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394 IL BUON CUORE


pio di razzi luminosi: nel terzo giorno si erano introitate L. 2.800: nel quarto ed ultimo si introitarono L. 3.500.

Prima che la Fiera finisse, una scena commovente si svolse nel Salone. Si vide apparire una schiera di bambini ciechi, circa una ventina, col loro nitido abitino, guidati dalle maestre e dalle inservienti, rompere la folla e portarsi sui gradini del palco, rivolgendosi verso il pubblico. Fattosi silenzio, una bambina recitò i seguenti versi:

    Ecco finiti i giorni della Fiera:
Che vi diranno i piccoli bambini?
Grazie, levando al Cielo la preghiera
Che vi premi co’ suoi doni divini.
 
  Grazie, di avere unito al beneficio
Le famiglie dei morti e dei feriti,
Che, per l’Italia, in mobil sacrificio,
Lieti pugnar dell’Africa sui liti.

Gli applausi si mescolarono colle lagrime.

Ai bambini vennero dal banco della buvette date acque e dolci, e partirono tutti lieti, agitando delle piccole banderuole tre colori, loro regalate.

Il Rettore lesse poi un telegramma da inviarsi alla marchesa Trotti, annunciando lo splendido risultato della Fiera, e facendo auguri per la sua pronta guarigione.

La Fiera fini con un vivo ringraziamento che il Rettore rivolse a tutte le Signore Capi-gruppo e aderenti. L’esito della Fiera era dovuto alla loro generosa cooperazione, e al pensiero di aver associato nella divisione degli introiti la Pro-esercito. Si fece interprete del sentimento di tutti nel rivolgere un particolare ringraziamento alla segretaria del Comitato, signorina Matelda Cairati, sempre presente da per tutto, infaticabile e serena.

Quando si fece la prima Fiera, nel 1903, i bambini ciechi, egli conchiuse, erano presenti solo nel desiderio e nella speranza di vederli raccolti: ora li avete veduti qui riuniti: l’opera della vostra carità non poteva ricevere un più splendido premio.

AVVISO.

Chi avesse ancora libretti dei doni delle loro Maestà le Regine, può tenerli e continuare la distribuzione dei biglietti. Coll’ultimo giorno di dicembre i libretti devono essere tutti consegnati alla segretaria del Comitato, signorina Matelda Cairati, via della Spiga, 21.

Nel giorno 6 gennaio verrà nel Salone dell’Istituto dei Ciechi fatta l’estrazione dei numeri vincenti.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


OFFERTE PER LA FIERA


OFFERTE IN DENARO.

Ditta Spadoni |||
 L. 5 —

OFFERTE IN OGGETTI.

Ditta Vicini Enrico, n. 20 scatole conserve.
Signora Marozzi Folperti, un tagliacarte, 2 ventagli, un orologio.

(Continua).

Religione


Vangelo della domenica quinta d’Avvento


Testo del Vangelo.

Giovanni rende testimonianza di Lui, e grida dicendo: Questi è colui del quale io diceva: Quegli che verrà dopo di me è da pzu di me perchè era prima di me. E della pienezza di Lui noi tutti abbiamo ricevuto una grazia in cambio di un’altra: perchè da Mosè fu data la legge: la grazia e la verità per Gesù Cristo fu fatta. Nessuno ha mai veduto Dio; Unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, Egli ce lo ha rivelato. Ed ecco la testimonianza che rende Giovanni, quando i Giudei mandarono a Gerusalemme i sacerdoti e!eviti a lui, per domandargli: Chi sei tu? Ed ei confessò, e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: E che adunque: Sei tu Elia? Ed ei rispose: Nol sono. Sei tu il Profeta? Ed ei rispose: No. Gli dissero pertanto: Chi sei tu, affinché possiamo rendere risposta a chi ci ha mandato? Che dici di te stesso? Io sono, disse, la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate le vie del Signore, come ha detto il profeta Isaia. E questi messi eran della setta dei Farisei, e lo interrogarono dicendogli: Come adunque battezzi tu, se non sei il Cristo, nè Elia, nè il profeta? Giovanni rispose loro e disse: Io battezzo nell’acqua; ma v’ha in mezzo a voi uno, che voi non conoscete: questi è quegli che verrà dopo di me, a cui io non son degno di slegare i legaccioli delle scarpe. Queste cose successero a Betania al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

S. GIOVANNI, Cap. 1.


Pensieri.

S. Giovanni rende ancora testimonianza a Gesù; dice la sua origine e generazione: essa è affatto singolare fra gli uomini così da conchiudere alla origine divina: Giovanni che dice d’aver già antecedentemente parlato di Gesù confessa pure che venuto dopo di lui, prima di lui fu e visse.

Ma qui non dice soltanto una precedenza di tempo: sarebbe assai poco alla conclusione; invece insinua che Gesù fu innanzi che l’uomo fosse: prima di Giovanni stesso, prima d’Abramo, per risalire alla testimonianza del Padre che dice di lui: «Prima di Lucifero io ti generai». Chi fu innanzi alla stella, prima che il mondo fosse bisogna pur conchiudere non abbia ricevuto luce da alcun’altro, ma a volta sua deve confessare d’aver illuminato di sua luce quanto venne in seguito o dopo di lui. Gesù adunque che è la luce che ha illuminato ed illustrato le cose tutte venute dopo di lui nell’ordine del creato, Gesù non è una creatura, ma creatore, non un essere illuminato ma illuminante, non un principio passivo ma un centro di attività, un principio di luce, vita, grazia; quanto è su questa terra è per lui: per quem fatta sunt omnia.

Quale fu, adunque l’azione di Dio per noi?

Quando dalle mani del Creatore balzò — bello nello splendor di sua vita — il primo uomo all’esistenza, respirò nella sua vita la natura in cui fu posto. L’intimo suo gli dettava il precetto in armonia alle leggi che intravedeva reggere il creato. Nulla v’era di dissonante fra