Il milione (Laterza,1912)/CXXXVI
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CXXXVI (CLVII)
Della cittá chiamata Zarton (Zaiton).
Or sappiate che, quando l’uomo si parte di Pugni, e’ passa il fiume, e va cinque giornate per isciroc, tuttavia trovando cittá e castella assai, dove hae d’ogni cosa gran dovizia. E v’ha monti e valli e piani, e havvi molti boschi e molti albori che fanno la canfora; e v’ha uccelli e bestie assai; e vivono di mercatanzia e d’arti, e sono idoli come quelli di sopra. Di capo di queste cinque giornate si truova una cittá c’ha nome Zartom, ch’è molto grande e nobile, ed è porto ove tutte le navi d’India fanno capo con molta mercatanzia di pietre preziose e d’altre cose, come perle grosse e buone. E questo è il porto degli mercatanti delli Magi (Mangi); e attorno a questo porto ha tante navi di mercatanti ch’è maraviglia; e di questa cittá vanno poscia per tutta la provincia delli Magi. E per una nave di pepe, che viene in Alessandra per venire in cristianitá, si ne vanno a questa cittá1 cinquanta, che questo èe uno delli buoni porti del mondo, dove viene piú mercatanzia. E sappiate che il Gran Cane di questo porto trae grande prode della mercatanzia, perochè d’ogni cosa che vi viene conviene ch’egli abbia dieci per cento, cioè delle dieci parti l’una d’ogni cosa. Le navi si togliono per lo salaro di mercatanzie sottile trenta per cento, e del pepe quarantaquattro per cento, e del legno aloe o di sandali e d’altre mercatanzie grosse quaranta per cento: sí che gli mercatanti danno,2 tra le navi e al Gran Cane, bene il mezzo di tutto. E però il Gran Cane guadagna grande quantitá di tesoro di questa cittá. E sono idoli, e la terra ha grande abondanza d’ogni cosa da vivere. E in questa provincia hae una cittá c’ha nome Tenugnise (Tiungiu), che vi si fanno le piú belle íscodelle di porcellane del mondo3. E non ve ne se ne fae in altro luogo del mondo, e quindi si portano in ogni parte.4 E per uno viniziano se ne avrebbe tre, le piú belle del mondo e le piú divisate. Ora avemo contato, degli otto reami, gli tre delli Magi, cioè Cigni (Yangiu) e Quisai (Quinsai) e Fugui. Degli altri reami non conto,5 perochè sarebbe lunga mena; ma dirovvi dell’India, ov’ha cose bellissime da ricordare; ed io Marco Polo tanto vi stetti che bene lo saprò contare per ordine.
- ↑ Berl. zento, perchè l’è uno di do boni porti...
- ↑ Berl. tra ’l nolo e dreto al Gran Can, ben la mitá...
- ↑ Berl. * in gran quantitade.
- ↑ Berl. Pad. e sono bon marcado, ed ásene tre... E questi de questa zitade ano parlar per sí. Or abiamo dito de sto reame de Fugui, che sono la nona parte del Gran Can, e si áne maior rendita che (quela) del regname de (Quinsai). Nui non avemo dito i nuove reami del (Mangi), ma solamente tre, zoè...
- ↑ Berl. perchè avemo ben dito del reame del Mangi e del Cataio e de molte altre provinzie, e de zente, bestie, oxeli, oro, arzento, perle e marcadanzie e de molte altre cose, como avete aldido. E perchè el nostro libro non è compido de quele cosse le quale nui voremo scriver, de tuti i fati de (indiani, che) non sono ancora dite e sono ben cosse da notare a quelli che non le sa, perchè sono molto maraveiose cosse, e da meter per scrito nel nostro libro, [e] da parte se dirá (Fr. le mastre le y metra tout apertamant...) comò misier Marco Polo vete e disse per ordene. E sapiè ch’el dito misier Marco Polo stete tanto in India, ch’el sape tuto l’esser de quelli, e dei lor costumi e marcadanzie, che quasi el non fo mai persona che savesse dir meio la veritade. Veramente le sono tante meraveie che molto se meraveierá i auditori; niente di meno meteremo quelle per scrito segondo comò misier Marco Polo fermava quelle esser vere, como porete aldir.