mandi a dire! Un bel figuro! glielo mandi a dire, da parte della modella!... (se ne va sbattendo l’usciale della portineria)

Carlini.

Piss!... piss!...

La Modella

(voltandosi indispettita).

Stupido! (esce dalla porta in fondo)

Giuseppina

(venendo in corte della portineria.)

Va là! va là anche te!...

Carlini

(ridendo)

Roba di contrabbando, eh, sora Giuseppina?

Giuseppina.

Non me ne parli! Non me ne parli che è una vera porcheria! Tutto il giorno quella processione!... tanto che glielo dissi, a quel pittore delle mie ciabatte! Caro lei, questa è una casa onesta.... Lio due ragazze da marito.... [p. 71 modifica]

Carlini.

Ah, vede bene!...

Giuseppina.

E lui ora, mi pianta l’alloggio, vede!

Carlini.

Meglio! buon viaggio!

Giuseppina.

Sicuro! per quello che ci perdo!... cinque lirette appena, Natale e ferragosto, cascasse il mondo! e poi la mesata magra, stirare e far le stanze....

Carlini.

Però, scusi, alle volte.... la sora Gilda non doveva mandarla da un giovanotto a far le stanze....

Giuseppina.

La mandavo quand’era uscito! Non posso mica farmi in quattro! La Màlia in fondo a un letto.... la porta da guardare!... Però quando vidi che non ci era da fidarsi.... Bene, dissi bene! vuoi stare nella polvere e il sucidiume? bene! [p. 72 modifica]

Assunta

(scendendo dalla scala insieme alla Malia, col paniere delle bottiglie e una bugìa in mano.)


Le hanno scritte anche sul libro! Se manca una bottiglia c’è una scena. Vogliono anche la pelle!

Giuseppina.

Si diceva di quel pittore, sora Assunta! Seguita la processione anche dopo ch’è partito! Un’altra ch’è venuto a cercarlo, adesso!...

Assunta.

Una bella porcheria!

Giuseppina.

Dico bene! Con due ragazze che ci ho in casa!... (a Malia, bruscamente) Cosa Stai ad ascoltare?

Màlia

(mortificata).

Vado, mamma. (Rientra in portineria)

Assunta.

Una bella porcheria! Affittano a chicchessia per pigliare quei quattro soldi, e [p. 73 modifica] poi vogliono la pelle della gente di servizio!

Giuseppina.

E io? Con due ragazze che ho, e imparano la malizia!

Carlini.

Certo! specie la sora Gilda!

Giuseppina.

Perché? cos’ha da dire, lei?

Carlini

(mortificato.)

Io?... niente, scusi.

Giuseppina.

Perchè le piace figurare colle sue compagne? È naturale, alla sua età....

Carlini.

Scusi tanto; sarà benissimo. Lei è la mamma; ha da pensarci lei. (esce)

Assunta.

Il sor Carlini parla nel suo interesse; perchè le vuol bene, sora Giuseppina. [p. 74 modifica] Una bella ragazza come la Gilda.... Bisogna aprire gli occhi.

Giuseppina

(sospirando).

A chi lo dice, cara lei!

Assunta.

Con tanti sfaccendati che c’è intorno!...

Giuseppina.

A chi lo dice! a chi lo dice! Sapesse che pensiero!... Guardi un po’ adesso cosa mi succede!... che alla Gilda le ronzano già i mosconi intorno, e le mandano le lettere col bollino da cinque! (mostrandole la lettera che ha recato il postino)

Assunta.

Volevo ben dirle! Bisogna aprire gli occhi!

Giuseppina.

Guardi un po’ lei che ci vede meglio in questi sgorbi, (dandole la lettera) Glieli farò aprire io gli occhi! [p. 75 modifica]

Assunta

(leggendo tra sè la lettera).

Dice così, in sostanza, ch’è una stupida.... una brutta stupida, che non è altro, dice.... E si crede non so che cosa.... Ma quel bel mobile del suo spasimante ora la pianta col danno e le beffe, per tornarsene al suo paese, e ben gli stia!... Brutta sfacciata, che ne ha tanto piacere, lei.... quest’altra.... (restituendole la lettera) Dev’essere una donna che scrive.

Giuseppina.

Vede? Ah, Signore! Ora l’aggiusto io, appena torna a casa!

Assunta.

No, con prudenza, se no fa peggio. Che vuole? un visetto come quello della sua Gilda, che dà subito nell’occhio!...

Giuseppina.

Sì, non lo dico perchè è mia figlia; ma essa con uno straccetto di vestito figura meglio di una principessa.... Tutti risparmi [p. 76 modifica] delle sue mani, però; che suo padre, benedett’uomo, in casa non fa regnare un quattrino.

Assunta.

Badi, badi! Eccolo qui!

SCENA IV.

Battista e dette.


Battista

(venendo di fuori, dopo esser passato dalla portineria).

E così? non si desina oggi? La Gilda è ancora a spasso?

Giuseppina.

Ecco! Lui non vuol sapere altro! Chi ha i guai invece se li tenga!

Battista.

Che c’è? che c’è? [p. 77 modifica]

Giuseppina.

Niente e’è! A te cosa importa? che t’importa della moglie? che t’importa delle figliuole? Sempre fuori cogli amici! tutto il giorno dal Brusetti!...

Assunta.

Riverisco, riverisco, (riprende il paniere e la bugìa che ha lasciato sullo scalino, e scappa in cantina)

Battista.

Ho inteso! Riverisco anch’io! (per andarsene)

Giuseppina.

È questa la maniera?

Battista.

Vuoi proprio leticare? Io no, veh!

Giuseppina.

Tu no! Tu è meglio darti bel tempo fuori di casa! E chi ha da tribolare qui, ci stia.

Battista.

Hai finito? [p. 78 modifica]

Giuseppina.

Con due figliuole da maritare! Vergogna!

Battista.

Hai finito? Anche le figliuole da maritare adesso?

Giuseppina.

Vergogna! Non ci pensi neppure!...

Battista.

Devo andare intorno a cercare i mariti per le figliuole, anche? Devo pigliare pel collo la gente che passa?

Giuseppina.

No, no, non importa! Che se capita una disgrazia poi!...

Battista.

Ehi?

Giuseppina.

Sissignore! Non pensi che la Gilda è grandicella?... con tanti rompicolli che c’è intorno!... e anche qui, in casa!... [p. 79 modifica]

Battista.

Devo stare a covare le figliuole? Mi tocca fare il carabiniere anche?

Giuseppina.

No, non lo stare a fare il carabiniere Li chiamerai dopo i carabinieri, quando ti capita quel che ti meriti!

Battista.

Ehi! ehi, dico!

Giuseppina.

Tè! vuoi saperlo? A tua figlia cominciano a ronzarle i mosconi intorno!... Tè! piglia!

Battista.

Io? Io, piglio? Punto primo, la mia figliuola sa il suo dovere! punto secondo, se non lo sa glielo insegno io! Colle cattive glielo insegno! Non sono mica di quelli che chiudono gli occhi! I mosconi so scacciarmeli io di torno!... colle cattive, intendi?

Giuseppina.

Caro te, è inutile far lo spaccamonte [p. 80 modifica] qui, dietro il cancello! È inutile farmi gli occhiacci!

Battista.

Foss’anche Domeneddio, intendi? Farò una cosa che la metteranno sui giornali! La sora Gilda l’avrà da far con me!

SCENA V.

La Signora, venendo di fuori, poi Assunta dalla cantina e detti.

La Signora.

Cos’è, Battista? cos’è questo chiasso? Vi par d’essere all’osteria?

Battista

(cavandosi il berretto).

Scusi tanto, sora padrona!... mia moglie, qui, che mi diceva....

La Signora.

Bella maniera! Badate piuttosto che [p. 81 modifica] stasera aspetto gente. Venite di sopra, a dare una mano, qualcuno di voi.

Battista.

Sissignora, subito, (la Signora va su per la scala. Battista buttando il berretto a terra) È una galera, tale e quale!

Assunta.

Cos’è stato, sor Battista?

Battista.

Nulla, mi lasci crepare, (esce di casa)

Assunta.

Che c’è, sora Giuseppina?

Giuseppina.

Ecco il bel costrutto, con lui! Chi ha i fastidi se li tenga, e se gliene parlano poi, ecco che monta in furia!

Assunta.

Gli ha detto qualche cosa?

Giuseppina.

Eh, cosa vuole che gli dica? Lui altro che gridare non sa! Più tardi ci sarà l’inferno, colla Gilda! [p. 82 modifica]

Assunta.

Senta.... perchè non la marita?

Giuseppina.

Magari maritarla! ma trovare con chi poi....

Assunta.

Scusi, e il sor Carlini perchè le bazzica in casa?

Giuseppina.

Quello è per la Màlia. Un pezzo che me ne sono accorta.

Assunta.

No, sora Giuseppina, adesso è per la Gilda. Anzi si lamenta di lei, che non è più quella di prima.

Giuseppina.

O Madonna! Cosa mi viene a dire?

Assunta.

Sicuro, lo so di positivo.

Giuseppina.

E la Màlia che se l’era messo in testa!... [p. 83 modifica]

Assunta.

Sta a vedere se lui poi....

Giuseppina.

Sì, sì, anche lui! Veniva ogni sera, mentre era malata....

Assunta.

Veniva per la Gilda, cara lei!

Giuseppina.

No, no. Faccio finta di niente, ma ci vedo!

Assunta.

Bene, sarà come dice lei. Vuol dire che vicino a quell’altra poi....

Giuseppina.

È una bella porcheria!

Assunta.

Son cose che succedono, sora Giuseppina!

Giuseppina.

Sarà benissimo, ma è una bella porcheria! [p. 84 modifica]

Assunta.

E poi.... dica lei stessa.... la sposerebbe una ragazza malaticcia, com’è sempre la Màlia, dica?

Giuseppina.

Ah, meschina me!

Assunta.

Siamo povere genti, bisogna pensare anche a questo.

Giuseppina.

Ma la Màlia cosa dirà?

Assunta.

Cosa vuole che dica?... Già, se non può accasarsi lei, è meglio lasciare il posto a sua sorella. Le pare?

Giuseppina.

A me mi pare che sarà un gran colpo per quella figliuola!...

Assunta.

Cara lei, bisogna esser signori per fare e ciò che accomoda meglio. Ma che mi scherza? Un povero diavolo che campa [p. 85 modifica] a giornata!... Un galantuomo però, la vede bene!

Giuseppina.

Un galantuomo.... sarà....

Assunta.

La vede bene s’è un galantuomo! se si tira indietro di sposare le sue ragazze, l’una o l’altra.... Che ne dice?

Giuseppina.

Che vuole?... Sono mamma.... sono come quello che non sa che fare.... di qua mi pungo, di là mi dolgo....

Assunta.

Brava, perch’è mamma! Le si presenta un buon partito.... Non se ne trovano tanti fra i piedi oggi!

Giuseppina.

Va benissimo, ma io penso a quell’altra poveretta, che se l’era messo in testa....

Assunta.

Ragazzate, cara lei! Cose che succedono tutti i giorni! Vuole che lo dica la sora [p. 86 modifica] Màlia stessa? Non ci penserà più neanche lei, adesso. Vuole che la chiami, eh?

Giuseppina.

No, non ora!...

Assunta.

Lasci fare! Così per discorrere.... (chiamando verso la portineria) Ehi, sora Màlia! (a Giuseppina) Così, per sentire che ne dice....

SCENA VI.

Màlia dalla portineria, e detti.

Assunta.

Dica lei, sora Màlia, dica lei stessa. Sarebbe contenta di veder maritare sua sorella?

Màlia

(sorpresa, guardando sbigottita or l’una or l’altra delle due donne).

Io?... ma perchè?... [p. 87 modifica]

Assunta

(a Giuseppina).

Lasci fare! (a Màlia) di veder che sua sorella sposa un buon giovane, uno che sarebbe come un fratello anche per lei?... il sor Carlini, là!

Malia

(quasi le mancasse il fiato).

Il sor Carlini, mamma?

Assunta.

Sì, che ne dice?

Malia.

Io?... Devo dirlo io?...

Giuseppina.

No.... son discorsi in aria ancora....

Assunta.

No, no, so quello che dico! mi lasci parlare. La sora Màlia è tanto una brava ragazza! tanto che vuol bene alla sorella! Sarà contenta di veder maritare sua sorella almeno! Qui si fanno le cose d’amore e d’accordo. [p. 88 modifica]

Giuseppina.

Poi ci dev’essere la volontà di mio marito.

Assunta.

Suo marito farà quel che vuol lei. Ora bisogna che dica la sua anche la sora Màlia.

Màlia

(premendosi il petto colle mani, balbettando dall’angoscia)

. Ma cosa devo dire io?

Assunta.

S’è contenta anche lei d’avere per cognato il sor Carlini.

Malia.

Io.... sì.... s’è contento lui.... e anche la Gilda....

Assunta

(a Giuseppina, trionfante).

Vede, vede se la sua ragazza è una perla!

Giuseppina

(baciando Màlia, con le lagrime agli occhi).

Tè! che voglio dartelo proprio di cuore! [p. 89 modifica]

Màlia

(vacillando, e scostandola colle mani tremanti).

Oh, mamma!... (siede sullo scalino, pallidissima)

Giuseppina.

Cos’hai?

Màlia.

Nulla.... il mio solito male.... qui....

Assunta.

Vede, vede se quella è una ragazza da maritare!

Giuseppina.

Oh, Signore Iddio!

Malia.

Non è nulla mamma.... Non ti spaventare....

Assunta.

Su, su.... che torna il sor Carlini....

Màlia.

Non è nulla.... Non gli dite nulla, per carità! [p. 90 modifica]

SCENA VII.

Carlini e detti.

Carlini.

O cos’ha la sora Màlia?

(Malia lo guarda accorata un breve istante negli occhi, e china il capo facendo un gesto vago, senza aprir bocca.)

Assunta.

Niente.... è la coda di quella lunga malattia....

Giuseppina.

Colpa sua, di lui!

Màlia.

No, mamma!... no!

Carlini.

Colpa mia? Che le ho fatto? [p. 91 modifica]

Assunta.

Ma no! E che non sta bene in gamba ancora, e ogni piccola cosa....

Giuseppina.

Questa, vede, è un angioletto! messa al mondo per portare la croce!

Carlini.

Lo so. È vero....

Giuseppina.

Lo sa. E per questo le ha piantato i chiodi anche lei!

Malia.

Mamma, basta!...

Carlini

(discolpandosi, colle mani in croce sul petto).

Sora Giuseppina!

Assunta.

Basta, ora è accomodata ogni cosa. Vuol bene a sua sorella, ed è contenta che sia felice almeno lei.

Carlini.

Perchè? cos’è successo? [p. 92 modifica]

Assunta.

Via, non faccia più misteri. La sora Giuseppina, qui, sa tutto.

Carlini.

Chi gliel’ha detto?...

Assunta.

Sono stata io, caro lei! Le ho detto quello che mi canta ogni volta. Perchè viene a seccarmi allora?

Giuseppina

(a Carlini).

Però, se aveva quell’intenzione, perchè mi ha scaldato il capo a quest’altra poveretta?

Carlini.

Io? può dirlo lei stessa, sora Malia!...

Màlia

(dolcemente e con tristezza).

Sì.... sì.... è vero....

Assunta.

Alle volte qualche parola, di quelle che [p. 93 modifica]

non vogliono dir nulla, così nel vedersi tutti i giorni.... Ma la sora Màlia è tanto una buona ragazza!...

Carlini

(con calore).

Quanto a questo sono il primo io a dirlo! Una ragazza che si fa voler bene per forza!

Giuseppina.

Intanto mi tocca tenermela malata!

Carlini.

Vorrei essere un signore, guardi! Vorrei essere un signore per pigliarmela così coni’è.... e mantenerla magari a medici e speziali! glielo dico qui in faccia!

Giuseppina.

Lo so ch’è un galantuomo; per questo l’ho lasciato bazzicare in casa.

Assunta

(a Giuseppina).

Vede? Se l’è venuto in casa, ci è venuto col buon fine! [p. 94 modifica]

Giuseppina

(a Carlini).

Almeno mi vorrà bene a quell’altra?

Carlini.

A tutt’e due gliene vorrò! Voglio che mi abbiate come un altro figliuolo, sora Giuseppina!

SCENA VIII.

Angiolino dalla sinistra; poi Gilda e detti.


Angiolino.

Ehi? ehi, Assunta?

Assunta.

Che c’è?

Angiolino.

La padrona! presto!

Assunta.

Vengo! vengo! Non ho le ali per volare!... col paniere pieno, anche! [p. 95 modifica]

Angiolino.

Oh, la bella compagnia! Anche la sora Màlia!

Malia.

Riverisco, sor Angiolino.

Angiolino.

Bene. È guarita? Mi rallegro.

Giuseppina.

Vede? Ne ha viste tante, poveretta!

Angiolino

(voltandosi verso l’interno).

Pronto! Comandi! (rientra)

Assunta.

Accidenti! (ripiglia il paniere e la bugia, e s’avvia su per la scala)

Giuseppina.

Vengo anch’io, se no mi tocca’ sentirle, (a Malia) Tieni d’occhio la porta, e bada al desinare intanto.

Màlia.

Sì, mamma.

(Giuseppina ed Assunta vanno via.)

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Carlini.

Vada, vada, sora Màlia. Non stia qui a prendere il fresco.

Màlia

(con un sorriso umile e triste).

Mi manda via anche?

Carlini.

No. Dico per lei, che le può far male.

Malia

(con una tinta d’amarezza).

Non mi fa nulla.... Che le fa a lei?...

Carlini

(imbarazzato).

Ce l’ha con me adesso? Dica?

Màlia

(con dolcezza rassegnata).

No, sor Carlini.... no....

Carlini

(prendendole la mano).

Vorrei che sua sorella avesse il suo cuore, vede! [p. 97 modifica]

Malia

(tirandosi indietro, colle lagrime agli occhi)

. Mi lasci Stare adesso!... (vivamente, vedendo entrare la Gilda dalla porta di strada) Mi lasci!...

Carlini.

Oh! Buona sera, sora Gilda! (Gilda entra in portineria senza rispondere) Non risponde? Cos’ha?

Malia

(giungendo le mani).

Senta!... Non dica nulla alla Gilda almeno!... Di me non dica nulla!... E mia sorella, capisce!...

Carlini

(commosso).

Oh, sora Màlia!... Lei....

Malia.

Basta. Siamo intesi, (dolcemente) Riverisco, sor Carlini, (s’avvia verso la portineria)

Gilda

(che ne esce in quel punto, di cattivo umore, colla secchia vuota)

. Ah, vi credevo tutti a spasso. In casa non c’è una goccia d’acqua. [p. 98 modifica]

Màlia.

La mamma è andata di sopra. Dai a me!...

Gilda.

Non far la brava adesso! Va, va!

Màlia

(insistendo per toglierle la secchia di mano).

Ma no....

Gilda

(bruscamente).

Va, ti dico! Va! (Malia rientra in portineria, mortificata.)

SCENA IX.

Carlini e Gilda.

Carlini

(facendo per aiutarla, però ancora imbronciato).

A menare la tromba ero buono anch’io, se me l’avesse detto....

Gilda.

No, grazie, non s’incomodi. [p. 99 modifica]

Carlini.

Lasci, lasci fare a me, (menando la tromba) che almeno son buono per questo....

Gilda.

Perchè dice così?

Carlini.

Perchè.... perchè.... Basta, lo sa!

Gilda

(impazientita).

Io non so nulla, caro lei.

Carlini.

Ah, no? Non ne vuol sapere?

Gilda.

Badi ora, che riversa....

Carlini.

Mi tratta come un cane oggi, guardi!

Gilda.

Sa, non ho voglia di fare le solite scene, adesso!

Carlini.

O cos’ha infine? Me lo dica, cos’ha? [p. 100 modifica]

Gilda.

Nulla, cosa mi vede?

Carlini

(riscaldandosi).

Vedo che mi tratta come un cane! Da un pezzo che non è più quella di prima! Ed io, bestia, che le voglio sempre bene!...

Gilda.

Badi, che possono udire....

Carlini.

Non me ne importa. Lo sanno tutti.

Gilda.

Eh? Che significa questo discorso?

Carlini.

Che la sua mamma sa ogni cosa adesso.... ed è contenta, lei!...

Gilda.

Ah!... Beata lei, allora!

Carlini

(mortificato).

Lo dica chiaro e tondo dunque che non [p. 101 modifica] gliene importa più nulla di me!... Mentre mi pareva d’aver preso il terno al lotto!...

Gilda.

Eh, per esser contenti ci vorrebbe davvero il terno al lotto per tutt’e due.

Carlini.

Perchè non siamo ricchi, eh?... I suoi genitori non ne hanno colpa se non l’hanno fatta nascer ricca....

Gilda.

E neppure io ne ho colpa.

Carlini.

E allora, cosa vuol dire?

Gilda.

Nulla. Mi lasci stare!

Carlini.

Basta volersi bene!...

Gilda.

Bella consolazione!

Carlini.

Vede come mi tratta? [p. 102 modifica]

Gilda.

Dico, bella consolazione!

Carlini.

Eh, una volta non parlava così!... Vuol dire che ci ha altro pel capo!

Gilda.

Senta! Mi lasci in pace oggi!

Carlini.

Ah!... Bene!... La lascio!...

Gilda.

Bene.

Carlini.

La lascio!... Ma prima voglio dirle il fatto mio!...

Gilda.

Oh! sono stufa, sa!

Carlini

(rimasto un momento sconcertalo, strappandosi il berretto di capo).

Ecco!... Sono un asino!... Una vera bestia!... (vedendo venir la Màlia rientra nel magazzino, sbattendo l’uscio) [p. 103 modifica]

SCENA X.

Màlia e Gilda

Gilda

(irritata a Màlia).

Ah! Eri lì ad ascoltare!...

Malia.

No.... Ti giuro...

Gilda.

Non me ne importa, sai!

Malia.

Oh, Gilda!... che t’ho fatto?

Gilda.

Non me ne importa! Va pure a dirglielo al sor Carlini!

Malia.

Io?... [p. 104 modifica]

Gilda.

Sì, ti pare che non lo sappia? Guarda, sei pallida!

Malia

(accorata).

Oh Gilda!... come mi tratti male!

Gilda.

Vedi, sono cattiva anche! (asciugandosi gli occhi stizzosamente) Lasciami rompere il collo, ch’è meglio per tutti quanti!

Malia

(vivamente, mettendole la mano sulla bocca).

Zitta! Non dir così!

Gilda.

Lasciami! Son arcistufa! Non ne posso più di questa vita!

Màlia.

Ma perchè? Cos’hai?

Gilda.

Nulla. Non te lo posso dire.

Màlia

(con un lieve tremito nella voce).

Pensa alla mamma, poveretta, che ha [p. 105 modifica] avuti tanti dispiaceri!... Gliene ho dati tanti, con questa grama salute!...

Gilda.

Vorrei esser morta io, invece!

Malia

.....Pensa a lui....che ti vuol tanto bene!...

Gilda.

Grazie. Bontà sua!

Màlia.

Dice che gliene volevi anche tu.... allora....

Gilda.

Allora, era allora.

Màlia

(sbigottita).

Oh, Gilda!...

Gilda.

Allora era allora. Ho altro per il capo adesso.

Màlia.

Poveretto!... Come farà? [p. 106 modifica]

Gilda.

Come farà? (prendendole la fronte fra le mani, e guardandola fiso negli occhi) Tu sei una santa!... Perdonami! (asciugandosi di nuovo gli occhi stizzosamente).

Màlia

(abbracciandola, tutta tremante)

No, Gilda, no!... (chinando il viso) Ti dirò tutto!... come se fossi in punto di morte.... Sai che sono stata in punto di morte!... Lui non mi ha detto una parola.... una parola sola.... mai!... Veniva a vedermi perchè ero ammalata.... E nient’altro, ti giuro!... ti giuro!... Gli facevo soltanto compassione, ecco.... Mentre io, sciocca....(scoppia a piangere col viso tra le mani)

Gilda

(commossa, quasi colle lagrime agli occhi).

Vedi! vedi se sono stata cattiva!

Màlia

(rossa in viso e tentando di sorriderle fra le lagrime).

Ma non ci penso più ora!... Vedi die ne rido io stessa?... Purché siate felici!... [p. 107 modifica]

Gilda.

No, non può essere.... Diglielo tu che sei buona, e te lo meriti il bene....

Màlia

(sbigottita, trasalendo).

Oh no!... Io no!...

Gilda

(bruscamente).

Digli quello che vuoi.... Non me ne importa.

Malia

(supplichevole).

Ma perchè? perchè?...

Gilda.

Vuoi sapere il perchè?... No.... non posso dirtelo, a te che sei una santa!

Malia

(a mani giunte).

Oh Gilda!...

Gilda.

Digli che ho promesso ad un altro.... Che è finita ormai....

Malia

(alla Giuseppina che sopravviene)

Ah!... Mamma! mamma!... [p. 108 modifica]

SCENA XI.

Giuseppina e dette, poi Carlini.

Giuseppina

(a Gilda, irritata).

Ah! Sci qui finalmente!

Gilda.

Mamma, sentite! Lasciatemi stare oggi! Non sono in vena d’ascoltare la predica!

Giuseppina.

Te la darò io la predica! Sentirai! Sentirai tuo padre appena torna a casa!

Malia.

Mamma, per carità!...

Gilda.

Lasciatemi stare, o faccio qualche pazzia! [p. 109 modifica]

Giuseppina.

Così mi rispondi? Così rispondi a tua madre, per giunta?

Gilda.

Che c’è infine? Che c’è?

Giuseppina

(spiegazzandole in viso la lettera).

Ecco! Ecco cosa c’è!

Malia

(vedendo venir Carlini, supplichevole).

Mamma!... Guarda che vien gente!...

Gilda.

Fatele dinanzi a tutti le scene!

Giuseppina.

Sentirai tuo padre!... Appena torna a casa!...

Carlini

(frapponendosi).

Via, sora Giuseppina!...

Gilda

(a Carlini).

Mi lasci stare anche lei! [p. 110 modifica]

Giuseppina.

Stupida!... Che sei una stupida c’è!... E hai quel che ti meriti, guarda!

Gilda

(agitatissima, strappandole di mano la lettera).

Ah! così? Volete così?... (entra correndo in portineria)

Carlini

(a Giuseppina).

Vede, come mi tratta?

Malia.

Per carità, sor Carlini!...

Giuseppina

(a Carlini).

Non cominci a far scene anche lei, benedetto Iddio!

Carlini.

Le scene!... Le farò!... Con chi mi tocca farle le farò!... Arriverò bene a scoprire quel che c’è sotto!...

Malia.

Senta! senta!... [p. 111 modifica]

Carlini.

Cosa vuole che senta? Non vede ch’è bell’e finita? Segno che c’è qualche altra cosa sotto!

Malia

(agitatissima).

No!... Glielo dirò io!... Devo dirglielo io il perchè....

Carlini.

Lei non me l’avrebbe fatto questo servizio!... Dopo tanto che le volevo bene!... Tanti giuramenti, qui, in questo stesso posto!...

(Gilda in questo momento passa dall’androne e scappa correndo fuori di casa.)

Màlia

(a Carlini).

Ecco!... Ecco il motivo.... Mamma, devo dirglielo a lui solo!... Ecco cos’è.... In causa mia!... Per amor mio!... È mia sorella, vede!... Mi vuole tanto bene!... E credeva che anch’io.... a lei.... (a Giuseppina) Mamma, non ho coraggio dinanzi a te.... [p. 112 modifica]

Giuseppina

(a Màlia, accennando del capo, accorata).

Va là! va là! che tu sei nata proprio per portare la croce! (entra in portineria)

Malia.

Capisce?... Ha capito quello che voglio dire?...

Carlini.

No, no, sono pretesti, creda!

Màlia.

Teme che io pensi sempre a lei.... Teme di darmi un gran dolore....

Giuseppina

(correndo come pazza dalla portineria verso la strada e gridando:)

Ferma! ferma!... La mia Gilda!... La mia figliuola!...

Màlia.

Ah! sor Carlini, Ah!.... (fa per correre anche lei e cade sotto il portico, svenuta)

Cala la tela.