Il cavalier Giocondo/L'autore a chi legge
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Lettera di dedica | Personaggi | ► |
L'AUTORE
A CHI LEGGE.1
.
Per altro considerando i Viaggiatori che intervengono nella Commedia come episodi, e parte integrante dell’opera, sono tutti caratteri originali. Donna Marianna fa rilevare i pregiudizi di una Madre acciecata soverchiamente dall’amore materno; Rinaldino le conseguenze di un Figliuolo male educato; madama Bignè ci rappresenta una femmina inquieta, volubile, capricciosa; il Conte, suo cognato, un povero galantuomo imbarazzato a custodire una femmina stravagante; don Alessandro un cicisbeo sofferente, ma finalmente annoiato; don Pedro un pedante schiavo dell’interesse; Gianfranco e Lisaura due impostori che girano il mondo; ed il marchese di Sana ci dà l’idea dell’uomo savio e morigerato.
Ciascheduno di questi caratteri bastar potrebbe al soggetto di una Commedia; ma io ho avvezzato il popolo a vederne tanti insieme in una sola rappresentazione, che di uno e di due i spettatori non si contentano. Come dunque si può mantenere perenne la sorgente dei caratteri, usandone così a dovizia? Ecco l’arte di cui mi valgo. Il carattere istesso, posto in un altro prospetto di quello in cui mi valsi una volta, mi serve tante altre volte, quante a cambiarlo mi accingo. L’Avaro è un carattere, ma dieci avari si possono rappresentare con altra condotta e in altre circostanze costituiti; così il Superbo, così il Prodigo, così la Donna fantastica, la spiritosa, o la sciocca. Tutto consiste a non ridire le cose dette, a non rimettere in scena gli avvenimenti rappresentati, e a fare che in ottanta Commedie, due non si somiglino fra di loro. Finora mi è riuscito di farlo. Lo farò in avvenire? Voglio lusingarmi di sì. I caratteri non sono infiniti in genere, ma ponno essere infiniti in specie. Ogni testa pensa a suo modo, e dal pensare degli uomini, e dall’operare che fanno a seconda dei loro pensieri, raccolgo l’abbondante messe degl’intrecci, del ridicolo e dei comici avvenimenti, parte veri, e verisimili in parte.
- ↑ Fu stampato in testa alla commedia, nel t. IV (1758) dell’ed. Pitteri di Venezia.