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Anno XI. Sabato, 9 Marzo 1912. Num. 10.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —Lettera del generale Fara — Omaggio al generale Fara — Patronato per le liberate dal carcere e le minorenni abbandonate — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi — Opera Pia Catena — Circolo Rossari.
Educazione ed Istruzione. —Giubileo commovente — La solenne distribuzione dei premi nell’Orfanotrofio Maschile ai «Martinitt».
Religione. —Vangelo della terza domenica di Quaresima.
Necrologio. —Angela Gavazzi Sessa, A. M. Cornelio. Società Amici del bene. — Per il Vicario dell’Eritrea — Assistenza Emigranti — Francobolli usati.
Notiziario. —Bibliografia — Diario.

Beneficenza


Lettera del Generale Fara

alle Giovani Lavoratrici della Pensione Benefica



Amabili Signorine,
Al commovente ed entusiastico loro saluto augurale, rivoltomi il giorno di Natale del 1911, oggi solo rispondo; ma anche questo è giorno tristemente caro per me; poichè ricorre l’onomastico dell’adorata mia Consorte, la cui vita a Napoli scorre in ansie terribili ed in mezzo a forti emozioni. La pace, da Loro preconizzata fin da quel giorno, è ben lungi dall’avverarsi, o Signorine; e, benché non molto lungi di quì sorgesse un giorno la capanna di Betlemme, pure l’angelo non passò ancora il mare e la guerra continuerà rude e per molto tempo ancora. Il Paese è con il suo Esercito; i nostri cuori battono all’unisono e quindi noi serenamente seguiremo la bella via del dovere fino al compimento della campagna. Quando veramente il ramoscello d’ulivo dividerà i contendenti e la Tripolitania sarà di diritto e di fatto italiana, se la mia buona stella mi avrà sempre protetto, allora ritornerò in Patria, e nel mio viaggio a Milano, non mancherò di visitare la Casa delle Giovani gentili che a me rivolgono il loro memore pensiero e per me fanno voti sinceri, perchè sempre felicemente possa guidare le balde schiere dei nostri Soldati. Altra volta ebbi occasione di visitare, col mio caro cognato rag. Carlo Mazzoni, il bellissimo Loro Istituto che ora so essere stato ampliato, da quel giorno.
Anche la diletta mia Consorte sarà ben lieta di accompagnarmi, per unire le sue alle mie più sincere espressioni di riconoscenza per il grande interessamento addimostrato da Tutte alle vicende mie.

Ed ora non mi rimane che chiedere venia del prolungato ritardo, che forzatamente ho dovuto frapporre tra la gentile e bella lettera loro e la breve mia risposta; e ricambiare all’amabile signora Direttrice ed alle cortesi Giovani ogni migliore augurio di salute e felicità, professandomi

Obbl.mo

Maggior Generale G. Fara.


= Omaggio al Generale Fara =


Parecchie Signore, animate da amor patrio e da sentimento umanitario, comprese delle conseguenze eccezionalmente dolorose, che sono ripercussioni strazianti in centinaia di famiglie dei bersaglieri gloriosamente caduti nei cimenti incontrati dall’eroico Fara, hanno deliberato di chiamare a raccolta i cuori generosi per ottenere un soccorso speciale alle famiglie più colpite.

In questa forma gentile, si vuole anche rendere omaggio al generale Fara, che impavido tra il grandinar delle palle, col revolver in pugno, colle lagrime agli occhi, vide cadersi intorno a centinaia i diletti suoi figli.

A tale duplice, nobile scopo, un gruppo di Signore ha diramato la seguente circolare:

È ardito assai rivolgersi ancora alla generosità di tante persone buone, che fecero già molto pei nostri bravi soldati combattenti in Libia, pei fratelli nostri, che offrendo sereni la loro vita per la grandezza d’Italia, hanno riaffermato il bel nome italiano, hanno fatto rivivere nei nostri cuori la fulgida fiamma d’entusiasmo per la nostra cara Patria.

Ma questa volta il pensiero benefico è alimentato da un sentimento di gentile omaggio al valore di Gustavo Fara.

Chi non ha sentito vibrare il cuore d’ammirazione e di commozione intensa, per questo Eroe, che, subli-