<dc:title> Il parallelismo di Clifford negli spazii ellittici </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Guido Fubini</dc:creator><dc:date>1900</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Il parallelismo di Clifford negli spazii ellittici.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_parallelismo_di_Clifford_negli_spazii_ellittici/Delle_superficie_di_scorrimento&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20200327210723</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_parallelismo_di_Clifford_negli_spazii_ellittici/Delle_superficie_di_scorrimento&oldid=-20200327210723
Il parallelismo di Clifford negli spazii ellittici - Delle superficie di scorrimento Guido FubiniIl parallelismo di Clifford negli spazii ellittici.djvu
§. 9. A titolo di esempio, voglio enunciare qui un teorema semplicissimo circa alle superficie di scorrimento, a quelle superficie cioè che possono esser generate da uno scorrimento continuo d’una curva e che (Bianchi A) ammettono perciò una seconda consimile generazione:
Condizione necessaria e sufficiente affinchè una superficie sia di scorrimento lungo le e le è che le tangenti alle lungo una siano parallele e così pure le tangenti alle lungo una Allora si potrà nelle forme quadratiche definenti la superficie porre , e fatto , si[p. 28modifica]dovrà avere ; viceversa se , la superficie è di scorrimento lungo le , le .
L’elemento lineare della immagine di Clifford della rigata formata dalle tangenti a una lungo una è dato (indicando con differenziali parziali rispetto a ) dalla:
L’espressione del secondo membro deve essere nulla.
Sviluppando con le note identità, ricordando le formule che danno le derivate seconde delle in funzione delle derivate prime e dei coseni di direzione della normale, e notando che
otteniamo in fine col solito significato del doppio segno
Analogamente si troverebbe . Si può dunque fare e quindi poi ; le prime di queste tre formule dimostrano che la superficie riesce di scorrimento; l’ultima dimostra la seconda parte del nostro teorema.