Il buon cuore - Anno XI, n. 23 - 8 giugno 1912/Educazione ed Istruzione

Educazione ed Istruzione

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I pericoli dello Sport


Etimologicamente parlando la coltura fisica non ha che uno scopo, l’allenamento muscolare per ottenere lo sviluppo completo dell’individuo e metterlo in possesso di tutta la bellezza e di tutta la forza che la natura ha deposto allo stato latente nel suo organismo.

Qualunque genere di sport può dare al nostro corpo una linea speciale di forma senza però riuscire a svilupparlo in modo completo e impeccabile, perchè nella pratica esclusiva di un solo sport vediamo agire quasi sempre, la virtuosità. Perchè allora la preoccupazione dominante non è il miglioramento dell’individuo, ma bensì l’esagerazione delle funzioni di un solo organo, che deve sostenere lo sforzo localizzato.

Noi dobbiamo assolutamente reagire contro questo genere di vedute in fatto di sport che mette solamente davanti al giovane principiante il lato meschino di esso, cioè il campionato da conquistare o il récord da battere. Il giovane senza discernimento alcuno, dando solo ascolto alla propria vanità, si lancia nella pratica di quello sport che gli sembra di più facile attuazione. E ad esempio se egli è ben provvisto di braccia si darà immancabilmente agli esercizi di forza, alla lotta, agli attrezzi di ginnastica: se al contrario si sente debole, rifiuterà ogni sforzo erculeo, dandosi completamente agli esercizi di velocità, alle famose corse ciclistiche, alle maratone pedestri, utilizzando la forza ch’egli possiede di già in certi muscoli, di modo che sono sempre gli stessi gruppi muscolari che avranno il beneficio [p. 183 modifica]dell’allenamento, mentre effettivamente non ne sentirebbero necessità.

Se il nostro principiante non riesce nella sua ambizione ad abbassare il récord, se a fianco di lui si trovano dei compagni meglio dotati fisicamente, eccolo scoraggiato e perduto per lo sport. Da praticante egli diventa spettatore e da ciò la grande folla degli «amateurs» per ammirare il tal campione e il conseguente ristretto numero dei partecipanti alle gare. Su mille persone che assistono ad un macht qualsiasi, provatevi a contare quanti praticano lo stesso sport, e non ne troverete forse un centinaio.

Ed è precisamente a questo risultato che conduce quella malattia speciale detta recordmania: una anche essa delle tante forme della follia umana.

Il pubblico che sportivamente parlando se n’intende, in generale, pardon.... come un branco di pecore, non concede la sua curiosità ed il suo entusiasmo che alle étoiles della gara; gli altri sono quantità trascurabili e, per, due o tre individui che possono avere la chance di diventare recordmann, tutti gli altri devono fatalmente rinunciare alla gioia tonificante e moralizzatrice dell’allenamento, disillusi di non vedere in se stessi la stoffa del campione.

Se in luogo di riservare gli incoraggiamenti e l’entusiasmo per questi specialisti dello sport si considerassero nello stesso modo gli uomini completi fisicamente e cioè capaci, sia nella corsa, che nella lotta, nel salto e in tutti gli esercizi atletici in genere; si riuscirebbe a dirigere gli sforzi di questi principianti verso lo scopo di formare l’uomo completo fisicamente, scopo che è il solo buono e desiderabile.

Non c’è bisogno solamente di uomini aventi braccia muscolose e forniti di muscoli alle gambe per correre e saltare, delle mani per afferrare con forza, delle braccia per arrampicarsi alla corda, dei dorsi per sostenere un peso, portarlo a abbattere l’avversario, ma anche di una costituzione fisica adatta a ben digerire e a ben respirare.

Solo allora, ma solamente allora, l’individuo potrà dedicarsi a quel genere d’esercizio che più lo appassiona senza temere alcuna deformazione anatomica.

Questa integralità e uniformità di sviluppo umano è quello a cui deve mirare la coltura fisica.

Ambrogio Paronelli.

Un parco nazionale svizzero

per la conservazione della fauna e della flora alpestre

Da parecchi anni si discuteva in Svizzera di formare un parco nazionale, che avrebbe dovuto essere una specie di rifugio della fauna e della flora alpestre, un angolo tranquillo ove almeno i camosci avessero potuto pascolare in pace lontano dai a palace heitels e dalle strade ferrate di montagna.

La Società elvetica per le scienze naturali si è messa ora in campagna ed ha promosso la formazione di una Lega che renderà popolare ed attuerà l’idea di un parco nazionale.

Il Consiglio federale ha in questi giorni approvato uno schema di convenzione con la quale il comune di Zernetz, nella Bassa Engadina, cede in affitto una parte del suo territorio per la durata di 99 anni e pel prezzo di 18 mila franchi all’anno. La regione così data in affitto comprende le vallate selvaggie di Cluozza, di Tantermozza e l’Ofenberg, che si trovano presso la frontiera italiana e nella immediata vicinanza del Tirolo.

Altri negoziati vennero intrapresi con altri Comuni per estendere i limiti di questo parco nazionale.

La regione del futuro parco è poco conosciuta dai turisti, poichè rari sentieri danno accesso a quei siti selvaggi e a quelle solitudini.

La Commissione svizzera per la protezione della natura, che sarà incaricata della sorveglianza del parco, vi farà aprire qualche strada e vi farà costruire poche capanne. Tutto il resto sarà lasciato nella libertà di vegetazione e di vita più assoluta. Non si toccherà più un albero delle splendide foreste di conifere che coprono la massima parte di quelle valli, e vi saranno assolutamente proibite la caccia e la pesca.

Un decreto speciale delle Camere federali fisserà le basi della partecipazione finanziaria dello Stato e il progetto troverà certo la migliore accoglienza tanto del Parlamento, come dell’opinione pubblica.

Già gli Stati Uniti hanno fatto qualche cosa di simile, che è noto sotto il nome di «Reservation».

L’ENCOMIO DEL “FIGARO„ DI PARIGI

in onore di Elisabetta Oddone


L’esimia compositrice e cantante nostra concittadina signorina Elisabetta Oddone, simpaticamente nota ed apprezzata anche nelle sfere artistiche parigine, ha riportato in questi giorni un brillantissimo successo nella sua duplice veste d’autrice e di esecutrice, partecipando ad un concerto importantissimo tenutosi nelle sale del Figaro, concerto a cui presero parte anche le signore Agostinelli ed Hidalgo, i signori Smirnoff e Titta Ruffo.

Il diffuso autorevole giornale parigino, dopo avere detto che nelle melodie inedite dell’Oddone: Capelli d’oro, Mamma Mary e Frammenti, si rileva un senso musicale finissimo, ed una non comune eleganza del disegno melodico, aggiunge in seguito: «Noi abbiamo la fortuna di applaudire e l’autrice e l’interprete. Non sappiamo con chi tra le due dobbiamo maggiormente felicitarci».

Noi non abbiamo al riguardo nessun imbarazzo: ci rallegriamo in uguale misura con entrambe, lietissimi di vederle fuse in una sola geniale, squisita figura di artista.



La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.