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IL BUON CUORE 183


dell’allenamento, mentre effettivamente non ne sentirebbero necessità.

Se il nostro principiante non riesce nella sua ambizione ad abbassare il récord, se a fianco di lui si trovano dei compagni meglio dotati fisicamente, eccolo scoraggiato e perduto per lo sport. Da praticante egli diventa spettatore e da ciò la grande folla degli «amateurs» per ammirare il tal campione e il conseguente ristretto numero dei partecipanti alle gare. Su mille persone che assistono ad un macht qualsiasi, provatevi a contare quanti praticano lo stesso sport, e non ne troverete forse un centinaio.

Ed è precisamente a questo risultato che conduce quella malattia speciale detta recordmania: una anche essa delle tante forme della follia umana.

Il pubblico che sportivamente parlando se n’intende, in generale, pardon.... come un branco di pecore, non concede la sua curiosità ed il suo entusiasmo che alle étoiles della gara; gli altri sono quantità trascurabili e, per, due o tre individui che possono avere la chance di diventare recordmann, tutti gli altri devono fatalmente rinunciare alla gioia tonificante e moralizzatrice dell’allenamento, disillusi di non vedere in se stessi la stoffa del campione.

Se in luogo di riservare gli incoraggiamenti e l’entusiasmo per questi specialisti dello sport si considerassero nello stesso modo gli uomini completi fisicamente e cioè capaci, sia nella corsa, che nella lotta, nel salto e in tutti gli esercizi atletici in genere; si riuscirebbe a dirigere gli sforzi di questi principianti verso lo scopo di formare l’uomo completo fisicamente, scopo che è il solo buono e desiderabile.

Non c’è bisogno solamente di uomini aventi braccia muscolose e forniti di muscoli alle gambe per correre e saltare, delle mani per afferrare con forza, delle braccia per arrampicarsi alla corda, dei dorsi per sostenere un peso, portarlo a abbattere l’avversario, ma anche di una costituzione fisica adatta a ben digerire e a ben respirare.

Solo allora, ma solamente allora, l’individuo potrà dedicarsi a quel genere d’esercizio che più lo appassiona senza temere alcuna deformazione anatomica.

Questa integralità e uniformità di sviluppo umano è quello a cui deve mirare la coltura fisica.

Ambrogio Paronelli.

Un parco nazionale svizzero

per la conservazione della fauna e della flora alpestre

Da parecchi anni si discuteva in Svizzera di formare un parco nazionale, che avrebbe dovuto essere una specie di rifugio della fauna e della flora alpestre, un angolo tranquillo ove almeno i camosci avessero potuto pascolare in pace lontano dai a palace heitels e dalle strade ferrate di montagna.

La Società elvetica per le scienze naturali si è messa ora in campagna ed ha promosso la formazione di una
Lega che renderà popolare ed attuerà l’idea di un parco nazionale.

Il Consiglio federale ha in questi giorni approvato uno schema di convenzione con la quale il comune di Zernetz, nella Bassa Engadina, cede in affitto una parte del suo territorio per la durata di 99 anni e pel prezzo di 18 mila franchi all’anno. La regione così data in affitto comprende le vallate selvaggie di Cluozza, di Tantermozza e l’Ofenberg, che si trovano presso la frontiera italiana e nella immediata vicinanza del Tirolo.

Altri negoziati vennero intrapresi con altri Comuni per estendere i limiti di questo parco nazionale.

La regione del futuro parco è poco conosciuta dai turisti, poichè rari sentieri danno accesso a quei siti selvaggi e a quelle solitudini.

La Commissione svizzera per la protezione della natura, che sarà incaricata della sorveglianza del parco, vi farà aprire qualche strada e vi farà costruire poche capanne. Tutto il resto sarà lasciato nella libertà di vegetazione e di vita più assoluta. Non si toccherà più un albero delle splendide foreste di conifere che coprono la massima parte di quelle valli, e vi saranno assolutamente proibite la caccia e la pesca.

Un decreto speciale delle Camere federali fisserà le basi della partecipazione finanziaria dello Stato e il progetto troverà certo la migliore accoglienza tanto del Parlamento, come dell’opinione pubblica.

Già gli Stati Uniti hanno fatto qualche cosa di simile, che è noto sotto il nome di «Reservation».

L’ENCOMIO DEL “FIGARO„ DI PARIGI

in onore di Elisabetta Oddone


L’esimia compositrice e cantante nostra concittadina signorina Elisabetta Oddone, simpaticamente nota ed apprezzata anche nelle sfere artistiche parigine, ha riportato in questi giorni un brillantissimo successo nella sua duplice veste d’autrice e di esecutrice, partecipando ad un concerto importantissimo tenutosi nelle sale del Figaro, concerto a cui presero parte anche le signore Agostinelli ed Hidalgo, i signori Smirnoff e Titta Ruffo.

Il diffuso autorevole giornale parigino, dopo avere detto che nelle melodie inedite dell’Oddone: Capelli d’oro, Mamma Mary e Frammenti, si rileva un senso musicale finissimo, ed una non comune eleganza del disegno melodico, aggiunge in seguito: «Noi abbiamo la fortuna di applaudire e l’autrice e l’interprete. Non sappiamo con chi tra le due dobbiamo maggiormente felicitarci».

Noi non abbiamo al riguardo nessun imbarazzo: ci rallegriamo in uguale misura con entrambe, lietissimi di vederle fuse in una sola geniale, squisita figura di artista.



La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.