Il buon cuore - Anno XIV, n. 16 - 17 aprile 1915/Educazione ed Istruzione
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Educazione ed Istruzione
L’isola degli uccelli
Nel mezzo del Pacifico, nell’Arcipelago delle Havar, si trova una piccola isola, Laysan, o Byers, che può essere chiamata a ragione, l’isola degli uccelli. Infatti, i membri della missione scientifica che il Governo americano ha mandato ultimamente in quelle lontane isolette, sono probabilmente i primi es-
seri umani che vi abbiano posto il piede, e da tempo immemorabile, l’isola di Laysan non è stata abitata. che da uccelli, i quali vi si trovano in una quantità veramente straordinaria.
Quella popolazione alata, composta di varie specie, viveva evidentemente così solitaria e così calma, che all’arrivo dei naturalisti americani, gli uccelli non si spaventarono punto, anzi si fecero curiosamente intorno ad essi. Uno dei membri di questa spedizione, Walter K. Fisher, narra che un albatro gli si avvicinò e si mise a guardare con grande attenzione la macchina fotografica di cui il viaggiatore era munito; e così pure egli racconta che un francolino, evidentemente preso da grande simpatia per lui, gli si mise al fianco e per tutto il tempo che egli passò in quell’isola, non si staccò più da lui seguendolo in tutti i luoghi nei quali egli andava. Una volta il Fisher cercò di spaventarlo agitando le mani e gridando, ma sul francolno quelle minaccie non fecero alcuna impressione.
I naturalisti americani furono meravigliati non
soltanto di quella che essi chiamarono la domestichezza istintiva di quegli uccelli, ma anche della loro
enorme quantità. Il Fisher calcola che tra tutti sieno
un milione, numero straordinario in proporzione ai 4
chilometri quadrati dell’isola.»Una circostanza che
permette loro di moltiplicarsi in grandi proporzioni
su di uno spazio relativamente ristretto, è’questa, che
i nidi sono sovrapposti l’uno all’altro come i piani di
una casa e che ciascuna specie di uccelli sceglie un
piano per sè: così, per es. al pianterrerka,si trova la
procellaria, più sopra la rondine di mare, più su ancora l’uccello dei tropici dalla coda rossa, e così via,
fino alla fregata che abita all’ultimo piano.
I naturalisti americani nell’eseguire l’esplorazione dell’isola dovettero procedere con infinita precauzione, giaCehè trovarono nidi e uova dappertutto; essi notarono che le varie colonie di.tiecelli si sono divise amichevolmente il terreno_ dell’isola, e che
nessuna colonia si permette d’invadere il terreno
delle altre., Il Fisher crede che l’isola di Laysan sia un centro ornitologico dal quale partono degli emigranti e
verso il quale immigrano delle colonie, questo movimento di emigrazione e di immigrazione compiendosi con perfetta regolarità.
Le varie specie di uccelli che abitano l’isola di
questa cirLaysan, si cibano quasi tutte di pesci;
costanza hanno approfittato molti pescatori i quali,
quando furono rese di pubblica ragione le osservazioni fatte dai naturalisti americani, si recarono a
stabilirsi in altre isole vicine a quella e, presi degli
uccelli vivi, se ne servono ora per farli pescare.
Gli esploratori americani hanno riportato, tornando dall’isola, alcuni esemplari delle varie specie
di uccelli che la popolano e tra le quali se ne trova
una che finora era del tutto sconoscuita e che dal Fisher è stata battezzata col nome di procelstrena saxatilis, perchè depone le uova nel eavo delle rocce.
Come si vede la missione compiuta dal Fisher e
dai suoi compagni, in quell’isola, la quale si trova a
25°42’ di latitudine meridionale, a.800 miglia ad ovest di Honolulu, presenta un interesse scientifico di
non piccolo momento; infatti è forse la prima volta
che gli esploratori. si trovano di fronte ad una colonia alata estremamente numerosa la quale vive regolata da savie leggi che le democrazie umane farebbero forse bene a studiare e a imitare.