CV. Della grande china

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CIV CVI
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cv (cxxiv)

Della grande china.

Quando l’uomo si parte di questa provincia ch’io v’ho contato, l’uomo discende per una grande china, ch’è bene due giornate e mezzo pure a china; e in quelle due giornate e mezzo non hae cosa da contare, salvo che v’ha una gran piazza, ove1 si fa certa fiera certi dì dell’anno. E quivi vegnono molti mercatanti che recano oro e ariento e altre mercatanzie assai, ed è grandissima fiera. E quegli che recano l’oro e l’ariento quiritta, niuno puote andare in loro contrada, salvo ch’eglino, tant’è contrada rea e divisata dall’altre; nè niuno puote sapere ov’egli stanno, perchè niuno vi puote andare. Quando l’uomo hae passate queste due giornate, l’uomo truova una provincia verso mezzodie, ed è agli confini dell’India, ch’è chiamata Amie. Poscia va l’uomo quindici giornate per luogo disabitato e sozzo, ov’hae molte selve e boschi, ov’hae lionfanti e liocorni assai e altre diverse bestie assai: uomeni nè abitazioni non v’ha. Perciò vi lascerò di questa contrada, e dirovvi d’una istoria, come potrete udire.

  1. Pad. se fa fiera... tre dì della setemana...: a quela fiera aduxeno oro per cambiar in arzente; e i mercadanti d’altre contrà gli aduseno l’arzento e tuo’ de questo oro e fane gran guadagno, perchè i àno uno sazio d’oro per zinque d’arzente. Quelle zente... abitane per sea signoria in luoghi altisimi e forti, e sono sì diversati luoghi, che no ’nde va mai niuno se non egli; sì che l’altra zente non sano dove i abitano.