Il cavallarizzo/Libro 1/Capitolo 46


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Cap. 46. Del modo di scaglionare i poledri, & ogni cavallo.


Ancor che il scaglionar il cavallo hoggidì non sia in uso; nondimeno è molto utile, & i predecessori nostri l’usorono molto à cavalli, che non haveano quella maniera di testa, di bocca, e di collo, che si richiede, & principalmente quando i cavalli haveano i scaglioni posti più in su del devere. Il che causa gran difficoltà nell’imbrigliare il cavallo, che pari, & vadi giusto. Et però io verrei che quest’uso di scaglionare si mettesse hoggidì ancora in uso à si fatti cavalli. Il modo sarà tale, che vedendo, che il vostro poledro habbi le parti suddette li farete cavare i scaglioni da marescalco peritissimo nel tempo delle vendemie, nel quale li darete à mangiare i racemi dell’uva; perche guariscano presto, & perfettamente le ferite che le saranno rimaste in bocca; & non lassano nascere in essa alcuna cattiva cosa, oltra che ingrassano mirabilmente. Ma con detti racemi d’uva, si deve dare anco al cavallo della semola bagnata mattino & sera, in cambio d’orzo. Et per tal scaglionare la bocca non sol diventa più agevole al freno, ma anco migliore in ogni cosa; facendo anco il cavar di tai denti che il cavallo non patisca quelle punture acute nelle giengive & barre, che suol patire & nel mangiare & nel portar del freno molte volte, per il crescer d’essi tropp’alti, & troppo acuti. Il che li toglie ben spesso il mangiare à bastanza; li fa divenir magri, & li fa scrollar la testa; & beccheggiare, sotto la mano del cavalliere. Ma nel cavar de scaglioni la luna vuol essere nel scemare; & se fosse anco nel segno di Vergine giovarebbe molto; secondo alcuni auttori.