Il sociologo, la sociologia e il software libero: open source tra società e comunità/Capitolo 5/2

5.2 L'auto-referenzialità della tecnologia informatica

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Mentre la chiusura auto-poietica definisce in termini generali come si affermano i sistemi sociali informatizzati, l'auto-referenzialità ne spiega la continuità critica in seguito alla sua contraddizione interna. Il monopolio informatico svolge la funzione di apertura attraverso la chiusura:

[...] in quanto universale evolutivo, il senso è collegato con la tesi della chiusura delle formazioni sistemiche autoreferenziali. La chiusura dell'assetto autoreferenziale coincide con l'infinita apertura del mondo. (Luhmann, 1990, p. 150).

La criticità sta nel fatto che il sistema operativo dominante contiene in se il senso, definisce esso stesso il senso. Non esiste alcuna casa automobilistica che chiudendo i battenti metta in pericolo l'idea stessa di automobile. Nel settore informatico invece questo può accadere o poteva accader prima dell'avvento dell'open source. In termini più generali l'aspetto critico verte sul fatto che quando un sistema non ha una sufficiente coerenza interna l'unico modo per mantenere l'equilibrio dinamico autoreferenziale è quello di dividersi in sottosistemi più piccoli dotati di schemi di senso in grado di mantenere la riduzione della complessità.

Nella fattispecie della tecnologia informatica questo non è possibile in quanto l'unicità del sistema operativo è parte integrante del senso. È in pratica, da un diverso punto di vista, la contraddizione che riporta Ulrich Beck (1999) tra locale e globale. Se non esistesse il monopolio non potrebbe esistere chiusura operativa all'interno della società informatizzata. Da questo punto di vista ad una società informatizzata non resterebbe che accettare il monopolio, oppure rielaborare il senso magari accettando il “politeismo” dei sistemi operativi. Si tratta in effetti di un monopolio naturale in cui se vi fossero due concorrenti il profitto d'impresa sarebbe negativo. Questo si verifica nelle infrastrutture, nelle rete viaria, nelle ferrovie e via dicendo, solo che a differenza di questi è operante a livello globale e quindi non è possibile nemmeno nazionalizzarlo. Le proposte che il movimento FOSS (Free and Open Source Software) mette in campo è un radicale cambio delle regole del gioco tentando di andare oltre il tema della semplice contraddizione dell'economia globale non controllabile dai governi locali. In questa prospettiva il movimento esaurirebbe il senso nella contrapposizione politica.

Quindi non esistono alternative, perché come abbiamo già visto, più che l'antiautoritarismo che descrive Eric Steven Raymond, il vero schema di senso della cultura hacker è l'anticonvenzionalismo. È fondamentale questa differenza tra anticonvenzionalismo ed antiautoritarismo. Cambiare le regole in una prospettiva antiautoritaria significa di fatto un conflitto ampio sui principi di legittimazione in generale. Cercare di cambiare le regole in modo anticonvenzionale significa utilizzare gli strumenti in modo non convenzionale per fini diversi da quelli per cui sono stati “venduti” significa orientare il conflitto in modo più tematico. Nessuno può considerare il fatto di trasformare il proprio personal computer in un firewall1 o in un server proxy2 un comportamento antiautoritario, parimenti aggiustare la motocicletta con dei pezzi ricavati da una latina di birra o togliere l'etichetta di windows quando si acquista un computer e poi anche windows. Tutto questo non è né antiautoritario e nemmeno illegale, ma semplicemente anticonvenzionale. Nemmeno è un atteggiamento trasgressivo perché molti di questi comportamenti sono spesso privati, non si rivolgono intenzionalmente davanti ad un pubblico. Rimangono socialmente rilevanti perché culturalmente determinati.

Quello che il movimento FOSS fa è quello di rielaborare i contratti e le stesse licenze stravolgendo il senso dei diritti d'autore. La licenza di tipo GPL (General Pubblic License), con cui è rilasciato Gnu/Linux e migliaia di altri prodotti, è un esempio di hacking di un istituto giuridico straordinario, con lo scopo, visto dal lato sociologico, di proporre uno schema di senso compatibile con le esigenze di omogeneità operativa informatica. Si tratta di una licenza d'uso ricorsiva, quindi auto-poietica ed autoreferenziale.

La principale caratteristica auto-poietica della licenza GNU-GPL è quella legata al concetto copyleft. Copyleft significa che la copia è consentita, quindi a determinate condizione, è consentita la replica. In questo modo il potenziale auto-poietico risulta grandemente aumentato rispetto ad un software coperto da copyright. A questo proposito val la pena segnalare che è opinione diffusa tra molti operatori informatici il fatto che Microsoft tolleri entro certo limiti la pirateria nei confronti dei suoi prodotti, proprio per consentirne la massima diffusione possibile. Paccagnella (2010), utilizzando il rapporto della “Fondazione Luigi Einaudi” sui consumi digitali, mostra come il file sharing (scambio illegale) inibisce l’acquisto di CD e DVD di chi utilizza poco o nulla prodotti culturali, mentre chi già spende molto in dischi, film, concerti, e via dicendo il file sharing contribuisce ad aumentarne ulteriormente l’acquisto.

Se la questione si limitasse al consenso di fare delle copie si tratterebbe in realtà di semplice riproduzione senza auto-referenzialità e non in grado di tenere chiuso il sistema. In pratica il codice del software lasciato aperto ed intelligibile si disperderebbe senza mantenere la sua identità. L'auto-referenzialità opera ricorsivamente quindi la licenza GPL o GNU-GPL impone che qualora lo stesso venga ceduto ad un'altra entità giuridica, questo avvenga negli stessi termini della licenza GPL. Anche questo però non è sufficiente, poiché gli elementi del sistemi, coerentemente con la teoria dei sistemi sociali di Luhmann, non si riproducono mai in maniera perfettamente identica altrimenti non sarebbe possibile l'adattamento e dal punto di vista della produzione tecnologica, non sarebbe possibile il miglioramento.

In pratica la licenza GPL o meglio GNU-GPL, che rende meglio il concetto di ricorsività per mezzo del suffisso “GNU”, è una elaborazione contrattualistica in chiave intenzionalmente auto-poietica volta a conferire all'open source una autonoma continuità del software e del codice a cui si riferisce. C'è di più. Come abbiamo visto nelle pagine precedenti questa tecnologia costituisce anche il capitale simbolico, contiene gli schemi di senso, determina i confini e quindi consente gli elementi identitari ed, in questo modo, il sistema sociale che sottende, ne risulta particolarmente potenziato proprio dal punto di vista autoreferenziale, combinando chiusura autopietica ed apertura simbolica.

La differenza concettuale tra il copyleft della licenza GPL ed il copyright riflette e si riflette sugli stessi paradigmi di produzione del software i quali nel tempo sono diventati marchi di qualità con opposti significati nelle diverse scuole di pensiero. Vixie (2000) mette a confronto questi due paradigmi di produzione del software:

[...] Gli elementi di un processo di progettazione software vengono generalmente enumerati come segue:

Requisiti di marketing, Progetto a livello di sistema, Progetto dettagliato, Implementazione, Integrazione, Testing sul campo, Supporto

Nessuno degli elementi di questo processo dovrebbe avviarsi prima che i precedenti siano sostanzialmente completati e ogni qualvolta viene operata una modifica a qualche elemento, tutti gli elementi dipendenti dovrebbero essere revisionati o rifatti alla luce di quella modifica. È possibile che un dato modulo sia specificato e implementato prima che i moduli da questo dipendenti siano stati completamente specificati: questa pratica è nota come sviluppo avanzato o ricerca.

...Diversamente un caso anche troppo comune di progetto Open Source è quello in cui i soggetti coinvolti si stanno divertendo e vogliono che il loro lavoro sia usato dal maggior numero possibile di persone: per questo lo danno via gratis e spesso senza porre alcuna restrizione alla ridistribuzione. Si tratta magari di gente che non ha accesso agli strumenti software cosiddetti "di livello commerciale" (analizzatori della copertura del codice, interpreti bounds-checking, verificatori dell'integrità della memoria). E le cose che più sembrano divertirli sono: programmare, confezionare ed evangelizzare: niente QA, niente MRD, di norma niente date di rilascio troppo vincolanti. (Vixie, 2000).

Anche da qui emerge tutta l'anticonvenzionalità efficace in condizioni di globalizzazione e complessità. E come si è già visto (cfr cap. 2.4), da questa divergenza ne deriva una diversa concezione di mercato.

Note

  1. Computer posto tra una LAN (rete locale) e la rete internet e che ha la funzione di filtrare il traffico potenzialmente malevolo per i altri computer locali.
  2. Computer che ha la funzione di procurare gli accessi alle risorse nascondendone il percorso per motivi di sicurezza.