XVIII. Del reame di Mosul

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XVIII. Del reame di Mosul
XVII XIX
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XVIII (xxiv)

Del reame di Mosul.

Mosul si è un grande reame, ov’hae molte generazioni di gente, le quali conteremo incontanente; e v’ha una gente che si chiamano arabi, che adorano Malcometto. Un’altra gente v’ha che tengono la legge cristiana, ma non come comanda la Chiesa di Roma, ma fallono in piú cose. Egli sono chiamati nestorini e iacopini. Egli hanno un patriarca, che si chiama Iacolic (Iatolic); e questo patriarca fa vescovi e arcivescovi e abati, e fagli per tutta India, e per Baudac, e per Acata (al Catai), come fa lo papa di Roma. E tutti questi cristiani sono nestorini e iacopini. E tutti gli panni di seta e d’oro che si [p. 20 modifica] chiamano «mosolini» si fanno quivi, e gli grandi mercatanti che si chiamano «mosolin» sono di quello reame di sopra. E nelle montagne di questo regno sono1 gente di cristiani che si chiamano nestorini e iacopini. L’altre parti sono saracini, che adorano Malcometto; e sono mala gente, e rubano volentieri i mercatanti. Ora diremo della gran cittá di Baudac.

Note

  1. Pad. zente ch’eno diti cardi (curdi); e sono parte cristiani nestorini e iacopini, e parte saraxini.