Il buon cuore - Anno XI, n. 10 - 9 marzo 1912/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno XI, n. 10 - 9 marzo 1912 Educazione ed Istruzione

[p. 73 modifica]Beneficenza


Lettera del Generale Fara

alle Giovani Lavoratrici della Pensione Benefica



Amabili Signorine,

Al commovente ed entusiastico loro saluto augurale, rivoltomi il giorno di Natale del 1911, oggi solo rispondo; ma anche questo è giorno tristemente caro per me; poichè ricorre l’onomastico dell’adorata mia Consorte, la cui vita a Napoli scorre in ansie terribili ed in mezzo a forti emozioni. La pace, da Loro preconizzata fin da quel giorno, è ben lungi dall’avverarsi, o Signorine; e, benché non molto lungi di quì sorgesse un giorno la capanna di Betlemme, pure l’angelo non passò ancora il mare e la guerra continuerà rude e per molto tempo ancora. Il Paese è con il suo Esercito; i nostri cuori battono all’unisono e quindi noi serenamente seguiremo la bella via del dovere fino al compimento della campagna. Quando veramente il ramoscello d’ulivo dividerà i contendenti e la Tripolitania sarà di diritto e di fatto italiana, se la mia buona stella mi avrà sempre protetto, allora ritornerò in Patria, e nel mio viaggio a Milano, non mancherò di visitare la Casa delle Giovani gentili che a me rivolgono il loro memore pensiero e per me fanno voti sinceri, perchè sempre felicemente possa guidare le balde schiere dei nostri Soldati. Altra volta ebbi occasione di visitare, col mio caro cognato rag. Carlo Mazzoni, il bellissimo Loro Istituto che ora so essere stato ampliato, da quel giorno. Anche la diletta mia Consorte sarà ben lieta di accompagnarmi, per unire le sue alle mie più sincere espressioni di riconoscenza per il grande interessamento addimostrato da Tutte alle vicende mie.

Ed ora non mi rimane che chiedere venia del prolungato ritardo, che forzatamente ho dovuto frapporre tra la gentile e bella lettera loro e la breve mia risposta; e ricambiare all’amabile signora Direttrice ed alle cortesi Giovani ogni migliore augurio di salute e felicità, professandomi

Obbl.mo

Maggior Generale G. Fara.


= Omaggio al Generale Fara =


Parecchie Signore, animate da amor patrio e da sentimento umanitario, comprese delle conseguenze eccezionalmente dolorose, che sono ripercussioni strazianti in centinaia di famiglie dei bersaglieri gloriosamente caduti nei cimenti incontrati dall’eroico Fara, hanno deliberato di chiamare a raccolta i cuori generosi per ottenere un soccorso speciale alle famiglie più colpite.

In questa forma gentile, si vuole anche rendere omaggio al generale Fara, che impavido tra il grandinar delle palle, col revolver in pugno, colle lagrime agli occhi, vide cadersi intorno a centinaia i diletti suoi figli.

A tale duplice, nobile scopo, un gruppo di Signore ha diramato la seguente circolare:

È ardito assai rivolgersi ancora alla generosità di tante persone buone, che fecero già molto pei nostri bravi soldati combattenti in Libia, pei fratelli nostri, che offrendo sereni la loro vita per la grandezza d’Italia, hanno riaffermato il bel nome italiano, hanno fatto rivivere nei nostri cuori la fulgida fiamma d’entusiasmo per la nostra cara Patria.

Ma questa volta il pensiero benefico è alimentato da un sentimento di gentile omaggio al valore di Gustavo Fara.

Chi non ha sentito vibrare il cuore d’ammirazione e di commozione intensa, per questo Eroe, che, [p. 74 modifica]sublime nel suo ardire, spinto da infinito amore per la sua Patria, offrendo in olocausto sè stesso, tanto animò quei prodi da renderli vincitori, scongiurando cosi un tremendo sfacelo che sarebbe costato migliaia di vittime nostre, la sfiducia nei nostri bravi soldati e una grande tristezza pel nostro Paese? Onore sommo a Lui, valoroso, modesto, buono!

E come meglio si potrebbe tributargli omaggio e riconoscenza, se non beneficando il suo Reggimento prediletto, i suoi baldi Bersaglieri dell’11°?

Signore benefiche, giovinette buone e gentili, pensate al gran bene che potete fare, dedicando i momenti d’ozio a qualche bel lavoro. Colle vostre mani abili e laboriose, tramuterete poca cosa in tanti oggetti graziosi, che saranno desiderati e serviranno a raccogliere danaro per venire in aiuto alle famiglie di quei poveretti che caddero nelle terribili giornate di Henni e di Sciara-Sciat.

Sono poveri vecchi, desolate spose, sventurati piccini, che hanno perduto chi li amava, chi li proteggeva, chi lavorava per loro. — Pensate alle lagrime dolorose, alle miserie di quei poverini che non rivedranno mai più il loro caro! Sono centinaia e centinaia che perirono in quei giorni tremendi solo nell’11°!

Ebbene è a Voi che viene una preghiera calda, fervidissima; a Voi persone caritatevoli, per chiedere il vostro aiuto in quest’opera pietosa e degna del cuore di quel valoroso Comandante.

Vi chiediamo poco: il desiderio è di fare una pesca con tutti i lavori, con tutti i doni che ci sarà dato raccogliere; tutto sarà gradito.

E per non escludere gli uomini in questo plebiscito d’ammirazione e di carità, abbiamo pensato di raccogliere in un album le loro firme, accompagnate da un tenue obolo, una lira! E’ poca cosa, ma coll’aiuto di tanti cuori generosi, arriveremo a fare un bel gruzzolo. L’album raccoglierà pure i nomi delle gentili oblatrici.

A Gustavo Fara il nostro plauso; ai suoi poveri Bersaglieri il nostro soccorso. E questo soccorso che vogliamo dedicare al glorioso 11°, fra i primi alla lotta e il più sventurato, sarà una carezza gentile al cuore paterno del valoroso Generale.

Domani, sempre, per tutti gli altri coraggiosi nostri soldati, tutti ugualmente cari a noi.

Date, o buoni, date collo stesso slancio generoso, come loro diedero la vita e non vi stancate; date poco, ma date sempre!

Fortunati noi, che possiamo lenire qualche dolore!

O Madri amorose, che avete i vostri figlioli vicini, tranquilli, accarezzati, volgete un pensiero a quelle povere Mamme che trepidano ansiose poi loro cari laggiù; ai disagi, alle sofferenze, al martirio subìto da tanti gagliardi giovani; date un pensiero ai poveri mutilati inabili per tutta la vita, ed il Cielo vi benedirà nei vostri affetti più cari!

Un Gruppo Di Signore.


N. B. — Le offerte si ricevono alla Sede della Pensione Benefica per Giovani Lavoratrici in Milano, Piazza Formentini (già Piazzetta S. Carpoforo), n. 18.

Nel prossimo numero pubblicheremo uno studio sull’editto di Costantino che gentilmente Mons. G. Polvara ci ha concesso come preludio della solenne commemorazione Costantiniana, e che saremo lieti di offerire in omaggio ai pellegrini che visiteranno Roma il giorno 18 marzo.


Patronato per le liberate dal carcere

e le minorenni abbandonate

Da quattro anni è sorta una Società di Patronato per le liberate dal carcere e per le minorenni moralmente e materialmente abbandonate.

Sulle prime il Patronato svolse la sua azione nella misura dei limitati mezzi finanziari e colle cautele che impone sempre una istituzione nuova.

Mano mano però che si progrediva, il Patronato cercò di sviluppare e completare la sua azione riguardo ad ogni articolo del proprio statuto.

Si cominciò coll’istituire un laboratorio nel Carcere Cellulare, che oramai funziona regolarmente, assistito da una maestra, che giornalmente vi si reca dalle ore 9 alle 16, e diretto da una Signora appartenente al Consiglio, che ne cura il regolare andamento, sia per la parte finanziaria, sia nel far eseguire le commissioni di lavoro. Il vantaggio morale che esercita il lavoro su queste disgraziate, togliendole alla vita oziosa della cella, è troppo evidente, per essere dimostrato.

Ciò che ora preme di far conoscere, è il bisogno che si ha di vedere crescere le domande di lavoro per questa scuola. Le commissioni si ricevono in via Fieno, n. 3, sede del Patronato, ove, dalla Direttrice dell’Istituto signora Pesenti ved. Latini, si dà anche alloggio alle scarcerate che non ne trovano altrove.

Da due mesi si è pure iniziata la scuola elementare per le analfabete e per quelle che desiderano istruirsi; e le lezioni sono impartite da un’ottima maestra comunale, che vi si dedica con vero slancio di carità.

E per il Laboratorio e per la Scuola si fa appello al concorso di quanti amano il bene per il bene, e pensano che anche i caduti ci sono fratelli, e devono essere da noi aiutati non solo nell’ordine materiale ma anche in quello superiore e morale dello spirito.

M. R.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali poi bambini ciechi


SOCI AZIONISTI.

Signorina Clarissa Sala |||
 L. 5 ―

OPERA PIA CATENA

(CURA DI SALSOMAGGIORE).

N. N |||
 L. 200 ―
S. A |||
   » 20 ―
Malfatti baron. Giuseppina |||
   » 10 ―
Longhi Carolina |||
   » 10 ―
Quadrelli Eugenia ved. Erba |||
   » 10 ―
Pecchio Annunciata ved. Brambilla |||
   » 10 ―
Rossini Flaminia ved. Corbella |||
   » 10 ―
Bazzi Menini Rita |||
   » 10 ―
Bazzi Maria |||
   » 10 ―
Bazzi Federico |||
   » 10 ―


NUOVI PATRONI.

Sig. Bazzi Federico

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NUOVE PATRONESSE.

Signore Longhi Carolina — Quadrelli Eugenia ved. Erba — Pecchio Annunciata ved. Brambilla — Rossini Flaminia ved. Corbella — Bazzi Menini Rita — Bazzi Maria.

CIRCOLO ROSSARI


Al Circolo femminile Luigi Rossari si ebbe, qualche tempo fa, una festicciola patriottica.

La palestra della scuola di via Rossari, che ogni domenica ospita le socie del Circolo, era in quel pomeriggio festivo, adorna di armi e bandiere, artisticamente disposte attorno al ritratto del Re. La parte principale del trattenimento fu il discorso d’occasione tenuto dal M. R. Prof. Don Pietro Rusconi, preceduto dal canto della Marcia Reale e dell’Inno di Mameli e seguito da altra musica e da un po’ di recitazione.

Sin dalle sue prime parole, l’oratore seppe avvincere a sè l’attenzione delle uditrici, ed esse lo seguirono con sempre crescente interesse nella rapida, lucida disamina ch’egli fece e con la quale egli mostrò, come, dalla dolorosa, triste necessità della guerra, conseguenza di condizioni politiche, si sprigionano beni reali, — di altissimo valore morale. — E quei beni egli studiò, da acuto osservatore e da educatore provetto, mettendo in luce la sublime economia della Provvidenza, che sa sempre da un male far scaturire un bene maggiore; cavandone applicazioni palpitanti di vita pratica; incuorando le presenti tutte ad applaudire all’alto valore del nostro esercito, valore che è frutto di una educazione, la quale a Dio riconosce tutti i suoi diritti. — Il discorso terminò con l’augurio della pace e col grido dì «Viva la Patria! Viva il Re!» a cui rispose un caloroso applauso.

Il Consiglio direttivo del Circolo, grato all’oratore della sua bella conferenza, lieto della buona riuscita della festicciola, gli introiti della quale andaron tutti a beneficio dei combattenti e delle loro famiglie, ha voluto far stampare il discorso in un volumetto, il cui importo andrà ancora a favore dei medesimi. — I volumetti si lasciano per la tenue somma di trenta centesimi e si possono trovare presso la Direzione del Circolo, in via Rossari n. 2.

Lina Lavezzari.