Il buon cuore - Anno XII, n. 02 - 11 gennaio 1913/Religione

Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

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Vangelo della Domenica dopo l’Epifania

Testo del Vangelo.

E quando Egli fu arrivato all’età di dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme, secondo il solito di quella solennità, allorchè passati quei giorni, se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi genitori. E pensandosi, che Egli fosse coi compagni, camminarono una giornata, e lo andavano cercando tra i parenti e conoscenti. Nè avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme a ricercarlo. E avvenne che dopo tre gior ni lo trovarono, nel tempio, che sedeva in mezzo ai dottori, e gli ascoltava e gl’interrogava. E tutti quei che l’udivano, restavano attoniti della sua sapienza e delle sue risposte. E vedendolo (i genitori) ne fecero le meraviglie. E la madre sua gli disse: Figlio, perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che il padre ed io addolorati andavamo di te in cerca. Ed Egli disse loro: Perchè mi cercavate voi? Non sapevate, come nelle cose spettanti al Padre mio devo occuparmi? Ed eglino non compresero quel che Egli aveva lor detto. E se ne andò con essi, e fe’ ritorno a Nazareth, ed era ad essi soggetto. E la Madre sua di tutte queste cose faceva conserva in cuor suo. E Gesù avanzava in sapienza, in età e in grazia appresso a Dio e appresso gli uomini.

Pensieri.

Un primo rilievo si ha nell’osservare con quale premura e santa sollecitudine i beati genitori di Gesù — appena egli ha l’età della sufficienza — conducono al tempio. La legge — strettamente — non obbligava i fanciulli se non che a più tarda età dovessero portarsi in città per la Pasqua. Maria e Giuseppe non aspettano che ve li coStringa la sanzione legale: no, intravedendo essi l’efficacia religiosa sul tenerissimo animo del giovane figlio, s’affrettano a procurargli quei migliori e più idonei mezzi a raggiungere una. più perfetta e completa educazione. Santi ed avveduti genitori! Nella vicinanza degli altari sacri, di mezzo al fumo degli incensi, nella grandiosità maestosa del rito, dei sacri cantici sanno sapientemente educare, sanno creare ed infondervi una seconda, miglior vita, quella dello spirito, la vita morale, vita che là incomincia, di quello si nutre, restituendo sangue morale, fonte perenne di virtù, sacrificio. bene. Disgraziato genitore che — dato una sola vita, la materiale — crede tutto compiuto l’altissimo e sacrosanto incarico della paternità!... Disgraziato, se pago allo sviluppo delle fisiche energie, di ciò si accontenta ed allieta, lasciando al caso, al tempo, all’ambiente, agli studi, al futuro l’educazione della mente, del cuore, dello spirito. Ammiriamo la santa e seria preoccupazione di Maria, Giuseppe pel figlio loro!... In un confronto doloroso stigmatizziamo la leggerezza di’ molti che — non calcolando sacrifici veri — tutto indirizzano a ciò che è secondario, felici di darci un bell’uomo, un cittadino di più, non curanti se domani quello non allieterà di sua virtù la grande famiglia cristiana. • •

Can un senso d’infinito piacere in una ad una pena, leggiarno l’ansie di quei genitori, il loro ritorno su strade malfide e disagevoli, il bisogno di riposo, ristoro, il peregrinare dall’uno all’altro conoscente, il dolore della negata risposta alla loro richiesta del fanciullo. [p. 13 modifica]Cercare e ritrovare Gesù: ecco il loro unico e solo pensiero,_ per quanto li acqueti il senno maturo del bambino, le sue idee, il disamore del divertimento, la pietosa custodia che di lui Dio medesimo fatto avrebbe. Mal... Non molto tempo fa si leggeva sui giornali della città d’un divertimento affatto disonesto: la produzione francese era sguajata, gli attori avrebbero dato maggior calore alle tinte. Lieti, spensierati nel folto pubblico rideranno alle frasi scollacciate i buoni papà, le mamme indulgenti, le signorine s’inteneriranno alle lagrime alle disonestà vergognose della spiritosa.... Dio mio! quale differenza! Con tre giorni di ricerche, d’ansie, angoscie mortali cercavano Maria Giuseppe il loro figlio perso... le moderne, l’emancipate, diremo ancora — le buone madri — buone perchè al mattino avevano ben ascoltato la S. Messa la predica del venerando sacerdote — le buone madri d’oggi soffocano nel più grasso riso il Gesù luce, vigore dello spirito — nelle giovani e tenere menti dei loro nati. Quante’ volte — là nel chiuso d’un confessionale il vecchio sacerdote non ha raccolto con lagrime di fuoco la protesta di tardi e vecchi genitori sulla condotta dei figli. Invocano il braccio di Dio, invocano... quanto la parola del sacerdote si sforza di allontanare e mitigare. Perchè? Il vento ha dato tempesta. Ecco tutto. Genitori imitate Maria, la solerte educatrice, l’esempio classico delle madri. Il suo lamento è dolce: il suo lamento esclude l’asprezza: non ricorda il proprio diritto, ricorda il dolore provato: non per sè, per il padre addolorato si preoccupa nella domanda saggia e santa. Escludiamo l’asprezza nelle nostre correzioni: usiamo dolcezza, compatimento, pazienza senza debolezza: non creeremo reazioni violente, smonteremo i facili capricci, ci sarà facile correggendo persuadere ed educare. Avremo la buona risposta di Cristo: spiegato il voler del Padre, le necessità di sua missione, l’ultimo e pronto risultato è l’aver,seguito docile i propri genitori, presso dei quali fino a trent’anni si leggono quest’auree parole: era suddito a loro. B. R.

UN NOVELLO MONSIGNORE Con grande concorso di distinte famiglie, nella Basilica di S. Fedele, che vanta belle tradiricni per virtù di un clero eletto, si festeggiò con silenne funzione la nomina dell’egregio sacerdote doti. Cesare Orsenigo all’alto ufficio di Monsignore effettivo capitolare. La cerimonia riuscì commovente, più che per gli splendidi addobbi e per la buena rnosi ca, per l’interessamento affettuoso del clero, dei p0polo e degli amici, che, uniti in un solo pensiero, vollero e seppero preparare un degno omaggio al novello Monsignore. Il dotto sacerdote — la cui profonda cultura si è rivelata specialmente nella importante pubblicazione continuata un triennio in preparazione delle feste centenarie commemorative di S. Carlo — è stato chiamato da S. E. il Cardinale Arcivescovo a sostituire il rimpianto Mons. Grasselli, e la sostituzione è veramente degna, perchè Monsignor Orsenigo, studioso ed educatore geniale della gioventù che lo circonda con venerazione in importanti istituti, mente equilibrata, cuore gentile, saggio direttore di coscienze, modello di bontà e di carità, di prudenza e di rettitudine civile e religiosa, porta seco all’alto ufficio, colla conoscenza di varie lingue, un ricco corredo di doti rare, sostenute da una preziosa esperienza. A ragione si disse che nella festa di ieri si trovò tutto lo spirito animatore dell’ambiente di S. Fedele, eco ancora vivissima di quel grande, indimenticabile proposto Catena e merito non piccolo del suo successore don Edoardo Nava. Fu così anche una festa piena di dolci armonie famigliari. Tutto ciò senza dolorosi -distacchi, perchè Mons. Orsenigo, pur assumendo il nuovo ufficio curiale, non abbandona S. Fedele, e rimane ancora la colonna dell’Opera pia per la cura di Salsomaggiore, che si intitola al nome di don, Adalberto Catena.