Il marito amante della moglie/Atto secondo/Scena quarta

Atto secondo

Scena quarta

../Scena terza ../Scena quinta IncludiIntestazione 11 aprile 2011 75% Teatro

Atto secondo - Scena terza Atto secondo - Scena quinta

Gino - Beatrice.


Gino
(fra sè)
Conte Ottavio, coraggio.
Beatrice
(fra sè)
Gli ha detto una parola
Sommessa, ed ha voluto che rimanessi sola!
(forte)
Per un puro riguardo non ho fatto, in presenza
Del suo amico, palese la nostra conoscenza;
Ma lei vorrà chiarirmi sinceramente, spero,
Perchè le sia piaciuto avvolger di mistero
Il nostro incontro al ballo.
Gino
È difficile assai.
Beatrice
La verità, se onesta, non è difficil mai.
Gino
Scelgo parerle ardito anzichè simulato.
Beatrice
Aspetto.
Gino
La ringrazio di avere rispettato
L'innocente menzogna, e la prego di molta
Indulgenza, se ardisco, per la seconda volta
Che la vedo, parlarle come un amico vero.
Beatrice
Parli liberamente, purchè parli sincero.
Gino
Un casuale evento mi fece aver contezza
Di una sua... mi perdoni, di una sua debolezza.
Beatrice
Signore!
Gino
La scongiuro di essermi sofferente.
La parola è scortese, ma l'idea riverente.
Quel ventaglio non cadde a caso; qualcheduno,
Fortunato, doveva raccoglierlo; e quest'uno
Era il conte Maurizio. Me lo ha detto egli stesso.
Il riguardo dovuto al suo nome, al suo sesso.
Ed alla ricompensa che ne avevo ottenuta,
Non dovevano forse impormi un'assoluta
Discrezïone e farmi un debito d'onore
Di evitarle il pericolo del più lieve rossore?
Beatrice
Cosicchè, mio discreto signore, ella mi dà
Un amante, e mi vende la sua complicità
In cambio delle poche grazïose parole
Che le dissi ier sera?
Gino
No.
Beatrice
È chiaro come il sole.
Gino
Dacchè mi attribuisce tal pensiero, non vedo
Altra risposta tranne il prendere congedo.
Beatrice
No, rimanga. Non posso negarlo, il suo linguaggio,
Temerità in un altro, mi pare in lei coraggio;
E per quanto mi sforzi di trovarlo incivile,
Non so dissimularmene la lealtà virile.
Che ha pensato di me?
Gino
Ma...
Beatrice
Non muti sistema.
Gino
Ho pensato che... vedova...
Beatrice
Badi, badi, mi scema
La fiducia. Lei sa che io vedova non sono.
Gino
(fra sè)
Che mi avesse tradito!
(forte)
Le domando perdono...
Beatrice
Non si è fatto campione ieri di mio marito?
Gino
(fra sè)
Mi crede un emissario di me stesso... ho capito.
(forte)
Rammenta il conte Ottavio?
Beatrice
Potrebb'essere lei,
E sono sicurissima che nol ravviserei.
Gino
Oh!
Beatrice
Ci siamo lasciati in sì strana maniera!
L'ho visto una sol volta, pochi istanti, di sera,
E passaron dieci anni. Com'è fatto?
Gino
Così,
Così...
Beatrice
Alto?
Gino
Abbastanza.
Beatrice
Capelli scuri...?
Gino
Sì.
Beatrice
È un bell'uomo?
Gino
Sa, gli uomini non sono competenti.
Ha una fronte, due occhi, una bocca, dei denti
Come me.
Beatrice
Bell'aspetto... come lei?
Gino
Pressapoco.
Beatrice
Creda che lo domando solamente per gioco;
Sia Vulcano od Apollo.
Gino
Del primo ha un requisito.
Beatrice
Zoppo?
Gino
Marito a Venere.
Beatrice
Oh Venere!... il marito!
C'era Marte..
Gino
Maurizio.
Beatrice
Conte! Sarei curiosa
Di conoscerlo. Ha amanti? Non ne sono gelosa,
Glie lo giuro.
Gino
È probabile.
Beatrice
Un'ultima domanda.
Non è lui che lo manda?
Gino
Giuro che non mi manda.
Beatrice
Davvero? Preferisco crederlo.
Gino
E le confesso
Che, quando avessi avuto qualche incarico espresso,
Di qualunque natura fosse, presso di lei,
Ora che l'ho veduta...
Beatrice
Ebben?
Gino
Mi scioglierei.
(fra sè)
Vediam...
Beatrice
Perchè?
Gino
Se il dico, le potrebbe accadere
Di trovarsi costretta a impormi di tacere.
Beatrice
Se lo dirà con garbo, non mi vedrò costretta
Che a non prestarle fede.
Gino
(fra sè)
Andiamo, è una civetta.
(forte)
Dunque Marte-Maurizio...
Beatrice
O il perchè, dov'è andato?
Gino
Ma quando le avrò detto che sono innamorato
Di lei, che i suoi begli occhi irradiano faville,
E che il mio amico Ottavio è un famoso imbecille...
Beatrice
Quando me lo avrà detto e con sì lusinghiera
Forma, per farle onore lo crederò.
Gino
(fra sè)
È una vera
Civetta!
Beatrice
Ma ad un tempo rimpiangerò il concetto
Alto in cui la tenevo, siccome di perfetto
Cavaliero, ed a scanso di somiglianti sbagli
La metterò cogli altri...
Gino
A raccoglier ventagli?
Beatrice
No. Il ventaglio non cade che per un preferito.
Gino
E osate confessarmelo? È un coraggio inaudito!
Beatrice
Signor conte! Davvero che non so con qual nome
Chiamare il suo contegno. Con qual diritto...?
Gino
Come!...
Perdoni. È dunque vero: Maurizio è il prediletto?
Beatrice
Non voglio...
Gino
Mi risponda.
Beatrice
Ma...
Gino
Risponda!
Beatrice
Le ho detto
Di sì.
Gino
Ah!
Beatrice
(fra sè)
Impallidisce!
Gino
(col cappello in mano)
Prediletto... davvero?
Beatrice
Ma!
Gino
Signora contessa...
(s'avvia per uscire)
Beatrice
(quando Gino è al fondo)
No, conte, non è vero.
Non è vero. Le giuro che non è vero...
Gino
Allora
Qual pensiero mi devo far di lei, mia signora,
Quando nel breve spazio di un minuto l'ascolto,
Io che le sono estraneo, prima conceder molto,
Poi negar tutto, e conscia di sua beltà che alletta...
Beatrice
Mi dica apertamente che sono una civetta...
(pausa)
Perchè non me n'ho a male, perchè l'ho trattenuto,
Perchè ora mi giustifico? Perchè non ho voluto
Che lei, ch'io non conosco quasi, partisse prima
Di avermi resa tutta intera la sua stima?
Sento che con un altro non parlerei così.
Come avviene?... Mi crede sincera adesso?
Gino
Sì.
Beatrice
Non lo nego: mi spiacque dal suo labbro il linguaggio
Cortigiano, mi offese da lei come un oltraggio
La solita, ridicola, profferta di un amore
Impossibile, sciocco.
Gino
(fra sè)
È una donna di cuore.
(forte)
È vero, mi perdoni.
Beatrice
Lei giunge in un momento
Grave della mia vita. Faccia del mio ardimento
Quel conto che le pare, ma l'ho incontrato ieri,
E mi parve perfetto gentiluomo: i sinceri
Discorsi che mi tenne oggi, appena arrivato,
Mi hanno fatto stupire di lei: il caso, il fato
Le ha posto fra le mani un secreto... innocente,
Ma un secreto del quale assai difficilmente
Una dama perdona la conoscenza e, via,
Se la perdona, è segno di qualche simpatia.
Gino
(fra sè)
Povero conte Ottavio... Gino ti ruba il pane!
Beatrice
Non mi veggo dattorno fuorchè amicizie vane
O interessate. Tutti mi chiaman bella, e niuno
Ha il supremo buon gusto di tacerlo. Se alcuno
Mi si mostra cortese, non lo fa che ad effetto
Di vanità, sperando svegliar qualche sospetto
Sul conto mio. Mi parlano un linguaggio melato,
Che avvilisce... In dieci anni non avevo incontrato
Ancora un uom capace di dirmi apertamente
Un mio difetto, a rischio di parer...
Gino
Sconveniente?
Beatrice
No. Noi donne, noi dame, noi, cresciute alle liete
E vane appariscenze, abbiamo una tal sete
Di verità, e l'inganno così spesso par tale
Che ci riman credibile solo il vero...
Gino
Brutale?
Beatrice
Quello almen di cui l'impeto mostra il cor donde è nato.
Dicono: chi batte ama. Direi: chi batte...
Gino
È amato?
(fra sè)
Oh come corre!
Beatrice
Amato! amato! Che vuol dire
Questa parola Amore? perchè tanto desire
Di udirla? Esprime forse quell'intima, secreta
Sicurezza che l'anima dubitante acquïeta,
Calma come una notte estiva, e fiduciosa
Perchè forte in se stessa? Ma allor perchè non si osa
Nominarla? qual danno ne consegue? chi offende,
Se a me più vera e agli altri più benigna mi rende?
O esprime il blando affetto che mi lega a mio zio?
O la lunga abitudine che mi fa caro il mio
Paese, la mia stanza, la veste, il quotidiano
Visitator che viene a baciarmi la mano
E si parte impettito della vittoria immensa?
E perchè dall'età quando prima si pensa
Alle cose e alla vita fino a questa in cui sento
Come il tempo precipiti, benchè a me sembri lento,
Non mi avvenne di udire quella grande parola
E di provarne un solo turbamento, una sola
Delle acerbe paure onde il mondo ne teme,
E dolor ne ricava e compiacenza insieme?
Gino
(fra sè)
Che m'ingannassi!
(forte)
Parli, mi è così dolce quello
Che mi dice!
Beatrice
Davvero? Rammento uno stornello
Che non ho mai compreso, che mi ha sempre commossa:
«Amor vien dalle stelle, amor vien dalla fossa».
Altro non mi ricordo. Quale idea singolare!
Nell'ore mie più tristi mi metto a solfeggiare
Quei versi, e non li intendo, e ne piango. Perchè?
C'è qualche cosa dunque che li comprende in me?
Gino
(fra sè)
Com'è bella!
Beatrice
Perchè mi guardate a quel modo?
Gino
Perchè vi trovo bella, e perchè, mentre vi odo
Parlarmi così dolce, così eletto linguaggio,
Mi par che dentro l'anima mi ridiscenda il raggio
Della prima ignoranza e della prima fede;
Perchè nel vostro sguardo onesto è la mercede
Delle mie sofferenze, e insiem la punizione
Delle mie colpe...
Beatrice
Colpe?
Gino
Perchè la mia ragione
S'illumina dal core, e perchè il cor misura
Dalla sua gioia immensa la sua immensa sventura;
Perchè il vostro pudore, che del mio amor s'offende,
Più ingiusto, più infelice, e più amante mi rende.
Beatrice
Che dite?... io non comprendo...
Gino
Oh, non m'interrogate,
Ve ne prego. Lasciatemi contemplarvi, lasciate...
Beatrice
Conte, questo linguaggio...
Gino
Oh Beatrice...
Beatrice
Conte!
Gino
Vi giuro che potete sentirmi colla fronte
Alta. Non mi crediate vanitoso o leggiero...
La sofferenza è grande, dunque l'affetto è vero.
Lasciate che un momento s'apra l'anima chiusa.
Se l'amor mio vi offende, il mio dolor mi scusa.
Beatrice
Compiango ad un dolore che certo io non cagiono,
Nè chi merita biasimo può ricusar perdono.
Veggo bene che ho errato stimandolo migliore
Degli altri, e lei s'affretta a togliermi d'errore.
Eccomene pentita. Ma non comprendo quale
Potè di mie parole servir d'esca ad un tale
Incendio, e non mi sento abbastanza curiosa
Per studiare il secreto della sua calorosa
Dimestichezza. Forse le fui troppo sincera,
E il vero di un momento non è sempre la vera
Verità... Ma scommetto che oggi è scirocco, e che
La mia polvere sa di muschio, cosicchè
Me ne vado a rifarmi su Lisetta... una stolta,
E a dirle che mi acconci all'ambra un'altra volta.
È un profumo più calmo che fa i pensier men vani.
Signor conte...
(s'inchina, s'avvia, poi)
Domani...
Gino
Che?
Beatrice
Tornerà? A domani.
(esce)