Il buon cuore - Anno XIV, n. 05 - 30 gennaio 1915/Religione

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Il buon cuore - Anno XIV, n. 05 - 30 gennaio 1915 Beneficenza

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Vangelo della Sessagesima

Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù narrò alle turbe e ari suoi discepoli questa parabola: Ecco che un seminatore andò per seminare. E mentre egli spargeva il seme, cadde parte lungo la strada; e sopraggiunsero gli uccelli dell’aria e lo mangiarono. Parte cadde in luogfai ove non aveva molto terra; e.subito spuntò tuoni, perchè non aveva profondità di terreno; ma levatosi il sole, lo infuocò; ’e per non aver radice, seccò. Un’altra parte caddi tra le spine; e crebber le spine e lo soffocarono. Un’altra finalmente cadde sopra una buona terra e fruttificò, dove cento per uno, dove sessanta, dove trenta. E accostatisi i suoi discepoli, gli dissero: Per qual motivo parli tu ad essi per via di parabole? Ed ei rispondendo, disse loro: Perchè a voi è concesso di intendere i misteri del regno dei cieli; ma ad essi ciò non è stato concesso. Imperocchè a chi ha, sitrà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro per vie di parabole, perchè vedendo non vedono e udendo non odono, nè intendono. E compiesi in essi la profezia di Isaia, che dice: Udirete colle vostre orecchie, e non intenderete; e -mirerete coi vostri occhi, e non vedrete. Imperocchè questo popolo ha un cuor crasso, ed è duro d’orecchie, ed ha chiusi gli occhi; affinchè a [p. 37 modifica]sorte non veggano cogli occhi, nè odano colle orecchie, nè comprendano col cuore, onde si convertano, ed io li risani. Ma beati sono i vostri occhi, che vedono, ed i vostri orecchi, che odono. Imperocchè vi dico in verità, che molti profeti e molti giusti desiderarono di veder quello che voi vedete, e non lo videro, e di udire quello che voi udite, e non lo udirono. Voi pertanto ascoltate la parabola.del seminatore. Chiunque ode la parabola del regno e non intende, viene il tristo e rapisce ciò che fu seminato nel suo’ cuore; questi è colui che ha seminato lungo’la via. Colai che ha seminato lungo un terreno sassoso è quegli che ode la parola e subito la riceve con gaudio; non ha poi radice in sè, perchè è temporale. Suscitasi una tribolazione, od una persecuzione per la parola, subito si scandolezza. Colui che ha seminato fra le spine è quegli che ascolta la parola, e la sollecitudine di questo secolo e la fallacia delle ricchezze la soffoca e rimane Senza frutto. Colei che ha seminato in buon terreno è quegli che ascolta la parola, l’intende, fa frutto e rende dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. (S. MATTEO, Cap. 131.

Pensieri. Nessuna accusa, contro la Chiesa, è più ingiusta dell’accusa di essere faarice dell’ignoranza. Eppure nessuna accusa è più frequente di questa. La gran voce del pubblico sono ora i giornali: leggeteli; il perpetuo ritornello, specialmente in momenti di elezioni, quando di contro ’a un incredulo sta un credente, o quando nei Congressi q nei Consigli Comunali si discute dell’istruzione religiosa nella scuola, è sempre questo: via il deputato credente, cattolico, clericale, fuori il catechismo dalle scuole; noi non vo filiamo l’oscurantismo, l’ignoranza, la superstizione. Eppure la parola della Chiesa è’ la parola di Dio; eppure il mezzo col quale la Chiesa diffuse e diffonde la sua dottrina, è il più nobile ed elevato; e la predicazione, è la parola rivolta alla parte più alta dell’uomo, all’intelligenza! Le Università, che,sono in mezzo ai popoli ci-. vili il faro in cui si alimenta e da cui parte la, luce dell’umano sapere, da chi furono iniziate, sussidiate? Dai Pontefici! Il Medio Evo viene predicato come ’l’epoca dell’oscurantismo, nella quale la Chiesa tenerla asservite le intelligenze, i popoli; e quale epo,ca è il Medio Evo? L’epoca che ci ha dato una ’scuola, la Scolastica, che fu la palestra di tutte k più arate intelligenze, intorno alle più elevate e difficili questioni delle menti umane, l’epoca che in Italia ci ha dato San Tomaso, San Bonavèntura, Dante, e fuori d’Italia Alberto Magno e Bernardo. L’arte è una delle manifestazioni del sapere. Milano è tenuta per una delk città più innanzi nel progresso intellettuale; quali sono i monumenti più artistici, più splendidi in Milano, dei quali essa va giustamente superba? Il Duomo, l’Ospedale Maggiore, il Castello Sforzesco... Sono tre monumenti del Medio Evo! Se ’dovessimo seguire, uno dei principi della

scienza moderna, che l’uomo, nelle sue cognizioni, è il frutto dell’ambiente in cui si trova, se dovessimo, credere al determinismo, per cui l’uomo non’è tanto la causa,libera dei suoi atti, quanto il risultato delle circostanze esterne, quale concetto dovremmo noi farci della coltura generale di un’epoca che ha per esponenti, o causa o effetto, Tomaso, Dante, Leonardo! Eppure è vera, sulle labbra di molti che la pronunciano, questa frase: la Chiesa è madre di asciirantismo; di ignoranza, di superstizione: per essi accettare la dottrina,-le pratiche della Chiesa, sarebbe ’ davvero superstizione, ignoranza, oscurantismo: perchè?... Perchè dovrebbero credere senza conosce, re le ragioni del credere. Queste ragioni ’ci ’sono? Sì,. ci sono. Peì-chè non le conoscono? perchè non le apprezzano? perchè non le studiano; perchè.... diciamo la parola cruda, tagliente, perchè è la vera; perchè.... sono ignoranti! E il peggio è che sono ignoranti colla pretesa di essere sapienti, sono ignoranti che prendono, Fign6ranza propria per misura delle credenze altrui. L’incredulità ’attuale è figlia in gran parte del non sapere quali siano le.clottrine della Chiesa, dell’ignorare le ragioni che provano la verità delle sue dottrine; incredulità che purtroppo andrà sempre più crescendo perchè si erige a massima fondamentale dell’istruzione pubblica la soppressione dell’insegnamento religioso nelle scuole. Processo di logica mirabile! Per ’sapere, e sapere di più, si prescrive di non studiare; non studiare noi, e impedire di studiare’ agli altri. Questa ignoranza, così assoluta e che rifiuta il rimedio a se stessa presso gli increduli, si trova, in proporzioni maggiori o minori, diffusa anche presso i credenti: anzi, è questa relativa ignoranza.che a poco a poco li porta a intrupparsi nella ’schiera degli increduli: dal non studiare giunsero al punto di non capire, dal non capire arrivarono al punto di non credere. Il Vangelo odierno è la spiegazione del gran mistero della incredulità così largamente diffusa. seminatore, Iddio, ed i suoi rappresentanti, i Sacerdoti della Chiesa di Dio, spargonci la semente: la semente ’è buona, ma purtroppo non sempre è bì,ono il terreno cl’la riceve: la diversità del terreno determina la sorte diversa della semente.

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Una parte della semente cadde lungo la strada; sopraggiunsero gli uccelli dell’aria é la mangia, reco; o come aggiunse in seguito Cristo commentai-1dt la parabola agli Apostoli, viene iil maligno e toglie quel che era stato seminato. Nella ’strada, in rapporto alla semente, si riscoutrano tre caratteri: la durezza,..1a superficialità, la distrazione. La strada è dura, e ricalcata, la semen te non può assolutamente ’mettervi radice; rimane senza base sulla superficie della strada, esposta a tutte le cause che la possono portar via, gli uccelli del [p. 38 modifica]l’aria, ed anche il maligno, che rappresenta ogni ogni potenza avversa. La strada colla sua durezza è immagine di quelle, menti, dure, refrattarie, che non hanno in sè nessuna propensione a ricevere la parola di Dio: la sentono da un orecchio, e loro esce dall’altro: la più leggera distrazione che sorge 1a porta via; è ben detto, un uccello che vola: peggio poi se arriva qualcuno animato da perverse intenzioni, il maligno, Cioè un cattivo compagno, un libro cattivo, i giornali... E’ strana la malefica influenza che esercita un giornale cattivo nel portar via dalla mente di molti la buona semente, i buoni principi: questi principi furono ricevuti, ma non sono radicati: nan si ebbe cura di approfondirli, di farli diventar nostri colla istruzione successiva, colla riflessione; sono rimasti lì alla superficie; non hanno forza di resistenza: il solo fatto di un’asserzione contraria, basta a demolire tutto l’edilizio della fede: l’ha Netto il giornale.... Per molti la scienza religiosa si riduce qui. E quali giornali sono!

La buona semente cadde in secondo luogo in ’mezzo ai sassi: c’era della terra, ma poca: la semente potè prendere ’radice; anzi si dischiuse subito; ma le radici non poterono approfondirsi. Sorse il sole e la disseccò! • Il terreno sassoso, con poca terra che raccoglie la semente, e tosto spunta, è immagine di coloro che non hanno preconcetta avversione alla parola di •Dio, anzi, cristianamente educati, sentono propensione ad ascoltarla, a gustarla. Sono quelli che quando compare, in una città, un valente oratore, che diventa subito di moda, accorrono ad ascoltarlo, né esaltano l’eloquenza, ne diventano paladini nel loro animo.è come un’improvvisa fioritura di sentimenti religiosi. Ma è un’impressione affatta superficiale; una impressione che sfiora, senza penetrarvi, l’anima, come una piuma di cappellino che svolazza sul capo. Passato il quaresimale, passato il quarto d’ora di novità che rese interessante la lettura di un libro buono, si rientra nello stato di indifferenza abituale; non si va più alla predica, non si sostituisce la predica con una buona lettura in casa; non si ripuliscono le armi contro gli assalti della indifferenza, dello spirito di critica, della galanteria; le tentazioni sorgono, le tentazioni esterne, le tentazioni interne; arrivano le tribolazioni; la fede è minacciata nella mente, la virtù nel cuore; ci vorrebbe nella mente, per resistere, una soda istruzione che dissipasse con risposte illuminate le obje-. zioni, ci vorrebbe nel cuore un proposito serio di virtù che facesse la difesa più forte dell’assalto; qiieSta istruzione non c’è, questo proposito non c’è; si indietreggia, si transige, si cede, si cade!

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Un’altra parte della buona semente cadde fra le spine; crebber le spine e la soffocarono. Il terreno per sè è buono; ha buona terra, ha terra suf ficiente. Crescon le spine, potrebbe crescere anche ia buona semente. E la buona semente cresce, ma, ahi, crescono insieme anche le spine, e crescono tanto, e sono così audaci, nel’crescere, sono così invadenti, che il frutto della buona semente resta impedito, intralciato,, soffocato, e prima ’di giungere a maturità, muore! Le ’spine sono le preoccupazioni materiali della ’vita, ’sono gli affari, gli interessi, i commerci...Questi affari ’non sono per sè in contraddizione ’colto spirito religioso, nel senso di rappresentare un dovere nella vita, un lavoro proficuo per noi e per le persone alle quali siamo tenuti di ’pensare e di provvedere; si possono dire anzi una emanazione della, religione, una intimazione della religione. Ciò che è dannoso, ciò che è riprovevole, è il loro crescere, è il loro sovrabbondare, è un riempire la vita, è un essere tutta la vita! ’In un’epoca di attività febbrile, come la ’nostra, si può dire questo ’l’attentato più fatale contro la fede religiosa: lavorare, lavorare per guadagnare, per arricchirsi, per rendere comoda, sicura la vita materiale; ecco a, che cosa si riduce la vita di molti.... Addio istruzione religiosa, addio letture buone, addio prediche, addio preghiere, addio sacramenti; neanche la Messa alla domenica, neanche i sacramenti a Pasqua; si lavora, si lavora, non si ha tempo ri pensare ad altro: la terra ha fatto dimenticare ’completamente il cielo. E il risultato? Arriva il giorno in cui le forze scemano, le forze n:mcano, la vita si esaurisce nel suo stesso eccesso... la terra, per cui abbiamo fatto tutto, non ha più a darci che una tomba, sia pure una fomba con-nata di, fiori, ma una tomba! La Vita futura che c. attende, la vita futura a cui si doveva indirizzare la vita presente, la vita futura si schiude, ci apre i.suoi battenti, bisogna entrarci.... ’sarebbe il mon ento di presentare tutto il tesoro di buone azioni preparato, raccolto nella vita, e invece... le mani sono vuote, l’anima è nuda dinnanzi a Dio, che aspetta,.che chiede, che esige, che giudica; si è lavorato tanto e non si ha nelle mani nulla; si è lavorato solo per la terra, è rimasto tutto sulla terra! State, qua janasti cujus crunt? ’Non è questa la condizione di ’molti, di moltissimi dell’epoca nostra? Felici se al momento dell’ultime trapasso, può sorgere un lampo di fede che rischiari la vita presente, ce ne manifesti il nulla, ci faccia apparire in tutta la sua imponente realtà la vita futura, ci faccia emettere un atto, che nella condanna di ciò che abbiam fatto, crei un titolo di perdono dalla parte di Dio, crei un merito per quella vita futura alla quale non si è ’pensato mai, e che olia non ’rappresenta più che la sola vera vita, vita immanente, vita eterna!

Finalmente un’ultima parte della semente cadde in buon terreno, e fruttificò dove cento per uno, dóve sessanta, dove trenta. Non si richiede che ogni seme abbia a dare un frutto eguale, il massimo frutto; basti che sia un frutto, un frutto corrispon [p. 39 modifica]dente alle condizioni del terreno, che può essere vario, pur essendo tutto buono, nelle gradazioni della sua bontà. In tutte le condizioni noi possiamo salvarci; basta che sappiamo unire insieme due cose: kloveri e grazia, doveri del nostro. stato, grazia di Dio. O parola, di Dio, tu cadendo nell’anima nostra, vi possa trovare il buón terreno che rende, come la semente dell’odierno Vangelo, il cento per uno, il sessanta, il trenta! La parola di Dio in- noi, quale luce, quale grandezza, quale felicità! Noi diVenteremo un riflesso di Dio, noi, nel terreno involucro, diventeremo la vita stessa di. Dio: Dio nelle idee, Dio nei sentimenti, Dio negli intenti, Dio nelle opere, Dio nella bontà, Dio nella generosità, Dio nella.sua molteplice perfezione. La santità diventerebbe la condizione comune della vita umana, con tutte le bellezze morali e i benefici della santità. Non rifiutiamoci di entrare noi pure a far parte di questa ’benefica fioritura: dopo di avere deliziato la terra col profumo della nostra virtù, una mano divina ci coglierà, e ci, porterà, fiore soave, a brillare per sempre nella Corona del Cielo. L. V. Zik.

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Mercoledi nella Insigne Basilica di S. Ambrogio vennero fatti i funerali di Mons. LUIGI ORSEti Decano del Capitolo. Aveva la rispettabile età di anni 88. Tutti i membri del Capitolo erano presenti. Monsignor Abate mitrato Filippo Roncari funzionò nelle esequie, e mons. Luigi Vitali celebrò la Messa. Monsignor Luigi Orsenigo fu sacerdote pio, zelante, distinto per ingegno e coltura. Devotissimo-alle direzioni vaticane, apparteneva pérò alla schiera dei sacerdoti, milanesi che professavano un culto di venerazione alla persona e alle dottrine di Rosmini. Illuminato direttore di coscienza, egli aveva fondato la Società di S. Savina, della quale era anche presidente, e la sua direzione era vivamente apprezzata nella Pia Casa di Nazareth, che vedevano in lui il fratello della fondatrice della Casa, insieme al Padre Missionario Salerio. Dalla Casa di salute Caneva, in via Donizetti,’ partiva mercoledì un imponente corteo che accompagnava alla Chiesa di S. M. della Passione la salma del giovane medico, CARLO CORBETTA, da morte immatura rapito alla famiglia, di soli 43 anni. EsSendo ascritto alla milizia territoriale, un plotone,di sfidati di fanteria, colla rappresentanza di ufficiali di tutte le armi e la fanfara, lo accompagnava. Numerosa schiera di compagni medici, ‘ di parerti, di ’amici, ricordando i meriti dell’estinto, la sua attività, la sua modestia, il suo criterio,’ colla promessa di lieto avvenire, gli facevano intorno ce,rona. Destava un senso di viva commozione il ve 39

derc nel seguito la giovine sposa rimasta vedova coi due piccoli’ bambini, gettati nel lutto nel momento appunto in cui, nelle dolcezze domestiche, più lieta si apriva la vita..

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Su proposta. di perSone volonterose la Società «La Formica» si fa promotrcie d’un appello a tutte le Collettrici delle quali è noto il generoso slancio, affinché si compiacCiano raccogliere fra le loro formiche e persone estranee alla Società, indumenti per bambini e adulti (la mandare nei luoghi maggiormente colpiti dal terremoto da dove giungono ogni giorno angosciose domande d’aiuto. Si prega di inviare il raccolto in via Spiga 46, presso la signorina Sormani, non più tardi del 5 febbraio, dalle 9 alle 18.