Il milione (Laterza,1912)/LXXVI
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LXXVI (XC)
De’ dodici baroni che vengono alla festa, come sono vestiti
dal Gran Cane.
Or sappiate veramente che ’l Gran Cane hae dodici baroni che sono chiamati «quita» (chescican), cioè a dire li prossimani1 figliuoli del signore. Egli dona a ciascuno tredici robe, e ciascuna divisata l’una dall’altra di colori; e sono adornate di pietre e di perle e d’altre ricche cose, che sono di gran valuta. Ancora dona a ciascuno un ricco iscaggiale d’oro molto bello, e dona a ciascuno calzamento di «camuto» lavorato con fila d’ariento sottilmente, che sono molto begli e ricchi. Egli sono sie adornati, che ciascuno pare un re. E ciascuna di queste feste è ordinata qual vestimenta si debbia mettere; e cosí lo gran signore hae tredici robe simile a quelle di que’ baroni, cioè di colore; ma elle sono piú nobile e di piú valuta. Or v’ho contato delle vestimenta che dona lo signore agli suoi baroni,2 che sono di tanta valuta che non si potrebbe contare. E tutto cioè fae il Gran Cane per fare la festa sua piú orrevole e piú bella. Ancora vi dico una grande maraviglia: che un gran leone è menato dinanzi al gran signore; e quand’egli vede il gran signore, egli si pone a giacere dinanzi da lui, e fagli segno di grande umiltade, e fa sembianza ch’egli lo conosca per signore. Ed è sanza catena [e sanza legatura alcuna]; e questo è bene grande maraviglia. Or lasciamo istare queste cose, e conterovvi della grande caccia ch’egli fa fare, cioè il Gran Cane, come voi udirete.