Il buon cuore - Anno XIII, n. 40 - 5 dicembre 1914/Commemorazione

Commemorazione

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Il buon cuore - Anno XIII, n. 40 - 5 dicembre 1914 Educazione Istruzione

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Solenne Commemorazione

di Monsignor Bonomelli


Per iniziativa dell’«Opera di Assistenza agli operai emigrati in Europa», di cui Mons. Bonomelli fu il fondatore, ebbe luogo a Milano, il 25 novembre una solenne commemorazione dell’illustre compianto Prelato.

La cerimonia consistette in una funzione di suffragio che si celebrò nella Chiesa di S. Alessandro, alle ore 10, ed in un discorso commemorativo che venne pronunciato dal prof. cav. Attilio De Marchi, Preside della R. Accademia Scientifico Letteraria, nel Salone dei Ciechi (via Vivaio, 7) alle ore 15 dello stesso giorno.

La commemorazione rivestì un particolare carattere di grandiosità per l’annunciato intervento di gran numero di Autorità, e personalità, di associazioni e rappresentanze.

S. M. la Regina Madre aveva delegato espressamente il Gentiluomo di Corte di servizio, principe Emilio Barbiano di Belgioioso d’Este ad intervenire alla cerimonia in Sua rappresentanza. S. E. il Cardinale Arcivescovo presenziò alla funzione del mattino, pronunziando un discorso di circostanza; S. E. il senatore Gallina, R. Commissario Generale per la Emigrazione, trattenuto a Roma per impegni d’ufficio ha espresso il suo vivo rincrescimento di non poter intervenire alla cerimonia alla quale però si fece rappresentare. Avevano pure assicurato il loro intervento senatori e deputati, i Ministri Plenipotenziari comm. Vito Finzi e Romano, il cav. Ceretti di Intra, ecc.

Mons. Morganti arcivescovo di Ravenna, era

rappresentato dal sac. prof. Carmagnola; il vescovo di Brescia da Mons. Gramatica, Prefetto dell’Ambrosiana; il Vicaria. Apostolico di Bologna, da Monsignor S. P. Grassi; la Società Italiana per gli studi filosofici e psicologici da padre prof. Gemelli e dal rev. dott. Olgiati; la Federazione per la assistenza agli emigranti transoceanici da Erminio Albonico.

Hanno aderito alla solenne cerimonia S. A. I. R. la principessa Laetizia, il generale Bricola, comandante la Divisione Militare, la Società operaia italiana ed il Circolo. Filarmonico italiano di Uster, la commissione Per fa emigrazione di Fabriano, il Comitato Pro Emigranti di Ravenna, il Segretariato del Popolo di Vicenza, i vescovi di Lodi, Pavia, ecc.

Presenziarono quasi tutti i Missionari dell’Opera, e fra questi Fulchero da Uster, il cav. De Vite, da Naters, Vasina da Meutier, Vignolo da S. Gallo, Chrìstillin da Grenchen.

Diamo anche l’elenco dei Rappresentanti delle diverse sezioni dell’«Opera di Assistenza» che convennero a Milano per render vieppiù solenne la manifestazione. Per Cremona il fido segretario del Compianto Prelato Mons. Cav. Emilio Lombardi, la Signora Ada Manara Mangili, il Sig. Manara; per Bergamo il sac. prof. Aurelio Stacchi; per Domodossola, il Conte Omodini Premoii e il marchese Antonio Rosselli Del Turco, per Firenze; per Ginevra, il Cav. Ernesto Ponti; per Novara, conte Avv. Marco Caccia di Romantino, il, Nob. Ing. G. G. Brati Previde; per Padova, l’On. marchese Ing. G. B. Manzoni; per Pinerolo, il Dr. C. B. Maffei; per Torino, il conte Avv. Vittorio di Prolormo; per Trento, il Nob. Leopoldo Federizzi; per Venezia, il conte Luigi Dona Dalle Rose, ed il Cav. Gustavo Becher; per Vercelli, l’Avv. Valentino Eellia; per Verona, il conte Ing. Giannantonio Campostrini, il conte Avvocato Emanuele Carlari, il Nob. Andrea Saladini; per Vicenza, il nob. di Giovanni Battista Clementi.

Altri delegati a rappresentanti inviarono pure le sezioni di Alessandria, Biella, Bologna, Brescia, Cuneo, Gallarate, Genova, Ivrea, Perugia, Roma, Rovato, Saluzzo, Varallo, Varese e Acqui.

Nella Chiesa di S. Alessandro ebbe luogo alle ore 10 la solenne funzione religiosa. [p. 314 modifica]La epigrafe apposta sulla facciata del tempio, -- dettata da mons. Carlo Loeatelli — diceva: o Quanti amano la religione — e ’la Patria — Qui oggi mesti convengono — porgendo pio suf fratzio per — 14ms. Bonomelli — Vescovo di Cremona -- della Fede con scritti immortali — Difensore validissimo — Della civile Società amico, intelligente, cordiale — Fondatore dell’Opera di Assistenza ai fratelli pel pane migranti — in Estere Regioni». Durante la funzione venne pure svolto un scelto programma di musica sacra, diretto dal Maestro Sac. Attilio Cimbro, e per i cori dal Sac. Andreoni e vennero tra l’altro eseguiti i seguenti pezzi del maestro Cimbro: a),«De Profundis Clamavi» a tre voci composto espressamente per la circostanza. «Messa Funebre» di rito Ambrosiano. «Libera me». Diamo un sunto dei discorsi pronunciati in S. Alessandro da S. Em. l’Arcivescovo, e nel salone dell’Istituto dei Ciechi, dal prof. Attilio De Marchi. L’Arcivescovo, finita la Messa, cantata da Monsignor Brera, Presidente della Consulta Ecclesiastica dell’opera di Assistenza, in pianeta e mitra, salito sul pergamo, con voce mesta e solenne che tradiva la commozione dell’animo, sviluppò i seguenti • pensieri. Cristo un giorno, vedendo dinnanzi a sè gran.turba di popolo, stanca ed affamata per averlo seguito da quattro giorni nel deserto, ebbe pietà, e dopo di aver saziato spiritualmente quel popolo colla sua parola, lo saziò corporalmente col miracolo della moltiplicazione dei pani. Questo senso di compassione verso i bisognosi nell’anima e nel corpo, Cristo lo trasfuse nei suoi ’Apostoli e nei Vescovi, successori degli Apostoli. E’ il sentimento di doppia carità è quello che ha inspirato Monsignor Bonomelli nell’opera di Assistenza per gli emigranti in Europa. Vide questa schiera di operai,. di tutte le parti d’Italia, spesso gravati da numerosa famiglia. recarsi fuori d’Italia, pressati dai bisogni e dalla fame, non potuti soddisfare in Patria, collocarsi nei lavori delle ferrovie, delle vetrerie, nello scavo dei canali, in Svizzera, in Austria, in Germania, in Francia. Chi può dire gli stenti, i pericoli, l’abbandono, di questi infelici, senz’alcuna istruzione e assistenza religiosa, che li portava all’abbrutimento dell’anima e del corpo? Monsignor Bonomelli, per esperienza propria. provò la verità e l’estensione di questo doppio male, e pensò di ripararlo, per amor di patria, insieme e di religione. L’opera di assistenza ne fu il risultato. E’ un’opera che, coll’aiuto di molti giovani sacerdoti, sparsi nei centri principali della emigrazione, mantiene vivo il sentimento della fede cattolica.

colle Telative pratiche religiose, e indirizza per aiuti materiali. Monsignor Bonomelli, specialmente nelle stagioni autunnali, recavasi, sebbene già cadente per l’età, a far visite a questi suoi figli di adozione, e non è a dire quanto la presenza de’ vescovo fondatore dell’Opera di Assistenza, giovasse a risvegliare la fiducia degli emigrati. lo zelo dei Missionari., Bonomelli dal Cielo, ove i suoi meriti, la preghiera dei buoni, la riconoscenza dei beneficati, speriamo l’abbiano già condotto. continuerà a proteggere quest’opera della sua mente e del suo cuore, più volte, ed anche recentemente,,benedetta, ed aiutata, da quella suprema garanzia di ogni istituzione cattolica, dal Papa colla sua benedizione. Il quadro preso a tracciare dall’oratore civile, il prof. Attilio, De Marchi, nel salone dell’Istituto dei Ciechi, fu assai più vasto; essa abbraccia tutti gli stadi della vita di Bonomelli. Bonomelli fu prima di tutto e innanzi tutto sacerdote, carattere da lui non mai smentito, nella molteplice manifestazione dei suoi scritti e delle sue opere. Due sentimenti furono sempre da lui associati, tanto da costituire quasi il suo programma caratteristico: patria e religione. Non sempre però egli pensò in modo eguale; nel suo volume Il Giovine studente, con argomenti, ricevuti dalla scuola, e consacrati da una lunga tradizione, si presentò sostenitore del potere.temporale. Questa sua maniera andò a poco a poco modificandosi, fino a portarlo alla convinzione opposta, per un lento prittcesso di idee e di considerazioni, di cui egli stesso non sapeva intermente rendersi conto e ragione, ma che era divenuta in lui convinzione irresistibile, tanto che, pur nella previsione di andar incontro a pericoli, non seppe resistere alla voce che insistentemente andava ripetendogli: scrivi, scrivi. E scrisse; e ne usci il celebre articolo, pubblicato nel numero 1 marzo 1889 della Rassegna Nazionale. col titolo Roma e l’Italia e la realtà delle cose.-Portava la firma generica: Un Prelato italiano. L’articolo venne posto all’Indice dei libri proibiti. Si faceva da alcuni il nome di Bonomelli, come autore dell’articolo, ma erano voci vaghe. Nella solennità della Pasqua, avvenuta poco tempo dopo, nel Duomo di Cremona, affollato di immenso popolo, Bonomelli in paramenti solenni, si proclainò autore dell’opuscolo, dichiarando di sottoporsi alla condanna fatta dalla suprema autorità ecclesiastica. In Bonomelli- riviveva un’altra volta Fenelon. L’impressione fu profonda. Era un atto di virtù, che avrebbe dovuto acquistargli la stima da tutte le persone religiose ed oneste!,Non fu cosi; molti coprirono il Vescovo di banali censure e di insulti. In altra circostanza il nome di Bonomelli venne fatto oggetto di vivaci recriminazioni, quando in occasione della morte di Umberto I, pregato dalla Regina Madre, oppressa dal dolore, appose il visto alla [p. 315 modifica]preghiera che ella, più che con l’inchiostro, aveva scritto colle lagrime. Un’opera di speciale carità, religiosa e patriottica attrasse poi la sua vigile attenzione, e occupò si può dire tutta l’ultima parte della sua vita, l’opera di assistenza per gli emigranti in Europa, compagno ed emulo del suo illustre amico Scalabrini, Vescovo di Piacenza, fondatore dell’opera di assistenza per gli emigratati italiani nel nord dell’America. Istitui all’uopo un Comitato, composto di laici e di sacerdoti, che provvedessero gli uni ai bisogni materiali degli emigranti, gli altri ai bisogni spirituali, opera provvidenziale che fu la salute di molti italiani, specialmente in circostanze di grandi rovesci sociali, come avvenne allo scoppio della guerra attuale. All’opera di Vescovo, Bonornell.i associò quasi sempre l’opera dello scrittore, facile, brillante, con volumi di viaggi, con pastorali, che con turno ricorrente pubblicava ad ogni quaresima/ intorno ad argomenti di attualità sociale e religiosa: ne ricordiamo due, che attrassero maggiormente l’attenzione del pubblico, Dottrine consolanti e Separazione della Chiesa dallo Stato. Il vantaggio dell’opera di assistenza apparirà maggiormente e di speciale importanza in un avvenire non lontano quando gli italiani, conservatisi integri per la neutralità, saranno chiamati a colmare le lacune delle altre nazioni e,auste per l’immane guerra attuale. Le parole dell’egregio oratore, che apparvero più forti nella loro pacata semplicità, vennero alla fine coronate da un applauso ’clamoroso, universale. Monsignor Bonomelli fu nobile figura, che compi utili e grandi cose; la commemorazione che ne venne fatta in Milano il giorno 25 novembre 1914 fu degna delle opere sue e di lui. pclio fui ben contento di prendervi parte, compensandomi dell’immenso dolore che avevo provato nel passato agosto, al’l’epoca della sua morte, trovandomi non bene in salute ai bagni di Bormio, ove dovevamo trovarci assieme, come negli anni precedenti, di non poter vederlo e dargli l’ultimo addio! L. VITALI