Il buon cuore - Anno X, n. 50 - 9 dicembre 1911/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno X, n. 50 - 9 dicembre 1911 Religione

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IL TRIONFO DELLA FIERA

Erano vive le speranze che la Fiera dovesse riuscire bene; ma non mancavano le ragioni per dubitarne. Le molte sottoscrizioni già aperte in città, costituivano una concorrenza, tanto più pericolosa, quanto universale e simpatica.

Le speranze non fallirono. L’introito complessivo dei quattro giorni in cui durò la Fiera fu di quasi L. 16.000, così distribuite:

Primo giorno L. 5,004.60
Secondo 4,462.85
Terzo 2,883.20
Quarto 3,500.20
Totale L. 15,850.85

Diamo il merito del trionfo a chi spetta.

Il merito è delle Signore del Comitato, le Signore Capi-gruppo e le Signore e Signorine aderenti.

Esse hanno portato alla Fiera un interessamento, uno slancio, un concorso attivo e costante, veramente mirabile: sembravano artisti, alla gara di un concorso: ciascuna idoleggiava il proprio banco come un’opera d’arte, un’opera d’amore.

Non faremo nomi: tutte furono pari.

Ne faremo uno solo: il nome di una persona che non c’era, la marchesa Trotti, la Presidente del Comitato: ammalata non potè intervenite: non venuta di persona venne però col contributo di L. 700, dato al suo banco, per lavori fatti e venduti prima che la Fiera incominciasse: non venuta era però presente col suo pensiero, come tacito stimolo agli altri, di far meno sentire la sua assenza.

E questa assenza, dato lo splendido risultato, divenne un merito delle altre, e dei signori Angelo Maria Cornelio e cav. Camera, ottimi cooperatori, e dal signor Di Lorenzo, che tenne bene il posto del compianto cav. Ghisi.

Una ragione che certo contribuì a rendere simpatica la Fiera, e a richiamare in modo più vivo e generoso l’opera di tutti, fu l’avere associato nella partecipazione degli introiti la Pro-esercito: questa nota patriotica, in un momento in cui il sentimento nazionale vibra potente nell’animo di tutti per la spedizione di Tripoli, convertì l’opera di beneficenza pei bambini ciechi, in un’opera più larga di soccorso alle famiglie danneggiate per la partenza dei soldati per la guerra. Uno solo fra i dodici banchi della Fiera era tenuto esclusivamente dalle Signore rappresentanti la Pro-esercito: ma si può dire che tutti i banchi sentissero l’influsso di quel banco, vibrando in una nota di patriotismo, con bandiere e bandierine tre colori che sventolavano da più d’un banco.

Questa nota toccò l’entusiasmo quando, nel primo e nell’ultimo giorno della Fiera, si udì scoppiare dall’alto della tribuna la Marcia Reale, suonata dall’orchestra dei Ciechi, interrotta e chiusa da ripetuti applausi.

Un’altra circostanza favorì la Fiera. Nel secondo giorno era annunciata la Conferenza dell’avv. Vecchini al Teatro della Scala in favore della Croce Rossa: si sapeva che tutti i posti erano già esauriti: il concorso al Teatro sarebbe stato enorme: il pieno del Teatro avrebbe fatto il vuoto alla Fiera: si sperava in un ritorno del pubblico scaligero a prendere il thé nel Salone della Fiera: ma il ritorno, pur avverandosi, non sarebbe stato che parziale: e meno persone, introito minore. L’avvocato Vecchini, invece, male per lui, bene per la Fiera, fu pel momento impedito da. un’infreddatura di fare la Conferenza, e la Fiera in quel giorno diede l’introito di L. 4,500.

L’ultimo giorno di solito è il lumignolo che si spegne; gli oggetti sono in gran parte venduti, e il fervore delle vendite e delle compere si ammorza. Questo anno fu il contrario: la Fiera fu come una serata di fuoco di artificio che serba in fondo un più vivo [p. 394 modifica]scoppio di razzi luminosi: nel terzo giorno si erano introitate L. 2.800: nel quarto ed ultimo si introitarono L. 3.500.

Prima che la Fiera finisse, una scena commovente si svolse nel Salone. Si vide apparire una schiera di bambini ciechi, circa una ventina, col loro nitido abitino, guidati dalle maestre e dalle inservienti, rompere la folla e portarsi sui gradini del palco, rivolgendosi verso il pubblico. Fattosi silenzio, una bambina recitò i seguenti versi:

    Ecco finiti i giorni della Fiera:
Che vi diranno i piccoli bambini?
Grazie, levando al Cielo la preghiera
Che vi premi co’ suoi doni divini.
 
  Grazie, di avere unito al beneficio
Le famiglie dei morti e dei feriti,
Che, per l’Italia, in mobil sacrificio,
Lieti pugnar dell’Africa sui liti.

Gli applausi si mescolarono colle lagrime.

Ai bambini vennero dal banco della buvette date acque e dolci, e partirono tutti lieti, agitando delle piccole banderuole tre colori, loro regalate.

Il Rettore lesse poi un telegramma da inviarsi alla marchesa Trotti, annunciando lo splendido risultato della Fiera, e facendo auguri per la sua pronta guarigione.

La Fiera fini con un vivo ringraziamento che il Rettore rivolse a tutte le Signore Capi-gruppo e aderenti. L’esito della Fiera era dovuto alla loro generosa cooperazione, e al pensiero di aver associato nella divisione degli introiti la Pro-esercito. Si fece interprete del sentimento di tutti nel rivolgere un particolare ringraziamento alla segretaria del Comitato, signorina Matelda Cairati, sempre presente da per tutto, infaticabile e serena.

Quando si fece la prima Fiera, nel 1903, i bambini ciechi, egli conchiuse, erano presenti solo nel desiderio e nella speranza di vederli raccolti: ora li avete veduti qui riuniti: l’opera della vostra carità non poteva ricevere un più splendido premio.

AVVISO.

Chi avesse ancora libretti dei doni delle loro Maestà le Regine, può tenerli e continuare la distribuzione dei biglietti. Coll’ultimo giorno di dicembre i libretti devono essere tutti consegnati alla segretaria del Comitato, signorina Matelda Cairati, via della Spiga, 21.

Nel giorno 6 gennaio verrà nel Salone dell’Istituto dei Ciechi fatta l’estrazione dei numeri vincenti.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


OFFERTE PER LA FIERA


OFFERTE IN DENARO.

Ditta Spadoni |||
 L. 5 —

OFFERTE IN OGGETTI.

Ditta Vicini Enrico, n. 20 scatole conserve.
Signora Marozzi Folperti, un tagliacarte, 2 ventagli, un orologio.

(Continua).