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12 IL BUON CUORE


e allo svilupparsi di giovani Stati transoceanici come a vasti campi di eperienze economico-sociali; hanno letto negli avvenimenti contemporanei delle colonie la conferma alle loro leggi che, per ciò stesso, venivano ad acquistare un carattere sperimentale e generale. Così gli ammasetramenti che agevolmente si potrebbero trarre dagli esperimenti recenti di colonizzazione italiana fatti al Cile, potrebbero servire per una più ampia visione di questi importanti problemi dell’economia nazionale. Però non perdeieino di vista il fine prima acoennato. Fino a tanto che la conquista felicemente iniziata e l’assetto definitivo delle nuove colonie italiane nell’Africa, lo sviluppo ulteriore dell’industria nazionale, e una legislazione sociale più progredita clic garantisca in patria la vecchiaia e l’invalidità dei lavoratori, non abbiano posto efficace ritegno alla nostra sempre considerevole emigrazione; fino a tanto che il popolo italiano non abbia raggiunto le condizioni demografiche del popolo tedesco, per le quali un aumento fortissimo della popolazione ha trovato modo di coesistere con una rapida decrescenza dell’emigrazione (I); fino a tanto che non si siano verificate tutte queste condizioni, non sarà mai inutile cercare nuovi sbocchi alla nostra emigrazione. Ora il Cile, quantunque non offra di per sè condizioni opportune per una vasta colonizzazione italiana e per un numeroso invio di nostri emigranti, tuttavia, nel suo piccolo, ha offerto all’attenzione degli studiosi diversi saggi riusciti di colonizzazione italiana e di impiego della nostra mano d’opera, saggi dai quali potremo trarre ammaestramenti di molteplice natura. (Continua), (i) Come si sia verificata in germania la simultaneità tra questi termini: aumento della popolazione, crescenza dell’immigrazione e decrescenza cella emigrazione, lo ha dimostrato Roberto Michels in un articolo: a Perché i tedeschi non emierano più» nella Riforma Sooiale (fascicolo 7, Ottobre-Novemvte 1911).

Religione


Vangelo della Domenica dopo l’Epifania

Testo del Vangelo.

E quando Egli fu arrivato all’età di dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme, secondo il solito di quella solennità, allorchè passati quei giorni, se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi genitori. E pensandosi, che Egli fosse coi compagni, camminarono una giornata, e lo andavano cercando tra i parenti e conoscenti. Nè avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme a ricercarlo. E avvenne che dopo tre gior ni lo trovarono, nel tempio, che sedeva in mezzo ai dottori, e gli ascoltava e gl’interrogava. E tutti quei che l’udivano, restavano attoniti della sua sapienza e delle sue risposte. E vedendolo (i genitori) ne fecero le meraviglie. E la madre sua gli disse: Figlio, perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che il padre ed io addolorati andavamo di te in cerca. Ed Egli disse loro: Perchè mi cercavate voi? Non sapevate, come nelle cose spettanti al Padre mio devo occuparmi? Ed eglino non compresero quel che Egli aveva lor detto. E se ne andò con essi, e fe’ ritorno a Nazareth, ed era ad essi soggetto. E la Madre sua di tutte queste cose faceva conserva in cuor suo. E Gesù avanzava in sapienza, in età e in grazia appresso a Dio e appresso gli uomini.

Pensieri.

Un primo rilievo si ha nell’osservare con quale premura e santa sollecitudine i beati genitori di Gesù — appena egli ha l’età della sufficienza — conducono al tempio. La legge — strettamente — non obbligava i fanciulli se non che a più tarda età dovessero portarsi in città per la Pasqua. Maria e Giuseppe non aspettano che ve li coStringa la sanzione legale: no, intravedendo essi l’efficacia religiosa sul tenerissimo animo del giovane figlio, s’affrettano a procurargli quei migliori e più idonei mezzi a raggiungere una. più perfetta e completa educazione. Santi ed avveduti genitori! Nella vicinanza degli altari sacri, di mezzo al fumo degli incensi, nella grandiosità maestosa del rito, dei sacri cantici sanno sapientemente educare, sanno creare ed infondervi una seconda, miglior vita, quella dello spirito, la vita morale, vita che là incomincia, di quello si nutre, restituendo sangue morale, fonte perenne di virtù, sacrificio. bene. Disgraziato genitore che — dato una sola vita, la materiale — crede tutto compiuto l’altissimo e sacrosanto incarico della paternità!... Disgraziato, se pago allo sviluppo delle fisiche energie, di ciò si accontenta ed allieta, lasciando al caso, al tempo, all’ambiente, agli studi, al futuro l’educazione della mente, del cuore, dello spirito. Ammiriamo la santa e seria preoccupazione di Maria, Giuseppe pel figlio loro!... In un confronto doloroso stigmatizziamo la leggerezza di’ molti che — non calcolando sacrifici veri — tutto indirizzano a ciò che è secondario, felici di darci un bell’uomo, un cittadino di più, non curanti se domani quello non allieterà di sua virtù la grande famiglia cristiana. • •

Can un senso d’infinito piacere in una ad una pena, leggiarno l’ansie di quei genitori, il loro ritorno su strade malfide e disagevoli, il bisogno di riposo, ristoro, il peregrinare dall’uno all’altro conoscente, il dolore della negata risposta alla loro richiesta del fanciullo.