Il milione (Laterza,1912)/CLXV
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CLXV (CLXXXIX)
D’alquante isole che sono per l’India.
L’isola1 che si chiama Malie è nell’alto mare bene cinquecento miglia, verso mezzodí, partendosi da Chesmancora. Questi sono cristiani battezzati, e tengono legge del Vecchio Testamento: che mai non toccherebbono femmina pregna, e poi ivi a quaranta dí che ha partorito. E dicovi che in questa isola non istá niuna femmina, ma istanno in una isola piú lá2, che si chiama Femelle, che v’è di lungi trenta miglia. E gli uomeni vanno a questa isola ove istanno queste femmine, e istanno con loro tre mesi dell’anno, e in capo di tre mesi si tornano nell’isola loro. E in questa isola nasce l’ambra molto fina e bella3. Questi vivono di riso e di carne e di latte; e sono buoni pescatori, e seccano molti pesci, sí che tutto l’anno n’hanno assai. Qui non ha signore, salvo c’hanno un vescovo ch’è sotto l’arcivescovo di Scara (Scotra). E perciò non istanno tutto l’anno colle loro donne, perchè non avrebbono da vivere. E i loro figliuoli istanno colle madri quattordici anni; e poscia lo maschio se ne va col padre, e la femmina istá colla madre. Qui non troviamo altro da ricordare: partiamoci, e andiamone all’isola di Scara.