Il buon cuore - Anno XI, n. 20 - 18 maggio 1912/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno XI, n. 20 - 18 maggio 1912 Religione

[p. 153 modifica]Beneficenza


Il Segretariato dell’“Italica Gens„

al Porto di Genova


Da oltre un mese è aperta in Genova la nuova sede del Segretariato dell’Italica Gens.

Diciamo la nuova sede, perchè il Segretariato funzionava già molti anni prima che la Federazione si fosse costituita. Esso era ed è tenuto dal Comitato Genovese di patronato per gli emigranti, il quale fu fra i primi a federarsi all’Italica Gens; dimodochè questa potè anche in Genova seguire il suo particolare programma, che non è tanto quello di creare istituti ex novo, quanto di coordinare sotto la guida di uniformi intendimenti, gli istituti che nei singoli luoghi già funzionano con analoghi fini.

Così in Genova, il Segretariato dell’Italica Gens rappresenta il proseguimento dell’azione che già da molti anni vi spiegava il Comitato Genovese di Patronato per gli Emigranti, e questi ne conserva tuttora la direzione.

Ci sembra opportuno ricordare che l’origine di questo istituto si deve all’illustre e compianto Mons. Scalabrini, il quale fin dal 1887, comprendendo l’importanza di assistere gli emigranti presso quel porto, provvide a farlo per mezzo di uno dei suoi missionari, sotto gli auspici del detto Patronato Genovese, che allora egli stesso fondò; egli ebbe in ciò l’aiuto dell’Associazione Nazionale per i Missionari Italiani, che sempre ha continuato a sovvenirlo.

È noto il bene grandissimo che il Patronato ha fatto per tanti anni ai nostri emigranti, prodigando loro un’assistenza veramente preziosa, specialmente fino al 1901, quando ancora non esisteva la provvida legge italiana di tutela per la emigrazione, e quando reti intricate di interessi di loschi speculatori avvincevano e dissanguavano i nostri poveri emigranti ed è doveroso ricordare che anima di tutta la operosità in tal modo spiegata nel porto di Genova, è sempre stato il sac. cav. Pietro Maldotti, dei Missionari di Mons. Scalabrini, il quale tuttora dirige il nuovo Segretariato dell’Italica Gens.

Per mancanza di mezzi, esso non aveva però una propria sede: alla quale mancanza ha ora provveduto l’Italica Gens, installando il Segretariato in apposito locale. Questo è situato in via Balbi, 25, vicinissimo così al porto come alla stazione, in località quindi comodissima per gli emigranti in partenza ed in arrivo; ed in vista dei più vivi bisogni locali di assistenza, è provveduto, oltrechè di stanze ad uso di ufficio, anche di bagni, guardaroba, ecc.

Alla inaugurazione di questa nuova sede, che ebbe luogo il 19 del dicembre passato, intervennero il tanto compianto Arcivescovo di Genova, S. E. Mons. Pulciano, le Autorità governative e cittadine, e molti signori e signore dell’aristocrazia genovese; sicchè la simpatica cerimonia riuscì una attestazione dell’interesse con cui la istituzione è seguita da tutta la cittadinanza di Genova.

Il Segretariato continua ora a funzionare prestando quell’assistenza locale multiforme, di cui sempre vi è bisogno in un luogo dove si concentrano, per imbarcarsi o per sbarcare, delle centinaia di migliaia di emigranti ogni anno, come apparisce dai quadri statistici del movimento emigratorio di quel porto, fornitici appunto dal Segretariato. Ed a tale scopo, personale apposito è sempre presente al porto, all’arrivo ed alla partenza di ogni piroscafo, per fornire indicazioni e consigli, ed aiutare in ogni modo che sia possibile gli emigranti, nelle più varie contingenze.

Una parte importante del lavoro di quell’ufficio è data dall’assistenza agli emigranti di ritorno; dalle statistiche riferentesi agli ultimi due anni, si può vedere infatti come le cifre dei rimpatrianti assolutamente indigenti, siano assai forti, e tengano una percentuale considerevole nelle statistiche del movimento emigratorio. Abbiamo voluto metter sott’occhio ai nostri [p. 154 modifica]tori quelle cifre, che il Segretariato regolarmente registra, perchè sono tali da far pensare seriamente; esse indicano purtroppo che non sono tutti vantaggi che l’emigrazione porta al paese ed agli stessi emigranti; poichè numerosi sono coloro che rimpatriarlo in condizioni talvolta disastrose, sovente incomparabilmente peggiori di quando partirono: e non sono solamente gli inetti ad affrontare le difficoltà del vivere in paese inospite, dove manchi l’aiuto ed il conforto di una civile convivenza, e dove l’uomo deve saper bastare a se stesso, ma sono spesso anche uomini validissimi di animo e di corpo, che climi micidiali hanno miseramente rovinati insieme alle loro famiglie, e bravi lavoratori, cui le vicende economiche avverse hanno perseguitato ed immeritamente abbattuto. Perchè se il far fortuna in America non è mai stato facile, ora va divenendo in tante parti una cosa sempre più difficile, a mano a mano che l’aumentare della popolazione avvicina le condizioni di quei paesi ai nostri; e tanto più se, come vediamo accadere sovente, sistemi economico-politici non buoni, od altre cause, provocano crisi agricole od industriali. Esaminando infatti i prospetti, del numero di indigenti rimpatrianti, secondo i paesi di provenienza, anche solo degli ultimi due anni, facilmente si vede come le cifre aumentano fortemente per i provenienti da alcuni Stati, in certi periodi in cui quelli andarono soggetti a crisi economiche.

Non è a dire le misere condizioni in cui giungono al porto di Genova tante famiglie rimpatrianti; senza un soldo in tasca, sporchi, laceri da far pietà: ed allora il Segretariato, coi sussidii del R. Commissariato dell’emigrazione, procura loro alloggio e vitto per il breve tempo che essi restano in Genova, chè altrimenti si vedrebbero aggirarsi, affamati ed incapaci di provvedere a sè medesimi sulle banchine del porto; col suo guardaroba continuamente rifornito dallo zelo e dalla carità delle patronesse del Patronato, procura il vestito ai più bisognosi, specialmente ai vecchi, alle donne e ai bambini, li aiuta nelle pratiche pel ritorno al loro paese.

Accade inoltre spessissimo che molti emigranti, cui per mancanza assoluta di denaro, la R. Questura procura il ritorno gratuito fino al paese, non abbiano modo di portar seco e spedire il bagaglio degli avanzi dei loro poveri cenci; ed il Segretariato provvede a far trasportare quei bagagli dal porto alla ferrovia, colla spesa più mite che sia possibile, e ne cura la spedizione. Tale spedizione viene fatta contro assegno, dandone avviso al Comune cui appartiene l’emigrante; ma avviene sovente che, non avendo il Comune possibilità di sopperire a quei pagamenti, anche quegli ultimi avanzi di un triste passato sono messi all’asta e perduti dal rimpatriante povero. E d’altra parte al Segretariato occorrerebbero mezzi di gran lunga maggiori di quelli fornitigli dal R. Commissariato dell’emigrazione, per poter pagare il prezzo di tutte le spedizioni che esso fa. Molti di simili fattispecie potremmo ricordare, i quali dimostrano quanto vi sarebbe ancora da fare, e quante miserie restino pur sempre da soccorrere.

Il sollevare in questo ed in mille altri modi tante miserie, evitando penosi inconvenienti e spettacoli poco decorosi anche per il nostro paese, è ciò che ha fatto e continua a fare e farà con efficacia sempre maggiore il Segretariato del porto di Genova.

Ma ora che esso è entrato negli ingranaggi dell’Italica Gens, incomincierà a svolgere, oltre quell’assistenza locale, un’azione ben più importante, relativamente agli scopi più essenziali della Federazione, e cioè azione di direzione dell’emigrazione e di cooperazione alla sua conservazione nazionale. Anche da questo punto di vista quel segretariato avrà certamente considerevole importanza, poichè a Genova affluiscono, come è noto, le nostre maggiori correnti emigratorie, e sarà quindi ad esso possibile, specialmente mediante la corrispondenza coi Segretariati ed aderenti d’Italia e d’America, portare fra gli emigranti un contributo notevole di informazioni e dì consigli, che valgano a guidarli secondo gli intendimenti nazionali e sociali della Italica Gens, contribuendo ad impedire che tanta parte dei nostri emigranti vadano alla ventura, e si sparpaglino in mezzo a popolazioni straniere, perdendo il loro carattere di italiano, la loro lingua, la loro fede e le altre virtù.

La Mónega de l'Ospedaa

Col só faccin smortin e profilaa;
Col só parlà grazios che la te incanta;
Lee, tutt el dì, la truscia all’Ospedaa,
Intenta a ona mission quanto mai santa.


In mezz a ona caterva d’ammalaa,
Che piangien e doloren, lee, intratanta,
Con frasett de coraee e de pietaa,
La ghe solleva l’anima de pianta.


Angiol de pâs, d’amôr e de confort,
La côr al lett di poer malaa morent,
Per rendegh men penôs el pont de mort.


Lee, inscì modesta, che la par.... nïent,
La gh’a tant merit vers l’umanitaa,
De vess degna de fagh.... on monument.

Federico Bussi.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


SOCI AZIONISTI.

Signora Sofia Calderoni |||
 L. 15 ―
» Sofia Galli |||
   » 5 ―
» Alba Calderoni |||
   » 5 ―
Nob. Guido Cagnola |||
   » 5 ―


La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.