Il sole, o Valguarnera
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XLVII
A D. MARIANO VALGUARNERA
Che è da poetare di nobili soggetti.
Il sole, o Valguarnera,
Al giorno mio vien meno,
Ed omai fosca il seno
Veggio apparir la sera;
5E pure il piè non resta,
E l’impreso cammino
Ancor non abbandona,
Ma va per la foresta,
Ove scorga divino
10Il ruscel d’Elicona.
Ben sento il vulgo ogni ora
Di biasmi armar sua voce;
Ma poco giova, o noce,
S’ei spregia o s’egli onora;
15E se mia vita è vile,
Mentre si specchia e terge
In sì bell’acque e chiare,
Forse sarà gentile
Nocchier che si sommerge
20Gemme involando al mare?
Io sovra il sacro monte
Almen godo riposo,
E rimiro giojoso
Le belle Dive in fronte;
25E da’ lor canti intendo
Consigli alti ed egregi
Da farne i cor felici;
Ed indi l’arte apprendo
Da celebrar gran regi,
30E non vulgari amici.
Ed onde arei potere
D’illustrar tuo valore,
Or che fiamma d’amore
Mi sforza a non tacere?
35Certo con la lor mano
Ora ti porgo un vaso
Di bel néttare Argivo,
Che oltra lo stile umano,
Dopo l’odioso occaso,
40Ti manterrà ben vivo.
Ma folle or che dico io?
Ed a che darti io vegno?
Non ragionevol segno
Io posi al quadrel mio:
45Per tal guisa serene
Le nove Muse e liete
Ti scorgono al Permesso;
E ti spande Ippocrene
A consolar tua sete
50Il grande Apollo istesso.
Tu colà dentro bêi
Licor di tal possanza,
Che tua virtù s’avanza
Oltra i golfi Letei;
55E se la voce sciogli,
Immantinente il foco
Del torbido Austro è cheto,
E fai che ognor germogli
Clizia, Giacinto e Croco
60Sulle piaggie d’Oreto.
Veggo in tua man la cetra,
Che se canti, saetta;
Per ogni alma diletta
Amabil grazie impetra;
65Ma non la fare ancella
D’occhio gentil che i cori
Ora lusinga or fiede;
Chi tra spade e quadrella
Marca col sangue allori,
70Sia de’ tuoi versi erede.
Al Ciel sacrati altari
Tratti da fochi accesi,
Patrii mari difesi
Della tua Clio sian cari:
75Tra le glorie diffuse
Degli altrui rischi alteri
Nobil cantor sfavilla;
Ed il mel delle Muse
Sul nome dei guerrieri
80Mirabile distilla.
Prova ne fece il Grande,
Che di Milone al figlio
Tra l’armi ognor vermiglio
Tante intrecciò ghirlande;
85E quei che a narrar prese
Sull’adorata tomba
Il Cristïan trofeo,
O fosse il Ciel cortese
Di non fievole tromba
90All’asta d’Amadeo.